PESARO - Si era detto di Beric e di Pecile, due della vecchia guardia con licenza di essere maturi castigatori, ma tutti erano concordi nell’investire Norm Richardson (giallo delle origini svelato: è un ’77 e l’età media della squadra “sale" a 24,6) quale leader designato.
«Amo esserlo - confessa, e gli si illuminano gli occhi - Questo ruolo mi diverte, oltre a essere di aiuto alla squadra».
Carattere socievole e corpo esile esile, tiro mortifero e movenze da cerbiatto. «Se conosco Darren Daye? No, mi dispiace». Quando iniziamo a snocciolargli il palmares del talento di Des Moines - che si è visto da queste parti quando Norm era un bambino - “il ragno" si rende conto di avere a che fare con un grandissimo: «Ah sì! Lo conosco!». No, non lo conosce, ma ha intuito che essere paragonato ad un tale campione è motivo di grande orgoglio.
«Siamo arrivati a un buon punto - tira le somme l’esterno di Brooklin - Sono soddisfatto del lavoro che stiamo facendo e contro Trieste siamo stati proprio bravi. Abbiamo giocato forte e sono contento. E’ stata una buona vittoria, il che significa che siamo una buona squadra».
Domenica ha dato un notevole assaggio delle sue capacità. Si è caricato la squadra sulle spalle e l’ha condotta per mano al successo... «Ho cercato di essere concentrato, quindi sono riuscito a realizzare al meglio quello che mi ero prefissato. Mi sono preso parecchi tiri e responsabilità».
L’ex Hofstra University adora il pubblico di Pesaro e non ne fa un mistero... «I tifosi mi amano? Anche io amo loro! Sono grandissimi e mi piace un sacco farli divertire. La cosa più importante è che ci supportano sempre. Ci seguono anche in trasferta!».
Non è difficile capire quanto Norm sia convolto nel gruppo, quanto si trovi a meraviglia nel sistema in cui è inserito. «Amo la mia squadra - è la sua sincera dichiarazione - Ognuno ha il suo ruolo ben definito, che si incastra alla perfezione con quelli degli altri. Ognuno parla con i compagni e c’è un’ottima intesa tra noi».
Cosa può dire agli amici Gilbert e Christoffersen, che finora hanno avuto poco spazio in partita? «Beh, questo non è un problema, sono parte della squadra. Sanno di non doversi preoccupare e di dover pazientemente attendere il loro turno. Quando il coach li chiamerà in causa saranno pronti. Ne sono sicuro, perchè lo sono già».
Domenica la Scavolini sarà di scena a Roseto (l’Inferno Biancorosso raccoglie le iscrizioni al tel. 0721/370206), un campo durissimo da espugnare. Una squadra quasi del tutto sconosciuta per Richardson... «Non la conosco troppo bene - conclude l’ex Chicago Bulls - Ho sentito dire che è una buona formazione. Dovremo giocare molto duro per vincere».
Camilla Cataldo
«Amo esserlo - confessa, e gli si illuminano gli occhi - Questo ruolo mi diverte, oltre a essere di aiuto alla squadra».
Carattere socievole e corpo esile esile, tiro mortifero e movenze da cerbiatto. «Se conosco Darren Daye? No, mi dispiace». Quando iniziamo a snocciolargli il palmares del talento di Des Moines - che si è visto da queste parti quando Norm era un bambino - “il ragno" si rende conto di avere a che fare con un grandissimo: «Ah sì! Lo conosco!». No, non lo conosce, ma ha intuito che essere paragonato ad un tale campione è motivo di grande orgoglio.
«Siamo arrivati a un buon punto - tira le somme l’esterno di Brooklin - Sono soddisfatto del lavoro che stiamo facendo e contro Trieste siamo stati proprio bravi. Abbiamo giocato forte e sono contento. E’ stata una buona vittoria, il che significa che siamo una buona squadra».
Domenica ha dato un notevole assaggio delle sue capacità. Si è caricato la squadra sulle spalle e l’ha condotta per mano al successo... «Ho cercato di essere concentrato, quindi sono riuscito a realizzare al meglio quello che mi ero prefissato. Mi sono preso parecchi tiri e responsabilità».
L’ex Hofstra University adora il pubblico di Pesaro e non ne fa un mistero... «I tifosi mi amano? Anche io amo loro! Sono grandissimi e mi piace un sacco farli divertire. La cosa più importante è che ci supportano sempre. Ci seguono anche in trasferta!».
Non è difficile capire quanto Norm sia convolto nel gruppo, quanto si trovi a meraviglia nel sistema in cui è inserito. «Amo la mia squadra - è la sua sincera dichiarazione - Ognuno ha il suo ruolo ben definito, che si incastra alla perfezione con quelli degli altri. Ognuno parla con i compagni e c’è un’ottima intesa tra noi».
Cosa può dire agli amici Gilbert e Christoffersen, che finora hanno avuto poco spazio in partita? «Beh, questo non è un problema, sono parte della squadra. Sanno di non doversi preoccupare e di dover pazientemente attendere il loro turno. Quando il coach li chiamerà in causa saranno pronti. Ne sono sicuro, perchè lo sono già».
Domenica la Scavolini sarà di scena a Roseto (l’Inferno Biancorosso raccoglie le iscrizioni al tel. 0721/370206), un campo durissimo da espugnare. Una squadra quasi del tutto sconosciuta per Richardson... «Non la conosco troppo bene - conclude l’ex Chicago Bulls - Ho sentito dire che è una buona formazione. Dovremo giocare molto duro per vincere».
Camilla Cataldo