PESARO – Prossimamente su questo schermo (il Bpa Palas di Pesaro). A rinverdire le fantasmagoriche gesta dell’eroico “Robocop" hollywoodiano, ci penserà domenica pomeriggio l’inedito e sorprendente… “Robocoach" di Trieste. Parliamo del marchigiano Cesare Pancotto, che a dispetto del cognome e dell’aspetto mite e bonario, pare si sia trasformato quest’anno in un inquietante terminale semielettronico, una sorta di digitale E-coach, collegato – non sappiamo se con i fili oppure “wireless" – ad un computer costantemente appoggiato sulle ginocchia del suo vice. Si favoleggia infatti di un software appositamente escogitato per il basket, assolutamente innovativo rispetto alle statistiche che i computer della lega sfornano dopo ogni quarto di gioco. Non a caso il programma si chiama “Motion Stat", ovvero statistiche “in movimento", in contrapposizione a quelle “statiche" che siamo abituati a conoscere. Che significa in pratica? Significa che il “Robocoach" triestino è in grado di sapere in tempo reale, ad esempio, quale sia il quintetto più redditizio e dunque da schierare in ogni momento della partita, quali giocatori “producano" di più contro una determinata difesa, quale sia lo schema più “utile" in ogni fase della gara e molto altro ancora. Addirittura ogni metro quadrato del parquet viene “mappato" e monitorato, quindi elaborato in cifre assolute e percentuali: sta a vedere che di questo passo ai giocatori friulani toccherà infilare una ricetrasmittente nell’orecchio per sapere con scientifica precisione da quale parte passare la palla.
Ma se i puristi, gli “idealisti", gli istintivi ed i naif staranno inorridendo di fronte a questo taylorismo tecnologico applicato al basket, bisogna dire che i risultati delle prime cinque giornate di campionato stanno dando ragione all’immaginifico Pancotto, che tanto per dare a Cesare quel ch’è di Cesare, computer a parte è già bravo di suo. Quattro vittorie e un brillante secondo posto in classifica, a due passi, anzi ad un solo canestro, dalla Benetton, che domenica scorsa ha vinto di appena due lunghezze a Milano. Trieste ha invece battuto Livorno, e prima ancora Skipper, Varese e Fabriano (tutte e tre con oltre 12 punti di margine) arrendendosi soltanto al Montepaschi (-17). La squadra di Pancotto è la seconda forza del campionato anche nei punti segnati, nella percentuale da tre e nella valutazione. E inoltre, viste certe prodigiose rimonte degli ultimi minuti, dopo la calcistica “zona Cesarini" qualcuno ha cominciato a parlare di una “zona Cesare" nella pallacanestro (anche se l’altra sera la squadra ha invece perso sul filo di lana, per un canestro di differenza, la gara d’esordio dell’Uleb Cup con i tedeschi di Colonia). C’entrerà qualcosa anche in questi casi il famoso supercomputer di Pancotto? Difficile asserirlo con sicurezza, ma nel dubbio, in vista della sfida di domenica, si potrebbe consigliare allo staff tecnico della Scavolini di reclutare qualche valido “hacker" armato di potenti e nuovissimi virus…
Giancarlo Iacchini
Ma se i puristi, gli “idealisti", gli istintivi ed i naif staranno inorridendo di fronte a questo taylorismo tecnologico applicato al basket, bisogna dire che i risultati delle prime cinque giornate di campionato stanno dando ragione all’immaginifico Pancotto, che tanto per dare a Cesare quel ch’è di Cesare, computer a parte è già bravo di suo. Quattro vittorie e un brillante secondo posto in classifica, a due passi, anzi ad un solo canestro, dalla Benetton, che domenica scorsa ha vinto di appena due lunghezze a Milano. Trieste ha invece battuto Livorno, e prima ancora Skipper, Varese e Fabriano (tutte e tre con oltre 12 punti di margine) arrendendosi soltanto al Montepaschi (-17). La squadra di Pancotto è la seconda forza del campionato anche nei punti segnati, nella percentuale da tre e nella valutazione. E inoltre, viste certe prodigiose rimonte degli ultimi minuti, dopo la calcistica “zona Cesarini" qualcuno ha cominciato a parlare di una “zona Cesare" nella pallacanestro (anche se l’altra sera la squadra ha invece perso sul filo di lana, per un canestro di differenza, la gara d’esordio dell’Uleb Cup con i tedeschi di Colonia). C’entrerà qualcosa anche in questi casi il famoso supercomputer di Pancotto? Difficile asserirlo con sicurezza, ma nel dubbio, in vista della sfida di domenica, si potrebbe consigliare allo staff tecnico della Scavolini di reclutare qualche valido “hacker" armato di potenti e nuovissimi virus…
Giancarlo Iacchini