FABRIANO - Dal dopo-Ceresani (1996) il Fabriano Basket ne ha vissute e superate di tutti i colori: passaggi societari, acquisto di diritti, iscrizioni al campionato sul filo di lana, raggiungimento dei parametri in extremis. Però, mai la situazione è stata grave come adesso. Non conosciamo la cifra esatta, ma l'ammontare dei debiti è superiore al milione di euro, la maggior parte dei quali contratti con gli istituti di credito. Altri con il Comune (146 mila euro), che per fortuna sta venendo incontro, minoranza permettendo. Anche agli stessi giocatori è stato chiesto di pazientare qualche altro giorno per ottenere la mensilità corrente. Adesso siamo alla stretta finale. Bisogna trovare una soluzione per sanare il "rosso" in bilancio entro l'8 novembre (giorno della decisiva Assemblea dei Soci), ultima proroga concessa dagli organi federali. Quali sono le strade per uscire dalla crisi? In sostanza, tre. La prima, che prenda forma questa sorta di equa ripartizione delle spese tra tutte le forze imprenditoriali della città, progetto lanciato dell'ex presidente Ninno e dal sindaco Sorci: i dirigenti attuali e alcuni ex consiglieri si sono impegnati a versare una cospicua somma, ma all'appello manca ancora tanto denaro, quello dei "pezzi grossi" della città, senza di loro tutto è più difficile. La seconda pista (in corso insieme alla prima) prevede la richiesta alle banche di un dilazionamento e contrazione dei debiti, sperando che accettino (lunedì e martedì le risposte). Con la terza, si invoca sempre l'arrivo del salvatore della patria, che si chiami Merloni, Galassi, Casoli o chicchessia: ma ormai abbiamo appurato che è impossibile, escludiamola. Se l'8 novembre non sarà andata in porto nessuna di queste soluzioni, all'ordine del giorno dell'Assemblea ci saranno solo due punti. Primo, il bilancio: se non verrà approvato (come succederà se le cose rimarranno in questo modo) si passerà direttamente al secondo punto, ovvero l'avvio delle procedure fallimentari. Il che porterà alla scomparsa del Fabriano Basket, con la sola possibilità (semmai ce ne saranno le forze) di concludere questa stagione. La stessa fine di Verona l'anno scorso. Ora, ognuno si prenda le proprie responsabilità di fronte allo spettro della scomparsa della massima realtà sportiva di Fabriano: dalla vecchia dirigenza, all'imprenditoria, agli istituti di credito della città. Per i tifosi, il consiglio è di non farsi illusioni, stavolta la situazione è drastica.
Ferruccio Cocco
Ferruccio Cocco