Dall’Uleb cup al campionato il passo non è breve. Caso mai, è vero il contrario con l’impegno continentale al martedì che incalza da vicino quelli domenicali nelle competizioni nazionali. È un altro discorso, però, anche se non del tutto estraneo all’alternanza di rendimento su un fronte e sull’altro, specie quando ci sono anche trasferte di mezzo.
Il passo che la Snaidero deve fare, ora, è verso il campionato. Rotto il ghiaccio con il primo successo stagionale in coppa, c’è da muovere la classifica tra i confini patrii, dove gli arancione da domenica scorsa detengono da soli il fanalino di coda della serie A dopo il blitz della Lauretana Biella al Carnera nel faccia a faccia tra cenerentole.
Milano è la prossima tappa in calendario per Udine domenica per la settima d’andata. Milano metropoli natale del coach snaiderino Fabrizio Frates, avversaria l’Olimpia campione d’Italia per l’ultima volta nel 1996 con Davide Cantarello – ora capitano arancione – in squadra. Allora Stefanel, emigrata da Trieste sotto l’egida di patron Bepi e la guida tecnica di Boscia Tanjevic; adesso Pippo che, a dispetto del nome dello sponsor, non è una squadra da ridere.
Vero, capitan Cantarello?
«Non è un’avversaria facile, come tutte, ma prima o poi dobbiamo cominciare a fare punti. Milano ha una squadra migliore rispetto agli anni scorsi e ha il progetto di riportare la gente al palazzetto, come pare stia avvenendo al Palalido. Oltre a un buon complesso, sta ricreando l’ambiente».
Cosa temere da un roster che aggiunge Naumoski?
«Le squadre di Caja sono ostiche. Difendono duro e corrono in contropiede, fanno più fatica quando giocano a metà campo. Dovremo togliere a Milano la sua arma principe».
Se voi avete sei gare perse in campionato, loro dopo tre vinte sono stati battuti da Skipper, Benetton e Oregon.
«Non ho seguito troppo l’andamento di Milano. So che noi abbiamo fatto un buon risultato contro Gravelines e che abbiamo 2 punti in coppa. Non dobbiamo illuderci, però, perché nulla abbiamo risolto. In campionato dobbiamo ancora vincere e dobbiamo provarci già da domenica. Il primo successo ci ha dato morale e la prova che possiamo vincere divertendoci assieme».
Squadra sbloccata?
«Questo non lo so. So che ora siamo consapevoli di potere fare bene e vincere. C’eravamo quasi riusciti a Fuenlabrada e con Biella. Martedì siamo stati intensi fino alla fine e non ci siamo angustiati fino agli ultimi minuti: era quello che ci mancava. A Milano, da buon ex, vorrei ripetermi».
Anche se non ci volevano quattro infortunati alla ripresa degli allenamenti.
«La vittoria in coppa è stata un toccasana, ma ora siamo a ranghi ridotti. Senza Ago e D (com’è chiamato dai compagni Demetrius Alexander, ndr) abbiamo lavorato su qualche gioco di Milano. Nel pomeriggio non è stata un seduta intensa anche perché si sono fermati pure Chandler e Joel».
Situazione che ha smorzato il sorriso che, dopo il successo su Gravelines, aveva ritrovato coach Fabrizio Frates. La seduta pomeridiana di ieri è servita agli studenti di scienze motorie per una verifica sul campo dei test di valutazione funzionale assieme al preparatore atletico Sepulcri, docente del corso di laurea e che svezza in palestra pure i dottori specializzandi in medicina dello sport.
Valerio Morelli
Il passo che la Snaidero deve fare, ora, è verso il campionato. Rotto il ghiaccio con il primo successo stagionale in coppa, c’è da muovere la classifica tra i confini patrii, dove gli arancione da domenica scorsa detengono da soli il fanalino di coda della serie A dopo il blitz della Lauretana Biella al Carnera nel faccia a faccia tra cenerentole.
Milano è la prossima tappa in calendario per Udine domenica per la settima d’andata. Milano metropoli natale del coach snaiderino Fabrizio Frates, avversaria l’Olimpia campione d’Italia per l’ultima volta nel 1996 con Davide Cantarello – ora capitano arancione – in squadra. Allora Stefanel, emigrata da Trieste sotto l’egida di patron Bepi e la guida tecnica di Boscia Tanjevic; adesso Pippo che, a dispetto del nome dello sponsor, non è una squadra da ridere.
Vero, capitan Cantarello?
«Non è un’avversaria facile, come tutte, ma prima o poi dobbiamo cominciare a fare punti. Milano ha una squadra migliore rispetto agli anni scorsi e ha il progetto di riportare la gente al palazzetto, come pare stia avvenendo al Palalido. Oltre a un buon complesso, sta ricreando l’ambiente».
Cosa temere da un roster che aggiunge Naumoski?
«Le squadre di Caja sono ostiche. Difendono duro e corrono in contropiede, fanno più fatica quando giocano a metà campo. Dovremo togliere a Milano la sua arma principe».
Se voi avete sei gare perse in campionato, loro dopo tre vinte sono stati battuti da Skipper, Benetton e Oregon.
«Non ho seguito troppo l’andamento di Milano. So che noi abbiamo fatto un buon risultato contro Gravelines e che abbiamo 2 punti in coppa. Non dobbiamo illuderci, però, perché nulla abbiamo risolto. In campionato dobbiamo ancora vincere e dobbiamo provarci già da domenica. Il primo successo ci ha dato morale e la prova che possiamo vincere divertendoci assieme».
Squadra sbloccata?
«Questo non lo so. So che ora siamo consapevoli di potere fare bene e vincere. C’eravamo quasi riusciti a Fuenlabrada e con Biella. Martedì siamo stati intensi fino alla fine e non ci siamo angustiati fino agli ultimi minuti: era quello che ci mancava. A Milano, da buon ex, vorrei ripetermi».
Anche se non ci volevano quattro infortunati alla ripresa degli allenamenti.
«La vittoria in coppa è stata un toccasana, ma ora siamo a ranghi ridotti. Senza Ago e D (com’è chiamato dai compagni Demetrius Alexander, ndr) abbiamo lavorato su qualche gioco di Milano. Nel pomeriggio non è stata un seduta intensa anche perché si sono fermati pure Chandler e Joel».
Situazione che ha smorzato il sorriso che, dopo il successo su Gravelines, aveva ritrovato coach Fabrizio Frates. La seduta pomeridiana di ieri è servita agli studenti di scienze motorie per una verifica sul campo dei test di valutazione funzionale assieme al preparatore atletico Sepulcri, docente del corso di laurea e che svezza in palestra pure i dottori specializzandi in medicina dello sport.
Valerio Morelli