TRIESTE - Scavolini il giorno dopo, cronaca di una sconfitta amara. Trieste lascia sul parquet di Pesaro due punti ampiamente alla sua portata, gettato alle ortiche un successo che le avrebbe consentito di fare un ulteriore balzo in avanti in classifica, a stretto contatto con la Benetton capolista e a fianco della Virtus Roma passata sul campo della Viola Reggio Calabria.
Ma aldilà di una graduatoria che avrebbe potuto essere da 10 (e lode) e resta comunque da 8, la sensazione è che la formazione di Pancotto abbia buttato via un’occasione colossale sul campo di una delle peggiori Scavolini degli ultimi anni. Una squadra che Marco Crespi sta tentando di far crescere ma che, almeno in questa fase iniziale della stagione, ha dimostrato di non avere ancora un filo logico conduttore. E contro un’avversaria che nel finale, messa sotto dall’intraprendenza del francesino Sy, dalla concretezza di un grande Roberto Casoli e dalla maggior disciplina tattica, Trieste ha pensato bene di fare harakiri.
E qui sta il punto: non brucia la sconfitta in sè, pesa il modo nella quale questa è arrivata. Un risultato rovesciato da Trieste soprattutto a causa dell’atteggiamento difensivo di una squadra che, nella fasi decisive, non ha saputo conservare ciò che era riuscita a produrre in attacco. La Scavolini aveva in campo un solo uomo in grado non solo di fare, ma anche soltanto di guardare il canestro. Facce da panico, in casa pesarese, con l’unica eccezione di Norm Richardson il quale, in barba alle percentuali di tiro, ha sfidato Trieste vincendo la sua partita.
E qui arrivano le responsabilità di Trieste che non ha saputo fare nulla, se non subire impietrita, lasciando che la partita le scivolasse di mano. Dal generale al particolare, ha destato perplessità anche la prestazione dei singoli. Eccezion fatta per Sy, che Pancotto vorrebbe più disciplinato e inserito nei meccanismi della squadra ma che al Bpa Palace è stato uno dei pochi a sfidare con coraggio il canestro, un esemplare Casoli e un ordinato anche se poco incisivo Maric, gli altri hanno lasciato a desiderare.
Roberson ed Erdmann troppo discontinui, Podestà e Camata incapaci di far sentire la loro presenza sotto canestro, Kelecevic inutile se non addirittura dannoso.
Una sconfitta da cancellare nel giro di poche ore: questa sera, infatti, l’esame di francese contro lo Chalon potrà essere un test importante per valutare la voglia di riscatto di questo gruppo. Vincere, oltre che per gli equilibri del girone, rappresenterebbe una iniezione di fiducia importante. Per evitare di presentarsi alla sfida di domenica al PalaTrieste contro Reggio Calabria con un filotto di tre sconfitte consecutive. Perchè si sa: vincere aiuta a vincere...
Lorenzo Gatto
Ma aldilà di una graduatoria che avrebbe potuto essere da 10 (e lode) e resta comunque da 8, la sensazione è che la formazione di Pancotto abbia buttato via un’occasione colossale sul campo di una delle peggiori Scavolini degli ultimi anni. Una squadra che Marco Crespi sta tentando di far crescere ma che, almeno in questa fase iniziale della stagione, ha dimostrato di non avere ancora un filo logico conduttore. E contro un’avversaria che nel finale, messa sotto dall’intraprendenza del francesino Sy, dalla concretezza di un grande Roberto Casoli e dalla maggior disciplina tattica, Trieste ha pensato bene di fare harakiri.
E qui sta il punto: non brucia la sconfitta in sè, pesa il modo nella quale questa è arrivata. Un risultato rovesciato da Trieste soprattutto a causa dell’atteggiamento difensivo di una squadra che, nella fasi decisive, non ha saputo conservare ciò che era riuscita a produrre in attacco. La Scavolini aveva in campo un solo uomo in grado non solo di fare, ma anche soltanto di guardare il canestro. Facce da panico, in casa pesarese, con l’unica eccezione di Norm Richardson il quale, in barba alle percentuali di tiro, ha sfidato Trieste vincendo la sua partita.
E qui arrivano le responsabilità di Trieste che non ha saputo fare nulla, se non subire impietrita, lasciando che la partita le scivolasse di mano. Dal generale al particolare, ha destato perplessità anche la prestazione dei singoli. Eccezion fatta per Sy, che Pancotto vorrebbe più disciplinato e inserito nei meccanismi della squadra ma che al Bpa Palace è stato uno dei pochi a sfidare con coraggio il canestro, un esemplare Casoli e un ordinato anche se poco incisivo Maric, gli altri hanno lasciato a desiderare.
Roberson ed Erdmann troppo discontinui, Podestà e Camata incapaci di far sentire la loro presenza sotto canestro, Kelecevic inutile se non addirittura dannoso.
Una sconfitta da cancellare nel giro di poche ore: questa sera, infatti, l’esame di francese contro lo Chalon potrà essere un test importante per valutare la voglia di riscatto di questo gruppo. Vincere, oltre che per gli equilibri del girone, rappresenterebbe una iniezione di fiducia importante. Per evitare di presentarsi alla sfida di domenica al PalaTrieste contro Reggio Calabria con un filotto di tre sconfitte consecutive. Perchè si sa: vincere aiuta a vincere...
Lorenzo Gatto