Finchè si continua a guardare tutti dall'alto in basso, niente da dire. Ovvio che un tantino di sofferenza in meno non guasterebbe ma, va aggiunto, con questa Benetton ci siano tutti abituati troppo bene. E comunque notiamo che l'ex Kinder ha perso a Fabriano e Livorno.
E, poi, la Fortitudo ha perso con Roseto: non stupiamoci se una Pompea con in quintetto un buon pivot e tre americani, ed un quarto in panchina, faccia soffrire i campioni d'Italia privi di uno straniero. «Credo che senza Langdon abbiamo giocato abbastanza bene», è l'opinione di Denis Marconato, «uno dei pregi di questa squadra è che riesce a venir fuori da qualsiasi situazione difficile, anche se, chiaro, bisognerebbe evitare di caderci, come a Istanbul. Io, però, ho fiducia: negli allenamenti vedo maggiore intensità e concentrazione, Messina è stato bravo a non pretendere di cambiare tutto, anche se ha dato la sua precisa impronta al gioco».
L'impronta la dai anche tu, se vai in doppia cifra a punti e rimbalzi come l'altra sera. Di chi è il merito principale?
«Un po' di tutti, mio e della squadra. Il basket, che facciamo quest'anno, è più coinvolgente, direi più ordinato, mentre l'anno scorso chi era libero doveva tirare. Ettore dice che, se la palla arriva sotto canestro, e poi esce, la difesa avversaria si muove e si aprono maggiori varchi per tutti».
Dunque ci voleva Messina per farti giocare bene.
«Facciamo che sono in un buon momento di forma, ma non dico altro (e qui Denis ha fatto gli scongiuri..., ndr)».
Dicci allora qualcosa su questa trasferta di Berlino.
«Noi in Turchia abbiamo perso due punti fondamentali, che potevamo tranquillamente portare a casa. In Germania sarà sicuramente un'altra storia, non possiamo regalare nulla».
Come con Napoli, avrete la pressione addosso.
«Contro l'Alba dovremo capire la lezione dell'Efes: bisognerà solo pensare a fare il nostro basket".
Meglio che controlli la solidità dei canestri tedeschi...
«Se capita, schiaccio e ne spacco un altro: non sono mica tanto convinto che quell'interruzione ci abbia danneggiato...».
In Germania sono avvertiti. Nessuno invece, domenica sera, aveva avvertito Ricky Pittis che quel suo tiro da fuori era stato considerato da tre. «Ma infatti ero convinto che fosse da due», si stupisce il capitano, «allora come si fa a parlare male degli arbitri, visto che mi hanno regalato un punto?.. Ad ogni modo va bene così, anche se abbiamo vinto soffrendo e faticando».
Ogni tanto vi fa bene evitare la solita passeggiata.
«Certo. Ma non dimentichiamo che Napoli è una discreta squadra piena di americani, forte fisicamente, gioca così come capita e quindi non è stato facile».
Ad Istanbul avete lasciato un po' di pressione difensiva?
«In effetti non dovremmo concedere 92 punti a nessuno, però non credo che sia stato dovuto alla gara in Turchia, piuttosto ad un nostro piccolo calo di concentrazione, che comunque ritroveremo immediatamente. Anche noi in fondo siamo degli esseri umani».
Quanto vi è mancato Langdon?
«Un cambio in più fa sempre comodo, ma sto notando che Markoishvili sta crescendo bene, se penso che ha appena 16 anni».
Silvano Focarelli
E, poi, la Fortitudo ha perso con Roseto: non stupiamoci se una Pompea con in quintetto un buon pivot e tre americani, ed un quarto in panchina, faccia soffrire i campioni d'Italia privi di uno straniero. «Credo che senza Langdon abbiamo giocato abbastanza bene», è l'opinione di Denis Marconato, «uno dei pregi di questa squadra è che riesce a venir fuori da qualsiasi situazione difficile, anche se, chiaro, bisognerebbe evitare di caderci, come a Istanbul. Io, però, ho fiducia: negli allenamenti vedo maggiore intensità e concentrazione, Messina è stato bravo a non pretendere di cambiare tutto, anche se ha dato la sua precisa impronta al gioco».
L'impronta la dai anche tu, se vai in doppia cifra a punti e rimbalzi come l'altra sera. Di chi è il merito principale?
«Un po' di tutti, mio e della squadra. Il basket, che facciamo quest'anno, è più coinvolgente, direi più ordinato, mentre l'anno scorso chi era libero doveva tirare. Ettore dice che, se la palla arriva sotto canestro, e poi esce, la difesa avversaria si muove e si aprono maggiori varchi per tutti».
Dunque ci voleva Messina per farti giocare bene.
«Facciamo che sono in un buon momento di forma, ma non dico altro (e qui Denis ha fatto gli scongiuri..., ndr)».
Dicci allora qualcosa su questa trasferta di Berlino.
«Noi in Turchia abbiamo perso due punti fondamentali, che potevamo tranquillamente portare a casa. In Germania sarà sicuramente un'altra storia, non possiamo regalare nulla».
Come con Napoli, avrete la pressione addosso.
«Contro l'Alba dovremo capire la lezione dell'Efes: bisognerà solo pensare a fare il nostro basket".
Meglio che controlli la solidità dei canestri tedeschi...
«Se capita, schiaccio e ne spacco un altro: non sono mica tanto convinto che quell'interruzione ci abbia danneggiato...».
In Germania sono avvertiti. Nessuno invece, domenica sera, aveva avvertito Ricky Pittis che quel suo tiro da fuori era stato considerato da tre. «Ma infatti ero convinto che fosse da due», si stupisce il capitano, «allora come si fa a parlare male degli arbitri, visto che mi hanno regalato un punto?.. Ad ogni modo va bene così, anche se abbiamo vinto soffrendo e faticando».
Ogni tanto vi fa bene evitare la solita passeggiata.
«Certo. Ma non dimentichiamo che Napoli è una discreta squadra piena di americani, forte fisicamente, gioca così come capita e quindi non è stato facile».
Ad Istanbul avete lasciato un po' di pressione difensiva?
«In effetti non dovremmo concedere 92 punti a nessuno, però non credo che sia stato dovuto alla gara in Turchia, piuttosto ad un nostro piccolo calo di concentrazione, che comunque ritroveremo immediatamente. Anche noi in fondo siamo degli esseri umani».
Quanto vi è mancato Langdon?
«Un cambio in più fa sempre comodo, ma sto notando che Markoishvili sta crescendo bene, se penso che ha appena 16 anni».
Silvano Focarelli