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Crespi: Lavoro, non magie

«Sono per la crescita quotidiana e non per le magate»

PESARO — Se a Fabriano si andava quasi con l'acqua alla gola, in Abruzzo si scende con più serenità ma con lo stesso appetito di punti e in tasca la consapevolezza che la squadra ha acquisito qualche certezza in più per giocarsela su un campo ostico, per non dire ostile.
«Roseto è una città di basket, anzi di pallacanestro perché il suo torneo estivo fa parte della storia — riconosce Crespi —. Negli ultimi anni, specie da quest'estate con la nuova proprietà, la società ha anche le capacità economiche per costruire un ottimo progetto. A mio parere hanno allestito una buona squadra, con giocatori in crescita come Rannikko, Fajardo, lo stesso Milic che ha assaggiato l'Nba, o Davis che conosco per averlo visto in Spagna. Una formazione molto, molto solida».
Che sta girando meglio di voi in attacco…
«Sì, ma le sue vittorie le ha ottenute con la difesa. Lo dimostra il fatto che in Coppa, dove hanno avuto un impatto difensivo meno intenso, sono naufragati due volte su due, mentre i successi conquistati in campionato portano una firma aggressiva».
Dove si vince questa partita, allora?
«Attaccando la loro aggressività difensiva con decisione. Meglio questo atteggiamento mentale piuttosto che difenderci dalle buone qualità dei loro giocatori».
Radosevic e Davis mancavano nella prima giornata, quando Roseto perse in casa con Milano: una piccola fotografia dei due?
«Radosevic è un tiratore puro, ne ho parlato anche con Beric, che lo conosce bene perché lo sostituì al Partizan quando Misha andò al Tau Vitoria. Quanto a Davis, è un giocatore a metà tra il 4 e il 5, con un'ottima mano da fuori».
Sono stati innesti decisivi, vero?
«Direi proprio di sì. Io ci metterei anche Milic, ingaggiato alla vigilia della prima giornata. In estate avevano fatto delle scelte, poi le hanno cambiate in modo consistente e aver inserito questi tre in un'intelaiatura già consistente, è il sintomo che Roseto ha voglia di investire».
Pieri ha annunciato un Bianchini in gran forma: con quali armi dialettiche ribatte Crespi?
«Credo che ognuno debba seguire la sua strada: Bianchini è unico, imitarlo vorrebbe dire solo farne la brutta copia, lui in queste cose è un maestro e tale rimane».
Come inquadriamo allora, questa sfida?
«Come un bell'esame sotto il profilo tecnico e ambientale. Ma nelle ultime due settimane la mia squadra ha dato dimostrazione di sapersela cavare in situazioni difficili da entrambe i punti di vista. Quella di domani è un'occasione per crescere ancora».
Quanto può contare l'ambiente?
«Non quanto la consistenza tecnica dell'avversario. Anche Fabriano ha un palazzetto caldissimo, ma la squadra ha meno qualità di Roseto. Certo, poi riuscire a svolgere la propria pallacanestro senza farsi condizionare da ostacoli ambientali sarebbe un segno di maturità…».
Dobbiamo attenderci qualche novità?
«Lo escludo. Io sono per la crescita quotidiana e non per le magate».
Elisabetta Ferri
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