La Fillattice si è data una chance. Vincendo a Fabriano i biancorossi hanno dimezzato lo svantaggio su Milano, che ha lottato ma (fortunatamente) è stata battuta a domicilio dalla Kinder. Tra questa sera e domenica, Imola può completare l'opera al PalaCattani, dove nel giro di quattro giorni arriveranno Biella e Varese, due squadre che non hanno particolari problemi di classifica.
Questa sera (palla due ore 20.30), però, la Fillattice dovrà superare lo scoglio più insidioso. La Lauretana, infatti, è in salute, ha appena battuto la Scavolini e sta insidiando il nono posto di Fabriano. Guidata dal fortissimo trio di esterni formato da Dixon, Belcher e dal solito Niccolai, la neopromossa piemontese ha saputo disputare un campionato di tutto rispetto, anche perché sotto canestro coach Ramagli può contare su giocatori solidi e affidabili come Lacey, Batiste e i cambi Rankin e Bougaieff. L'altro giocatore importanti, negli equilibri della Lauretana è l'azzurro Soragna, grande difensore e giocatore capace di ricoprire tre ruoli. «Non ho mai smesso di crederci — dice un concentratissimo Andrea Mazzon — dobbiamo continuare così, senza mai mollare, affrontando partita dopo partita. Biella? E' una buona squadra, che può contare su sei stranieri di livello: per batterli dovremo dare il cento per cento».
Il coach della Fillattice a Fabriano ha rivoluzionato il quintetto, inserendo Savio di fianco a Gray, insieme a Fazzi, Bailey e Ambrassa. E il rendimento di questi cinque, insieme a quello di Shane Heal (nella foto), autore di 26 punti, dodici dei quali segnati negli ultimi tre minuti, è stato determinante. «Faccio sempre giocare chi si allena meglio, chi è più pronto e chi sta meglio — continua Mazzon — anche oggi (ieri, ndr) Moltedo ha un problema alla schiena... Spero che tutti si rendano conto che adesso bisogna dare tutto in campo, a costo di giocare zoppi. Respert? Non l'ho schierato perché Heal stava giocando benissimo, Bailey ha difeso alla grande su Monroe e Fazzi ha fatto ciò che gli chiedevo. Del resto ho tre play e non è facile trovare spazio per tutti. Sono contento che Heal abbia avuto il coraggio di prendere gli ultimi tiri e che la palla sia sempre andata agli uomini giusti, a differenza di altre volte».
Federico Boschi
Questa sera (palla due ore 20.30), però, la Fillattice dovrà superare lo scoglio più insidioso. La Lauretana, infatti, è in salute, ha appena battuto la Scavolini e sta insidiando il nono posto di Fabriano. Guidata dal fortissimo trio di esterni formato da Dixon, Belcher e dal solito Niccolai, la neopromossa piemontese ha saputo disputare un campionato di tutto rispetto, anche perché sotto canestro coach Ramagli può contare su giocatori solidi e affidabili come Lacey, Batiste e i cambi Rankin e Bougaieff. L'altro giocatore importanti, negli equilibri della Lauretana è l'azzurro Soragna, grande difensore e giocatore capace di ricoprire tre ruoli. «Non ho mai smesso di crederci — dice un concentratissimo Andrea Mazzon — dobbiamo continuare così, senza mai mollare, affrontando partita dopo partita. Biella? E' una buona squadra, che può contare su sei stranieri di livello: per batterli dovremo dare il cento per cento».
Il coach della Fillattice a Fabriano ha rivoluzionato il quintetto, inserendo Savio di fianco a Gray, insieme a Fazzi, Bailey e Ambrassa. E il rendimento di questi cinque, insieme a quello di Shane Heal (nella foto), autore di 26 punti, dodici dei quali segnati negli ultimi tre minuti, è stato determinante. «Faccio sempre giocare chi si allena meglio, chi è più pronto e chi sta meglio — continua Mazzon — anche oggi (ieri, ndr) Moltedo ha un problema alla schiena... Spero che tutti si rendano conto che adesso bisogna dare tutto in campo, a costo di giocare zoppi. Respert? Non l'ho schierato perché Heal stava giocando benissimo, Bailey ha difeso alla grande su Monroe e Fazzi ha fatto ciò che gli chiedevo. Del resto ho tre play e non è facile trovare spazio per tutti. Sono contento che Heal abbia avuto il coraggio di prendere gli ultimi tiri e che la palla sia sempre andata agli uomini giusti, a differenza di altre volte».
Federico Boschi
Fonte: Il Resto del Carlino