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Ataman studia il Maccabi

«Tre i punti di forza»

TEL AVIV — Ore 21, Montepaschi di nuovo in campo, sul parquet del mitico Yah Eliyahu, il «tempio» dove il Maccabi ha celebrato i suoi tantissimi fasti. I biancoverdi scendono in campo al gran completo, decisi a confermare quanto di fruttifero hanno raccolto nell'esordio in Eurolega contro i lituani dello Zalgiris.
Altri avversari, stasera, e condizioni ambientali completamente diverse.
«Sì, è la nostra prima trasferta in Eurolega — ci dice Ataman — e per di più giochiamo nel palasport che forse raccoglie in Europa il maggior numero costante di spettatori. Ma non dovranno essere questi fattori a far decidere la partita».
Dove saranno i nodi da sciogliere?
«Su alcuni punti nevralgici del campo. A noi ci manca Stefanov, un giocatore importante, che sa dettare il ritmo della squadra, decidendo se 'congelare' o far aumentare il ritmo, con grande personalità. Il Maccabi sicuramente vorrà farsi valere dove è più forte».
Ovvero?
«Tre, in particolare, i giocatori israeliani che potranno metterci in difficoltà. Il lungo Vujcic è molto mobile e veloce, ed ha anche un buon tiro lontano da canestro. Per Chiacig ci sarà molto da soffrire. Lewis, poi, è un '3' anche lui molto veloce e preciso, e poi l'altro americano Goree, ala forte piuttosto potente».
La difesa mensanina è dunque attesa da un superlavoro...
«Sì, ma non basterà per vincere la partita. Il Maccabi, soprattutto in casa, è abituato ad un gioco molto veloce, ed il nostro compito primario sarà quello di abbassare il ritmo. Ma poi dovremo avere una selezione impeccabile al tiro». Gran lavoro, dunque sotto canestro per i totem mensanini Chiacig e Turkcan, cui dovrà essere unita anche una serata particolarmente felice da parte di Ford, Zukauskas e Vukcevic in attacco. L'evento è atteso con grande attenzione a Tel Aviv. Anche perchè il Maccabi con il suo palmares è il fiore all'occhiello dello sport israeliano. Già all'aeroporto Ben Gurion la tv era ad attendere la Montepaschi, il cui pullman è stato scortato da un'auto della polizia fino all'albergo Sheraton. Qui la vigilanza armata è anche aumentata, ma c'era un motivo particolare perchè l'edificio fosse così sotto stretta sorveglianza: ad attendere l'ascensore infatti abbiamo incontrato Nethanyau, l'esponente politico israeliano guardato a vista dalle guardie del corpo.
Patrizio Forci
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