Andrea Meneghin, al Masnago arriva una Mabo che a sorpresa ha gli stessi punti in classifica della tua Metis. Che partita sarà?
«Difficilissima ed equilibrata, perchè Livorno sarà galvanizzata dal successo in casa con la Virtus e dopo la vittoria sfiorata a Trieste tenteranno di non fallire il primo colpo in trasferta. Noi però abbiamo bisogno assoluto di vincere, non possiamo permetterci altri passi falsi dopo due stop consecutivi tra cui la debacle di Roseto. Cercheremo di partire subito forte, avere un buon approccio al match potrebbe essere fondamentale, anche se ho l'impressione che il risultato si deciderà solo all'ultimo».
I ruolini di marcia però dicono che la Mabo non ha mai vinto lontano dal PalaMacchia, mentre voi in casa avete ceduto solo con Roma...
«Questo è vero, al PalaIgnis ci esprimiamo bene, però basarsi troppo su questa certezza sarebbe un errore. Livorno non verrà da queste parti a fare una gita. Non potremo abbassare di un millimetro la guardia, anche perchè il campionato è iniziato da un mese, noi siamo ancora in fase di rodaggio, mentre la Mabo è una squadra che si conosce bene e da tanto tempo».
Come sta Varese?
«A parte Paolo Conti che da un mese ha un problema al piede, stiamo bene. A livello di amalgama il gruppo sta lavorando, ma c'è da migliorare. Siamo tutti nuovi, in questi casi ci vuole pazienza per sistemare gli ingranaggi».
La Mabo è la società che forse più di ogni altra ti ha seguito durante la scorsa estate, al punto che l'affare sembrava davvero ad un passo dal concludersi positivamente. Raccontaci come è andata.
«Innanzitutto vorrei approfittare del vostro giornale per ringraziare Livorno dell'interessamento che ha avuto verso di me. Mi hanno cercato tantissimo e io ho tenuto davvero in considerazione la loro proposta. Avevo anche parlato con Luca Banchi, spiegandogli le mie situazioni e avvertendolo anche di qualche acciacco fisico che avevo. Alla Mabo, come agli altri, avevo spiegato che fino a che non avrei transato con la Fortitudo, non avrei potuto prendere in esame nessun'altra offerta. Livorno però mi ha aspettato lo stesso, nonostante i tempi andassero per le lunghe, e questo l'ho apprezzato».
E poi?
«Quando poi ho risolto la questione con Bologna, mi si è presentata una possibilità in cui non credevo, l'occasione di tornare a casa, a Varese, e non ci ho pensato su due volte».
Soddisfatto della scelta?
«Soddisfattissimo. Giocare nella città in cui sei nato e cresciuto, in mezzo agli amici, è incredibile. Qua sto da dio, dopo due anni difficili a Bologna ci voleva davvero».
Torniamo alla partita: chi temi di questa Mabo?
«Credo che Livorno più che sui singoli sia una squadra che punta sul collettivo. É una squadra che gioca bene insieme e quando trovi avversari di questo tipo è sempre più difficile vincere. Certo, Elliott se trova la giornata è super, ma Banchi ha tanti altri giocatori. Un nome? Ne faccio due: Giachetti e quel perticone di Garri. L'anno scorso contro la Skipper mi impressionarono tantissimo per l'autorità con cui giocarono. Per la loro età è eccezionale».
Giulio Corsi
«Difficilissima ed equilibrata, perchè Livorno sarà galvanizzata dal successo in casa con la Virtus e dopo la vittoria sfiorata a Trieste tenteranno di non fallire il primo colpo in trasferta. Noi però abbiamo bisogno assoluto di vincere, non possiamo permetterci altri passi falsi dopo due stop consecutivi tra cui la debacle di Roseto. Cercheremo di partire subito forte, avere un buon approccio al match potrebbe essere fondamentale, anche se ho l'impressione che il risultato si deciderà solo all'ultimo».
I ruolini di marcia però dicono che la Mabo non ha mai vinto lontano dal PalaMacchia, mentre voi in casa avete ceduto solo con Roma...
«Questo è vero, al PalaIgnis ci esprimiamo bene, però basarsi troppo su questa certezza sarebbe un errore. Livorno non verrà da queste parti a fare una gita. Non potremo abbassare di un millimetro la guardia, anche perchè il campionato è iniziato da un mese, noi siamo ancora in fase di rodaggio, mentre la Mabo è una squadra che si conosce bene e da tanto tempo».
Come sta Varese?
«A parte Paolo Conti che da un mese ha un problema al piede, stiamo bene. A livello di amalgama il gruppo sta lavorando, ma c'è da migliorare. Siamo tutti nuovi, in questi casi ci vuole pazienza per sistemare gli ingranaggi».
La Mabo è la società che forse più di ogni altra ti ha seguito durante la scorsa estate, al punto che l'affare sembrava davvero ad un passo dal concludersi positivamente. Raccontaci come è andata.
«Innanzitutto vorrei approfittare del vostro giornale per ringraziare Livorno dell'interessamento che ha avuto verso di me. Mi hanno cercato tantissimo e io ho tenuto davvero in considerazione la loro proposta. Avevo anche parlato con Luca Banchi, spiegandogli le mie situazioni e avvertendolo anche di qualche acciacco fisico che avevo. Alla Mabo, come agli altri, avevo spiegato che fino a che non avrei transato con la Fortitudo, non avrei potuto prendere in esame nessun'altra offerta. Livorno però mi ha aspettato lo stesso, nonostante i tempi andassero per le lunghe, e questo l'ho apprezzato».
E poi?
«Quando poi ho risolto la questione con Bologna, mi si è presentata una possibilità in cui non credevo, l'occasione di tornare a casa, a Varese, e non ci ho pensato su due volte».
Soddisfatto della scelta?
«Soddisfattissimo. Giocare nella città in cui sei nato e cresciuto, in mezzo agli amici, è incredibile. Qua sto da dio, dopo due anni difficili a Bologna ci voleva davvero».
Torniamo alla partita: chi temi di questa Mabo?
«Credo che Livorno più che sui singoli sia una squadra che punta sul collettivo. É una squadra che gioca bene insieme e quando trovi avversari di questo tipo è sempre più difficile vincere. Certo, Elliott se trova la giornata è super, ma Banchi ha tanti altri giocatori. Un nome? Ne faccio due: Giachetti e quel perticone di Garri. L'anno scorso contro la Skipper mi impressionarono tantissimo per l'autorità con cui giocarono. Per la loro età è eccezionale».
Giulio Corsi