Una (notizia) buona e un'altra cattiva per la Skipper che domani sera, al PalaDozza, tornerà in campo per la terza giornata di Eurolega contro l'Aek dell'ex Andy Betts. La buona novella è che Vlado Scepanovic ieri, al Cierrebi, ha ricominciato a muoversi. E domani, senza forzare, potrebbe essere nel gruppone (senza avere, comunque, un'autonomia robusta). Quella cattiva è che si sono fermati Pozzecco, le cui condizioni non preoccupano, e il capitano. Per Basile si parla di uno 'stiramentino', difficilmente potrà dare una mano ai suo ragazzi, se non dalla tribuna.
Contro l'Aek, però, la Fortitudo non ha alternative. Anche perché si tratterebbe del terzo successo dell'eventuale poker invocato dal Poz all'indomani della sconfitta a Roma.
«La gara più difficile – racconta Gianmarco – l'abbiamo vinta in modo anche facile. Ma quel che più mi è piaciuto è lo spirito. Prima di entrare qui me l'ha detto anche un vecchietto». Nell'universo del Poz – che ha uno sguardo a metà tra Peter Pan e Alice nel paese delle meraviglie – c'è sempre un vecchietto. Come c'era l'omino cicciottello che una volta, quando era un nemico dell'Aquila, lo insultava dal parterre. Gli omini e i vecchietti sono quei personaggi che offrono al Poz la chiave per capire Bologna. E per farsi capire – in realtà non ha fatto fatica più di tanto – dai bolognesi. «Beh – incalza il Poz – il vecchietto era proprio contento. Ma non per la vittoria, come gli ho chiesto, ma perché si è divertito tantissimo. Che è proprio il nostro spirito».
Divertirsi in campo, facendo divertire. Forse è per questo che Boniciolli ha proposto per lui, Gianmarco Pozzecco, l'etichetta di fantasista.
«Un po' come Roberto Baggio – se la ride il Poz -. Sono state ipotizzate tante cose sul rapporto tra me e Boniciolli. In realtà lo viviamo in modo molto sereno. Non è facile starmi dietro, eppure lui ci sta riuscendo. Non so cosa sia successo, ma ora accetto anche la panchina. E lo faccio per periodi lunghi. Se la squadra va bene, anche senza di me, sono il primo a dire a Matteo di non mettermi in campo».
Diavolo d'un Pozzecco, scocciato solo da quei liberi falliti.
«Imbufalito – sottolinea – due errori in fila dalla lunetta mi sono capitate in altre due occasioni. Me le ricordo ancora: una a Verona e l'altra a Reggio Emilia. Incredibile: posso sbagliare il primo, ma il secondo no».
Due liberi sul ferro non gli tolgono però il buon umore. Aveva chiesto il poker (Alba, Siena, Aek, Fabriano) il Poz, con le prime due carte ha estratto la coppia. Ora, però, vuole insistere.
Alessandro Gallo
Contro l'Aek, però, la Fortitudo non ha alternative. Anche perché si tratterebbe del terzo successo dell'eventuale poker invocato dal Poz all'indomani della sconfitta a Roma.
«La gara più difficile – racconta Gianmarco – l'abbiamo vinta in modo anche facile. Ma quel che più mi è piaciuto è lo spirito. Prima di entrare qui me l'ha detto anche un vecchietto». Nell'universo del Poz – che ha uno sguardo a metà tra Peter Pan e Alice nel paese delle meraviglie – c'è sempre un vecchietto. Come c'era l'omino cicciottello che una volta, quando era un nemico dell'Aquila, lo insultava dal parterre. Gli omini e i vecchietti sono quei personaggi che offrono al Poz la chiave per capire Bologna. E per farsi capire – in realtà non ha fatto fatica più di tanto – dai bolognesi. «Beh – incalza il Poz – il vecchietto era proprio contento. Ma non per la vittoria, come gli ho chiesto, ma perché si è divertito tantissimo. Che è proprio il nostro spirito».
Divertirsi in campo, facendo divertire. Forse è per questo che Boniciolli ha proposto per lui, Gianmarco Pozzecco, l'etichetta di fantasista.
«Un po' come Roberto Baggio – se la ride il Poz -. Sono state ipotizzate tante cose sul rapporto tra me e Boniciolli. In realtà lo viviamo in modo molto sereno. Non è facile starmi dietro, eppure lui ci sta riuscendo. Non so cosa sia successo, ma ora accetto anche la panchina. E lo faccio per periodi lunghi. Se la squadra va bene, anche senza di me, sono il primo a dire a Matteo di non mettermi in campo».
Diavolo d'un Pozzecco, scocciato solo da quei liberi falliti.
«Imbufalito – sottolinea – due errori in fila dalla lunetta mi sono capitate in altre due occasioni. Me le ricordo ancora: una a Verona e l'altra a Reggio Emilia. Incredibile: posso sbagliare il primo, ma il secondo no».
Due liberi sul ferro non gli tolgono però il buon umore. Aveva chiesto il poker (Alba, Siena, Aek, Fabriano) il Poz, con le prime due carte ha estratto la coppia. Ora, però, vuole insistere.
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino