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Trieste si ferma a un tiro dall’impresa

I giuliani raggiunti a 29” dalla sirena e dopo il pareggio la Scavolini trova la volata vincente

PESARO A un tiro dall’impresa. Trieste viene raggiunta a 29’’ dalla sirena e dal pareggio Pesaro trova la catapulta che la lancia a dominare l’«overtime». I triestini tengono in mano superbamente gran parte della gara un match fatto di nervi, di predominio delle difese, di tiri sbagliati e palloni buttati. I biancorossi ospiti agguantano per l’ennesima volta la partita a 3’40’’ dalla fine. Casoli ed Erdmann fanno deflagrare due bombe nel giro di 33’’ e un altro sorpasso è perfezionato, dal 66-63 per i marchigiani al 66-69.
Un altro colpaccio nelle Marche. Dopo quello di Fabriano, pare vicino. Stavolta nel nuovo Palas, il più bel palasport d’Italia, in casa di una società blasonata che quest’anno vanta il record di abbonati. Un’occasione storica perché oltretutto Trieste non vince a Pesaro da nove anni, dall’era Stefanel, un modo eccezionale oltretutto per festeggiare presumibilmente domenica in casa con Reggio Calabria il nuovo sponsor. Roberson e Sy confezionano un contropiede da leccarsi i baffi. Quattro sono le lunghezze di vantaggio, mentre il pubblico della curva si precipita a bordo parquet in una bolgia di pressione sugli arbitri.
Dopo un’intera gara in cui la Scavolini ha giocato tra «ciapanò» con medie risibili, Norm Richardson, guardia di 23 anni, si erge a castigamatti. Piazza tre bombe in sequenza, sparando anche da otto metri e con l’uomo addosso. Dopo il 70-71, insacca il 73-74 e quindi raggiunge il pareggio sul 76-76. A questo punto mancano solo 29’’ alla fine e il sogno alabardato pare spezzato. Casoli commette infrazione di passi a 8’’ dalla sirena, ma la Scavolini non sfrutta l’ultimo pallone.
Il supplementare non ha storia, Trieste si prende l’ultimo effimero vantaggio con due liberi di Sy su 78-79, poi con Erdmann, Podestà e lo stesso Sy fuori per falli alza bandiera bianca mentre anche Cavaliero si infortuna e deve uscire. Maric sbaglia anche le bombe della disperazione che di solito gli entrano e i biancorossi raccolgono la seconda sconfitta dopo quella di Siena.
Trieste paga così cara alcuni episodi e le fanno ritorcere contro la ormai ex «zona Cesarone». Con una certa stanchezza accumulata anche martedì in Coppa contro Colonia, non riesce a tener alta la soglia dell’attenzione e infatti conclude con 21 palloni buttati via contro i 16 degli avversari, ma anche con otto tiri liberi sbagliati su 24 tentati e con una media di tiro dal campo del 41% che è tutt’altro che eccezionale. Alla fine viene al pettine il nodo di una scarsa prolificità dei lunghi nonostante la battaglia ai rimbalzi finisca pressoché in parità. Casoli infatti segna gran parte del suo bottino dalla distanza, mentre Kelecevic, Podestà e Camata tutti assieme non incidono quanto sull’altro versante il solito Mc Ghee. Tutto il gioco dunque finisce per pesare sugli esterni e in conclusione manda il motore fuori giri.
Ma non mancano certo i segnali positivi. Roberson che concluderà con 17 punti, in alcuni frangenti è eccezionale quando riesce a dare il meglio di sé contemporaneamente in attacco frustando la retina e in difesa frenando e innervosendo Beric, l’unica fonte di gioco dei primi tre quarti di gara pesaresi costringendolo anche ben presto a caricarsi di falli. E improvvisamente poi diventa fulcro delle azioni biancorossi Ismaila Sy che abbandona quella sindrome del «braccino» che li faceva effettuare solo tiri corti. Manda a segno missili va in penetrazione, addirittura cambia ritmo alla contesa.
In questo modo Trieste prende il comando del match dopo essere finita sotto nel primo quarto anche di 7 punti sul 16-9 con una bomba di Malaventura. Roberson ed Erdmann scaldano le mani e un missile Terrance porta per la prima volta gli ospiti in vantaggio sul 17-18 dopo 11’20’’ di gara. Un miracolo Sy riesce addirittura a prendere un rimbalzo e a trasformarlo in canestro e riporta così Trieste in parità sul 28-28. Poi è Podestà che effettua un altro sorpasso a poco meno di 3’ dall’intervallo. In questo frangente Roberson annulla Beric e Trieste prende il volo. Va al riposo cinque punti avanti e con una bomba di Casoli a metà del terzo quarto raggiunge il massimo vantaggio, nove punti, sul 36-45.
Pancotto attua qui l’unica mossa che si rivela controproducente, lasciando agire per lunghi minuti Sy da playmaker. Ma il francese da quella posizione è meno ficcante e il gioco ristagna. Pesaro così sul 48-48 con un libero del triestino Pecile corona una rimonta inattesa. A questo punto qualsiasi squadretta sul campo della Scavolini si sarebbe arresa. Non la Pallacanestro Trieste che ritrova fiato e spinte e con una bomba di Maric torna addirittura sei punti avanti 9’ dalla fine. Poi si procede sull’orlo del burrone sino al supplementare. A cadere giù è Trieste, ma non si fa quasi nulla, pronta com’è per la trasferta di coppa in Francia di domani.
Silvio Maranzana
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