Chissà se, finalmente, sarà questa la nuova e vera di questa travagliata stagione 2002- 2003? La storia cestistica ha insegnato che bisogna lasciar lavorare con calma Boscia Tanjevic le cui squadre sono come il vino di qualità: più invecchiano e più diventano buone.
Sull'assetto della formazione, ormai non ci sono più dubbi: siamo finalmente all'assemblaggio definitivo e i pezzi che sono stati aggiunti non sono certo di seconda mano.
Scarone è comunque un usato sicuro. A Belgrado è andato dentro a partita ancora aperta ed è sembrato già inserito da settimane in un quintetto che, invece, conosceva solo da un paio di allenamenti. Una bomba, un fallo preso di rapina, 7 punti in un attimo. E' il regista che piace a Tanjevic: poco playmaker e molto guardia. Con una voglia matta di rientrare nel giro che conta dopo quel maledetto infortunio che nell'estate del 2000 gli ha impedito di gioire fino in fondo della convocazione in azzurro per giocare le Olimpiadi.
L'altra faccia nuova che la Virtus ha proposto sulle piastrelle dello storico Pionir di Belgrado ha lo sguardo duro e concentrato di Dial cioè di un leader che quello che ha da dire lo dice sul campo. Carattere da capo unito a due garretti d'acciaio, altrimenti non si spiegherebbero quei due fantastici tap in a centro area che sono estranei al repertorio fisico di un giocatore a corto, anzi a cortissimo, di allenamento. E a questo aggiungiamoci pure una caratteristica tipica dei grandi giocatori: fare bottino ed essere decisivi senza rubare metri di palcoscenico agli altri protagonisti: 27 punti con 14 tiri, tre devastanti schiacciate facendosi trovare puntuale ai suggerimenti di compagni appena conosciuti.
Non era possibile giudicare prima una Virtus con un potenziale ridotto a metà e non lo è neppure adesso. Dato per scontato il fatto che non si aggiungano alla Virtus nuovi pezzi di un mosaico che la società ha cominciato a costruire in piena estate, le prossime mosse saranno quelle di inserire gli infortunati storici e di sfoltire una rosa ormai ai limiti dei tesseramenti possibili.
Nei programmi futuri, di sicuro ci sono Matjaz Smodis, fermo da maggio per la frattura dello scafoide della mano sinistra e David Andersen, che potrebbe rientrare già giovedì prossimo in Eurolega. Il contratto di Bowdler sembra invece omai transato, così come quello del nazionale francese Morlende.
Resta in bilico Sekularac, non entrato a Belgrado pare solo per un problema a una caviglia. A favore dello slavo giocano la gioventù e giudizi unanimi sulle sue potenzialità future; contro, invece, il suo status di extracomunitario, all'interno di un regolamento che gli consentirebbe brevissime apparizioni, almeno in campionato. Poi Attruia che però, a Madrid e Belgrado, ha strappato a Tanjevic minuti importanti e molti applausi. Da italiano potrebbe conservare il posto ricoprendo il ruolo per il quale era stato chiamato a Bologna: quello del terzo playmaker.
Ppotrebbe invece non rientrare più nei programmi l'altro francese Gagneur, visto che il settore degli esterni, ora, è ricco e ben assortito. In pratica, quella vista a Belgrado più Smodis, Andersen e forse Beard (che ha passaporto italiano) dovrebbe essere la squadra che, pur partita male, si giocherà i traguardi più importanti della stagione. Godendo del vantaggio di non essere considerata tra le favorite.
Gianni Cristofori
Sull'assetto della formazione, ormai non ci sono più dubbi: siamo finalmente all'assemblaggio definitivo e i pezzi che sono stati aggiunti non sono certo di seconda mano.
Scarone è comunque un usato sicuro. A Belgrado è andato dentro a partita ancora aperta ed è sembrato già inserito da settimane in un quintetto che, invece, conosceva solo da un paio di allenamenti. Una bomba, un fallo preso di rapina, 7 punti in un attimo. E' il regista che piace a Tanjevic: poco playmaker e molto guardia. Con una voglia matta di rientrare nel giro che conta dopo quel maledetto infortunio che nell'estate del 2000 gli ha impedito di gioire fino in fondo della convocazione in azzurro per giocare le Olimpiadi.
L'altra faccia nuova che la Virtus ha proposto sulle piastrelle dello storico Pionir di Belgrado ha lo sguardo duro e concentrato di Dial cioè di un leader che quello che ha da dire lo dice sul campo. Carattere da capo unito a due garretti d'acciaio, altrimenti non si spiegherebbero quei due fantastici tap in a centro area che sono estranei al repertorio fisico di un giocatore a corto, anzi a cortissimo, di allenamento. E a questo aggiungiamoci pure una caratteristica tipica dei grandi giocatori: fare bottino ed essere decisivi senza rubare metri di palcoscenico agli altri protagonisti: 27 punti con 14 tiri, tre devastanti schiacciate facendosi trovare puntuale ai suggerimenti di compagni appena conosciuti.
Non era possibile giudicare prima una Virtus con un potenziale ridotto a metà e non lo è neppure adesso. Dato per scontato il fatto che non si aggiungano alla Virtus nuovi pezzi di un mosaico che la società ha cominciato a costruire in piena estate, le prossime mosse saranno quelle di inserire gli infortunati storici e di sfoltire una rosa ormai ai limiti dei tesseramenti possibili.
Nei programmi futuri, di sicuro ci sono Matjaz Smodis, fermo da maggio per la frattura dello scafoide della mano sinistra e David Andersen, che potrebbe rientrare già giovedì prossimo in Eurolega. Il contratto di Bowdler sembra invece omai transato, così come quello del nazionale francese Morlende.
Resta in bilico Sekularac, non entrato a Belgrado pare solo per un problema a una caviglia. A favore dello slavo giocano la gioventù e giudizi unanimi sulle sue potenzialità future; contro, invece, il suo status di extracomunitario, all'interno di un regolamento che gli consentirebbe brevissime apparizioni, almeno in campionato. Poi Attruia che però, a Madrid e Belgrado, ha strappato a Tanjevic minuti importanti e molti applausi. Da italiano potrebbe conservare il posto ricoprendo il ruolo per il quale era stato chiamato a Bologna: quello del terzo playmaker.
Ppotrebbe invece non rientrare più nei programmi l'altro francese Gagneur, visto che il settore degli esterni, ora, è ricco e ben assortito. In pratica, quella vista a Belgrado più Smodis, Andersen e forse Beard (che ha passaporto italiano) dovrebbe essere la squadra che, pur partita male, si giocherà i traguardi più importanti della stagione. Godendo del vantaggio di non essere considerata tra le favorite.
Gianni Cristofori
Fonte: Il Resto del Carlino