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Euro: parla Moltedo

Il punto della situazione del miglior realizzatore del Roseto

ROSETO - A vedere Juan Manuel Moltedo, uruguaiano di Montevideo, classe 1974, nessuno direbbe che si tratta di un latino-americano. Camminata tranquilla, aria stralunata, atteggiamento più simile a quello "freddo" per eccellenza di Teemu Rannikko che a quello di un sudamericano "caliente". Anche se poi, caliente, Moltedo lo diventa in campo, dove è il migliore dei rosetani finora per media punti realizzata in campionato (16,2), giocando 26,4 minuti e tirando da 2 con il 58,8%, da 3 con il 43,3% e dalla lunetta con l'81,5%, anche se il torneo è appena iniziato e le cifre lasciano il tempo che trovano. Lo abbiamo sentito, poche ore dopo il ritorno da Valencia, per fare con lui il punto della situazione.
Juan, innanzitutto la domanda d'obbligo: ma cosa vi è successo a Valencia?
E' successo che abbiamo perso in malo modo contro una squadra che è comunque più forte di noi. Questo però non giustifica il nostro atteggiamento svagato e rinunciatario. Non abbiamo giocato come abbiamo dimostrato di saper fare a Bologna o a Roma.
Un successo che vi ha depresso molto?
Guarda, anche a costo di essere criticato, io dico che questa sconfitta può anche essere stata utile. Utile se serve a riportarci con i piedi per terra. Utile se ci fa tornare umili e concentrati sugli impegni che ci attendono.
Coach Phil Melillo si è arrabbiato moltissimo ...
Ha fatto bene, facendo suonare per tutti un campanello d'allarme. Sia chiaro, noi non siamo da scudetto, ma non siamo neanche quelli che prendono 30 punti. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio.
Dovete tornare ad essere una squadra "operaia"?
E perché mai. Mica Roseto deve restare squadra "operaia" per sempre. Prendi Siena: mai come quest'anno, dopo diversi anni che ci prova, può giocare fino in fondo per traguardi importantissimi. Roseto sta facendo un percorso di crescita e, con umiltà, potrà fare cose egregie.
E tu come ti trovi a Roseto?
Splendidamente. Per i rosetani il basket forse non è tutto, ma è molto e io sono contento di giocare in un posto dove se perdi in casa i tifosi ci stanno male una settimana e te lo dicono. Capisci che non puoi mai perdere in casa!.
Moltedo super nel Roseto come "sesto uomo di lusso"?
Piano con il "super". Fare il sesto uomo è una rogna, perché quando entri spesso è perché devi cambiare qualcosa che non va. Io dico che ce la metto tutta e questo ruolo di sesto uomo che gioca molti minuti mi sta bene, perché conta chi finisce la gara, non chi la inizia. Ma dico che il vero sesto uomo Roseto ce l'ha da sempre: i tifosi. E mai come in questo momento, con tre gare interne consecutive importantissime, abbiamo bisogno che siano loro, come sempre, a scendere in campo con noi.
Luca Maggitti
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