Mezzo pieno o mezzo vuoto, almeno questa volta il bicchiere della contiene qualcosa. Dopo la carestia di Tel Aviv e Bologna gli uomini di Ergin Ataman sono tornati quantomeno a dissetarsi anche se per debellare definitivamente la sete (di vittorie) di strada c'è ancora da farne. La prestazione di Vitoria ha restituito un'idea di squadra senza dubbio migliore rispetto alle precedenti uscite ma la quasi completa non-intergrazione delle due stelle Ford e Turckan nei meccanismi di gioco biancoverdi fa ancora discutere. Lo ha detto il coach Ataman in conferenza stampa, lo dicono le statistiche della gara (9/24 complessivo per i due), lo dicono, in modo ancora più eloquente, le immagini della partita.
Adesso, dopo tre sconfitte consecutive, è il momento di dare un taglio a questo trend. L'occasione, su un piatto d'argento, si presenterà domenica sera quando a Siena arriverà Avellino. E che ne dica Ataman «che tutte le partite sono difficili e nessuna e già vinta», pensare ad un risultato diverso dalla vittoria appare improponibile. Di una cosa il coach ha ragione: per vincere una partita bisogna prima giocarla perchè i due punti non li regala nessuno. Ma la Montepaschi contro Avellino non ha certo bisogno di regali. Ha soltanto bisogno di giocare ad un certo livello, consono ai nomi dei giocatori impressi sulle maglie biancoverdi.
E dopo i verdi dell'irpinia arriveranno ben altri verdi: quelli del Panathinaikos. Sarà quella di giovedì prossimo la partita più importante di questo inizio di stagione. Una vera prova del nove per testare le ambizioni della Montepaschi nell'avventura continentale. Non sarà l'ultima spiaggia, questo no, ma a giudicare dai risultati che sono emersi dal girone B dell'Euroleague, perdere ulteriormente terreno significherebbe inziare a giocare con l'affanno di chi comincia a sentirsi con l'acqua alla gola.
Bere o affogare, verrebbe da dire. Ma ancora, per fortuna, non siamo a questi livelli.
Federico Cappelli
Adesso, dopo tre sconfitte consecutive, è il momento di dare un taglio a questo trend. L'occasione, su un piatto d'argento, si presenterà domenica sera quando a Siena arriverà Avellino. E che ne dica Ataman «che tutte le partite sono difficili e nessuna e già vinta», pensare ad un risultato diverso dalla vittoria appare improponibile. Di una cosa il coach ha ragione: per vincere una partita bisogna prima giocarla perchè i due punti non li regala nessuno. Ma la Montepaschi contro Avellino non ha certo bisogno di regali. Ha soltanto bisogno di giocare ad un certo livello, consono ai nomi dei giocatori impressi sulle maglie biancoverdi.
E dopo i verdi dell'irpinia arriveranno ben altri verdi: quelli del Panathinaikos. Sarà quella di giovedì prossimo la partita più importante di questo inizio di stagione. Una vera prova del nove per testare le ambizioni della Montepaschi nell'avventura continentale. Non sarà l'ultima spiaggia, questo no, ma a giudicare dai risultati che sono emersi dal girone B dell'Euroleague, perdere ulteriormente terreno significherebbe inziare a giocare con l'affanno di chi comincia a sentirsi con l'acqua alla gola.
Bere o affogare, verrebbe da dire. Ma ancora, per fortuna, non siamo a questi livelli.
Federico Cappelli