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Lauretana, la prima vittoria

Biella espugna Udine e aggrava la crisi Snaidero

L'avevano giocata mille volte Snaidero - Lauretana, i giganti un po' tristi di Ramagli. Durante gli allenamenti della settimana, seduti sul pullman mentre andavano a Udine, coricati nel letto dell'Astoria in attesa del
sonno. E poi pochi istanti prima della palla a due,
quando gli occhi erano cupi e brillanti insieme, irresistibile frullato di tremarella e orgoglio. Sapevano di non poter perdere contro l'unica altra squadra a zero punti del campionato, perché altrimenti sai che fatica tornare a casa e convincersi che la prossima volta sarà più facile (anche
perché sabato sera, a Biella, arriva Cantù). Tornare in palestra e ricominciare. Ritornare da ultimi e provare a pensare da primi. Brutto
fardello, brutto davvero. Ma non è cosa che riguardi la Lauretana, ormai. Ieri sera al PalaCarnera i due punti più importanti del mondo sono infatti stati suoi: 66-68, Snaidero contestata e successo rossoblu bagnato, festeggiato e impreziosito dalle lacrime del presidente Savio. Anche lui probabilmente la partita fra chi non era mai riuscita a vincere l'aveva già giocata mille volte, e come tutti gli altri sapeva che sarebbe finita punto a punto (con molte cose da rivedere, però mai come stavolta l'importante non era partecipare). I particolari, quelli no, si sono materializzati strada facendo. A partire da Bougaieff che ha sostituito nel quintetto di partenza Michelori. Per proseguire con il primo quarto mostruoso (finito 12-21) di Di Bella, aiutato sotto canestro da un Sales finalmente vero:
il play ha fatto fare una brutta figura a Mulaomerovic, campione d'Europa in carica in quanto ex del Panathinaikos: il leit-motiv, seppur con qualche pausa, è poi proseguito per tutta la partita. I tempi giusti sono sempre stati i suoi, mica quelli dell'avversario con il nome importante e il curriculum d'oro, che si è visto staccare i fili ed è apparso un elemento scollegato da tutto il resto della squadra. Che, di conseguenza, non ha giocato da squadra. A proposito di Di Bella, uno che è alto come ogni altro cristiano medio di questo mondo, nel secondo quarto, sul 22-28 e dopo il massimo vantaggio della partita (+11 sul 12-23), ha rubato un
pallone a Alexander (ala-centro grosso il doppio di lui) ed è andato a schiacciare. Come se il gigante fosse lui. Anzi, a ben pensare il gigante di questa squadra è proprio lui. Poi c'è stato un calo, complici gli esterni che facevano il loro dovere (magistrale Soragna), ma i lunghi un po' meno, e si è arrivati al primo vantaggio della Snaidero: 45-43 al 26' con canestro di Stern. Li Vecchi ha iniziato a far molto male alla difesa di Biella, proprio mentre Thomas - a cui faceva altrettanto male la coscia,
causa tremenda botta - infilava altri 9 punti con percentuali, diciamo così, da affinare (alla fine 24 punti, ma con 25 tiri...). E mentre Soragna dimostrava di essere pure un grande attaccante quando vuole (15 punti,
partita da incorniciare), Jaacks di essere ancora un fantasma, Carraretto e Michelori di poter e dovere migliorare, l'incontro si è trascinato in maniera incerta fino alla fine. Al 30' il tabellone diceva 50-51, poco più tardi 66-61 per la Snaidero con un Alexander che la metteva da ogni parte del campo (soprattutto dai 6.25), marcato piuttosto largo. Poi Biella ha recuperato, ha fatto 7-0 (Thomas, Di Bella, Michelori e Sales dalla lunetta 1/2), e sul 66-68, a 2" dalla fine di tutto, Mulaomerovic si è fiondato in attacco, ma il pallone gli è scappato di mano. Ah, già, non gli è scappato da solo. Gliel'ha toccato Di Bella.
Alessandro Alciato
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