TEL AVIV — La partita? Iniziata già un'ora prima delle 21, all'esterno del mitico Tel Aviv Sports Palace. Quando il pullman con i giocatori della Montepaschi è arrivato di fronte, c'era già una rumorosa rappresentanza di ultra del Maccabi. Inevitabile e prevista, del resto, visto che la squadra è il fiore all'occhiello dello sport israeliano, con tre Coppe dei Campioni, una Coppa Internazionale e 42 scudetti in bacheca. Rumorosa e colorita la tifoseria del Maccabi, rigorosamente con shirts, sciarpe, bandiere gialloblù. Gli stessi colori delle 10mila poltroncine del palazzo. All'ingresso degli spogliatoi, un personaggio popolarissimo per la tifoseria gialloblù, un ultra ormai anziano, con la feluca come Totò, che cercava di incutere timore ai biancoverdi suonando e stonando con una tromba.
All'interno, tanti giovanissimi tifosi che facevano risuonare a ritmo forsennato i tamburi, giovanissime cheers al centro del campo a ballare le hits più recenti, due maxischermo che proponevano momenti di gloria — e non c'era davvero che l'imbarazzo della scelta — del Maccabi. Tutto questo, insieme a un acre e quasi asfissiante odore di pop corn, il prologo della sfida che ha rappresentato l'esordio casalingo del Maccabi in Eurolega e il primo esame di maturità per la Montepaschi, debuttante nella manifestazione.
P.F.
All'interno, tanti giovanissimi tifosi che facevano risuonare a ritmo forsennato i tamburi, giovanissime cheers al centro del campo a ballare le hits più recenti, due maxischermo che proponevano momenti di gloria — e non c'era davvero che l'imbarazzo della scelta — del Maccabi. Tutto questo, insieme a un acre e quasi asfissiante odore di pop corn, il prologo della sfida che ha rappresentato l'esordio casalingo del Maccabi in Eurolega e il primo esame di maturità per la Montepaschi, debuttante nella manifestazione.
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