TEL AVIV — Fisicamente, German Scarone è in Israele, insieme alla Montepaschi. Il play recuperato dopo il disgraziato infortunio di oltre due anni fa si sforza di pensare solo al presente, al servizio di sua maestà Ergin Ataman, ma la sua terra promessa pare proprio che sia Bologna, sponda Virtus, perchè il suo stimatore Tanjevic ha proprio tanto bisogno di lui. Scarone però non ci vuole pensare, ancora.
«A Bologna? Se fosse vero, sarebbe davvero l'opportunità per giocare in una grande squadra. Ma io sono ancora della Mens Sana, non ho firmato nessun nuovo contratto, e non farò niente senza il consenso di Siena».
Sono passati oltre due anni da quel 22 luglio 2000 quando con la maglia azzurra subisti quel fallo intenzionale dallo jugoslavo Gurovic che ti ha segnato la carriera. Che cosa è cambiato da allora?
«Ho capito che non bisogna guardare lontano, ma che si deve vivere giorno dopo giorno. L'obiettivo è diventato tornare a posto fisicamente, e poi giocare. Il passo successivo sarà quello di poter fare la differenza, ovvero ciò che potevo essere prima dell'infortunio».
Qualche rammarico?
«Quello di non aver potuto dimostrare a Siena quello che avrei potuto fare, ricompensando gli sforzi che la Montepaschi e il gm Minucci avevano fatto per farmi indossare la maglia biancoverde. Il primo anno è stato di grande sofferenza, e solo dopo l'intervento chirurgico tutti hanno capito che il problema era serio davvero».
E ora?
«Ora sto bene. Il tono muscolare è quasi a posto, mi manca l'esplosività e la rapidità, e l'unica medicina è quella di giocare».
Una panacea però che Scarone difficilmente troverà a Siena, ma molto più realisticamente a Bologna. Lo ha detto anche Ataman alla vigilia della sfida con il Maccabi: «La prossima settimana Stefanov rientra dall'infortunio e Scarone sarà a Bologna: non vogliamo pregiudicargli di giocare in Eurolega con la nuova maglia». Ma su questo il play di origine argentina glissa.
L'operazione-fiducia è nella sua fase concreta?
«Sì, e mi ha dato grande soddisfazione che il ct Recalcati mi abbia richiamato in Nazionale. E' la cosa più bella che mi sia capitata ultimamente».
Ventisette anni, carattere forte, reintegrato nel fisico: cosa ti aspetti?
«Sono nella piena maturità, spero di poter giocare ancora tanti anni».
Molto probabilmente, contro Siena. Quasi tre anni con la maglia biancoverde, ma purtroppo poche le occasioni in cui hai potuto indossarla.
«E' vero. Sono state di più le occasioni in cui ho dimostrato il mio valore giocandoci contro. Ed ho anche il rammarico di non essere stato presente alla vittoria in Coppa Saporta».
Venendo a Siena, hai scelto tu di mettere il numero 13 nella maglia. Non ti ha portato fortuna...
«Purtroppo è vero».
E se cambierai società?
«Lo cambierò, puoi esserne certo»
Patrizio Forci
«A Bologna? Se fosse vero, sarebbe davvero l'opportunità per giocare in una grande squadra. Ma io sono ancora della Mens Sana, non ho firmato nessun nuovo contratto, e non farò niente senza il consenso di Siena».
Sono passati oltre due anni da quel 22 luglio 2000 quando con la maglia azzurra subisti quel fallo intenzionale dallo jugoslavo Gurovic che ti ha segnato la carriera. Che cosa è cambiato da allora?
«Ho capito che non bisogna guardare lontano, ma che si deve vivere giorno dopo giorno. L'obiettivo è diventato tornare a posto fisicamente, e poi giocare. Il passo successivo sarà quello di poter fare la differenza, ovvero ciò che potevo essere prima dell'infortunio».
Qualche rammarico?
«Quello di non aver potuto dimostrare a Siena quello che avrei potuto fare, ricompensando gli sforzi che la Montepaschi e il gm Minucci avevano fatto per farmi indossare la maglia biancoverde. Il primo anno è stato di grande sofferenza, e solo dopo l'intervento chirurgico tutti hanno capito che il problema era serio davvero».
E ora?
«Ora sto bene. Il tono muscolare è quasi a posto, mi manca l'esplosività e la rapidità, e l'unica medicina è quella di giocare».
Una panacea però che Scarone difficilmente troverà a Siena, ma molto più realisticamente a Bologna. Lo ha detto anche Ataman alla vigilia della sfida con il Maccabi: «La prossima settimana Stefanov rientra dall'infortunio e Scarone sarà a Bologna: non vogliamo pregiudicargli di giocare in Eurolega con la nuova maglia». Ma su questo il play di origine argentina glissa.
L'operazione-fiducia è nella sua fase concreta?
«Sì, e mi ha dato grande soddisfazione che il ct Recalcati mi abbia richiamato in Nazionale. E' la cosa più bella che mi sia capitata ultimamente».
Ventisette anni, carattere forte, reintegrato nel fisico: cosa ti aspetti?
«Sono nella piena maturità, spero di poter giocare ancora tanti anni».
Molto probabilmente, contro Siena. Quasi tre anni con la maglia biancoverde, ma purtroppo poche le occasioni in cui hai potuto indossarla.
«E' vero. Sono state di più le occasioni in cui ho dimostrato il mio valore giocandoci contro. Ed ho anche il rammarico di non essere stato presente alla vittoria in Coppa Saporta».
Venendo a Siena, hai scelto tu di mettere il numero 13 nella maglia. Non ti ha portato fortuna...
«Purtroppo è vero».
E se cambierai società?
«Lo cambierò, puoi esserne certo»
Patrizio Forci