PESARO – Sarà perché aveva appena sfidato e battuto il “Robocoach" di Trieste Cesare Pancotto, il cyber-allenatore più “informatizzato" d’Italia, che un Marco Crespi ancora euforico per la vittoria se n’è uscito domenica con una curiosa citazione: «Le statistiche sono come i lampioni per gli ubriachi: anche se non fanno luce servono per appoggiarsi». Già, la sua Scavolini ha vinto prima di tutto con il cuore, e il cuore non si legge sui tabellini. Eppure anche i numeri cominciano a premiare la formazione pesarese, e fanno non poca luce sui progressi realizzati sotto la guida del folletto varesino ad un mese dall’inizio del campionato. Salita al nono posto nella graduatoria dei punti segnati, a dispetto dell’iniziale sterilità, la Scavolini è prima di tutto una potenza sotto canestro: prima nei rimbalzi offensivi, seconda in quelli difensivi e ancora prima nel totale-rimbalzi. Una previsione del genere l’avevamo azzardata dopo il precampionato (andando controcorrente rispetto all’opinione prevalente secondo cui la squadra appariva fragile e sguarnita proprio nel settore lunghi), ma certo questo primato va oltre le più rosee aspettative.
E’ il reparto piccoli che dev’essere razionalizzato e messo in ordine, facendo chiarezza su molti aspetti ancora oscuri. Del caso Gilbert (il “giallo" di quest’anno dopo l’indimenticato best-seller dell’anno scorso sul “Quarto lungo"...) abbiamo parlato ieri. Oggi vediamola in positivo: se a qualcosa è servito il supplementare con Trieste, che Richardson avrebbe potuto evitare insaccando quell’ultimo tiro allo scadere, è servito a ridare in mano a Pecile la bacchetta del comando. Cinque minuti di “Sunshine reggae" da parte del biondino hanno ridato alla Scavolini il play che le mancava, mente e braccio di una squadra giovane e spavalda proprio come lui. E’ stato il “Pec" a dare il colpo fatale ad una Trieste che in precedenza era caduta nella tela del Ragno, tessuta mirabilmente dalla nuova rivelazione del campionato: il newyorkese Richardson, l’uomo che ha sfiorato la “tripla doppia" (24 punti, 12 rimbalzi e 7 recuperi); il genio che può dare alla squadra “operaia" quel lampo di classe che sembrava mancarle. Ma a proposito di “colletti blu" del parquet, si è accorto qualcuno del lavoro sporco fatto da Lacey? Solo 5 punti segnati, ma 9 rimbalzi, 4 recuperi e 16 di valutazione, secondo solo al Ragno per rendimento. E i numeri dicono anche che la Scavolini è tra le squadre che perdono meno palloni (terz’ultimo posto) e che subiscono più falli (terzo posto). Inoltre premiano la sua capacità di correggere in corsa difetti ed errori: nel secondo e terzo quarto di domenica, più il supplementare, il confronto delle valutazioni è finito 75-27 per Pesaro! Tuttavia, l’88% del lavoro è stato svolto dal quintetto base, il che significa che l’apporto della panchina dovrà crescere parecchio ed anche in fretta.
Giancarlo Iacchini
E’ il reparto piccoli che dev’essere razionalizzato e messo in ordine, facendo chiarezza su molti aspetti ancora oscuri. Del caso Gilbert (il “giallo" di quest’anno dopo l’indimenticato best-seller dell’anno scorso sul “Quarto lungo"...) abbiamo parlato ieri. Oggi vediamola in positivo: se a qualcosa è servito il supplementare con Trieste, che Richardson avrebbe potuto evitare insaccando quell’ultimo tiro allo scadere, è servito a ridare in mano a Pecile la bacchetta del comando. Cinque minuti di “Sunshine reggae" da parte del biondino hanno ridato alla Scavolini il play che le mancava, mente e braccio di una squadra giovane e spavalda proprio come lui. E’ stato il “Pec" a dare il colpo fatale ad una Trieste che in precedenza era caduta nella tela del Ragno, tessuta mirabilmente dalla nuova rivelazione del campionato: il newyorkese Richardson, l’uomo che ha sfiorato la “tripla doppia" (24 punti, 12 rimbalzi e 7 recuperi); il genio che può dare alla squadra “operaia" quel lampo di classe che sembrava mancarle. Ma a proposito di “colletti blu" del parquet, si è accorto qualcuno del lavoro sporco fatto da Lacey? Solo 5 punti segnati, ma 9 rimbalzi, 4 recuperi e 16 di valutazione, secondo solo al Ragno per rendimento. E i numeri dicono anche che la Scavolini è tra le squadre che perdono meno palloni (terz’ultimo posto) e che subiscono più falli (terzo posto). Inoltre premiano la sua capacità di correggere in corsa difetti ed errori: nel secondo e terzo quarto di domenica, più il supplementare, il confronto delle valutazioni è finito 75-27 per Pesaro! Tuttavia, l’88% del lavoro è stato svolto dal quintetto base, il che significa che l’apporto della panchina dovrà crescere parecchio ed anche in fretta.
Giancarlo Iacchini