PESARO — In questo caso chi ha compilato i calendari ha avuto pietà per la Viola, mandandola stasera a Pesaro e domenica a Fabriano: «Un po' di buon senso, stiamo andando su e giù come le trottole per l'Italia, è un massacro — sorride paròn Zorzi —. Da Varese siamo tornati a casa il giorno di Pasqua alle quattro del pomeriggio con le mogli dei giocatori che ci aspettavano incazzatissime perché era saltato il pranzo con la famiglia».
La prende con filosofia il nocchiero di Reggio Calabria ma l'ultimo turno gli ha tolto un po' di buon umore: la sconfitta con Avellino e la vittoria di Imola a Fabriano hanno riaperto i giochi per la salvezza: «Non ci siamo mai sentiti in salvo e le ultime sei gare saranno degli spareggi per noi. Purtroppo martedì è stata una di quelle tipiche serate in cui, contento di quello che hai combinato la partita prima, scendi in campo rilassato. Invece abbiamo sbagliato proprio atteggiamento e Avellino ha disputato un'ottima partita, con quell'Hafnar lì che non fanno mai giocare e che invece ce ne ha fatti 28».
Il campionato non è ancora concluso ma c'è già la fila per Delfino, non è così?
«Sì, ma non bisogna dimenticare che è ancora un ragazzo, ha 19 anni. Finora aveva fatto bene una cosa alla volta: una sera prendeva 10 rimbalzi, un'altra ha fatto 14/14 ai tiri liberi, un'altra ancora ha recuperato una marea di palloni. A Varese ha messo tutto insieme disputando una partita super, poi contro Avellino non ha combinato nulla. Ha talento e fisico, questo sì».
Rispetto a Ginobìli come lo colloca?
«Gino è più inventivo, Delfino ha più fisico. Voglio dire, gioca indifferentemente guardia e ala piccola ma se glielo chiedo può marcarmi anche i numeri 4 e stopparli. Prima che arrivasse Mazzarino giocava anche play, ora non più, è meglio».
A proposito di arrivi e partenze che ne pensa di questo campionato?
«Che le porte girevoli possono essere positive o negative, dipende. Noi abbiamo costruito coi resti degli altri cammin facendo e non sempre potevamo scegliere quelli che si adattavano meglio alle caratteristiche di chi era già sullo Stretto. Abbiamo preso quello che c'era, finchè il mercato sarà aperto sarà così».
Pesaro, a più alti livelli, è ugualmente altalenante: cosa si aspetta?
«Spero che scenda in campo la versione peggiore. Ma capisco che l'impegno di Eurolega è una brutta bestia».
Quante chances si dà di espugnare il Bpa?
«Devo essere onesto: dipende dalla Scavolini, sono loro che daranno l'impronta al match e se decidono di giocare non ne avremo molte».
Elisabetta Ferri
La prende con filosofia il nocchiero di Reggio Calabria ma l'ultimo turno gli ha tolto un po' di buon umore: la sconfitta con Avellino e la vittoria di Imola a Fabriano hanno riaperto i giochi per la salvezza: «Non ci siamo mai sentiti in salvo e le ultime sei gare saranno degli spareggi per noi. Purtroppo martedì è stata una di quelle tipiche serate in cui, contento di quello che hai combinato la partita prima, scendi in campo rilassato. Invece abbiamo sbagliato proprio atteggiamento e Avellino ha disputato un'ottima partita, con quell'Hafnar lì che non fanno mai giocare e che invece ce ne ha fatti 28».
Il campionato non è ancora concluso ma c'è già la fila per Delfino, non è così?
«Sì, ma non bisogna dimenticare che è ancora un ragazzo, ha 19 anni. Finora aveva fatto bene una cosa alla volta: una sera prendeva 10 rimbalzi, un'altra ha fatto 14/14 ai tiri liberi, un'altra ancora ha recuperato una marea di palloni. A Varese ha messo tutto insieme disputando una partita super, poi contro Avellino non ha combinato nulla. Ha talento e fisico, questo sì».
Rispetto a Ginobìli come lo colloca?
«Gino è più inventivo, Delfino ha più fisico. Voglio dire, gioca indifferentemente guardia e ala piccola ma se glielo chiedo può marcarmi anche i numeri 4 e stopparli. Prima che arrivasse Mazzarino giocava anche play, ora non più, è meglio».
A proposito di arrivi e partenze che ne pensa di questo campionato?
«Che le porte girevoli possono essere positive o negative, dipende. Noi abbiamo costruito coi resti degli altri cammin facendo e non sempre potevamo scegliere quelli che si adattavano meglio alle caratteristiche di chi era già sullo Stretto. Abbiamo preso quello che c'era, finchè il mercato sarà aperto sarà così».
Pesaro, a più alti livelli, è ugualmente altalenante: cosa si aspetta?
«Spero che scenda in campo la versione peggiore. Ma capisco che l'impegno di Eurolega è una brutta bestia».
Quante chances si dà di espugnare il Bpa?
«Devo essere onesto: dipende dalla Scavolini, sono loro che daranno l'impronta al match e se decidono di giocare non ne avremo molte».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino