LIVORNO. Vietato guardarsi indietro. Vietato infierire sul ceffone preso da Siena, che per quello che è stato l'andamento del derby avrebbe dovuto essere di dimensioni ben inferiori, che qualche tifoso un po' troppo pretenzioso non ha digerito, ma che era nella logica delle cose, se si considerano budget, obiettivi, uomini del Monte dei Paschi, e i corrispettivi della Mabo. Non va dimenticato che gente come Naumoski incassa per tre mesi quanto gli americani di Livorno guadagnano in un anno intero.
E poi non dimentichiamo che Siena ha il miglior pivot d'Italia e giocatori come Stefanov, ex Aek Atene, nazionali come Zukauskas, Masiulis e Topic, che Ataman ha impiegato solo sette uomini, di cui sei stranieri, permettendosi il lusso di tenere a sedere uno come Rossetti, che nella Mabo avrebbe avuto il suo bello spazio, mentre Banchi ha spedito in campo quattro italiani, di cui tre cresciuti in casa, a folate di libeccio e di salmastro. E che i giovanotti made in Italy, almeno Santarossa e Giachetti, sono stati quelli che hanno tenuto a galla il vascello amaranto, dimostrando cuore, faccia tosta e doti tecniche all'altezza dei giganti senesi provenienti dall'est. É questa la forza di Livorno. É su questa forza che la società ha deciso di scommettere per centrare la salvezza, e i risultati finora le stanno dando ragione. Le parole di Faraoni ai tifosi, che riportiamo qui sopra, vanno lette in questo senso.
Il derby adesso è acqua passata. Va preso per quello che è. Una partita a sè, che Livorno ha giocato indubbiamente male e che una Siena col dente avvelenato, alla ricerca del riscatto dopo lo smacco dell'andata, ha giocato decisamente bene. Nulla di più. Nella corsa contro il tempo della serie A, ora è il momento del turno numero 33. Al PalaMacchia arriva la Benetton. Si gioca alle 20.30, arbitrano Colucci e Crescenti. Potrebbe essere l'occasione per riscattare lo smacco di due giorni fa, magari con un colpo a sorpresa contro la seconda forza del campionato. Sicuramente sarà l'occasione per mostrare una faccia diversa, gettare la maschera indossata contro Avellino e contro il Monte, e ritrovare gli occhi di tigre di Cantù, di Verona, di Varese. L'imperativo è resettare muscoli e cervello, pensare solo all'armata guidata da Mike D'Antoni, il quale stasera vorrà festeggiare le 150 partite sulla panchina biancoverde (107 vittorie) con l'ennesimo successo. «Una gara che dovremo assolutamente vincere», ha affermato il baffo a stelle e strisce.
La Mabo invece, nonostante il ritorno al successo di Imola (adesso è a meno quattro e stasera se la vedrà in casa contro Biella), non ha l'obbligo di fare centro, può giocare la sua partita con tranquillità. Gli scontri da vincere a tutti i costi saranno altri, quello di domenica a Milano e quello casalingo contro Roma, tanto per cominciare.
La Benetton è una bestia dura da domare. All'andata gli amaranto tennero per 25', poi crollarono (104-86) sotto i colpi di un Denis Marconato travestito da marziano. E anche in quella circostanza l'area colorata scavò il solco alla partita. I biancoverdi hanno un roster da favola, che da solo vale il prezzo del biglietto, con un attacco atomico, che per undici volte in questo campionato ha superato quota cento punti. Tyus Edney viaggia a 15.7 di media, Nachbar a 14.3, Chikalkin a 12.7 (ma non ci sarà). E poi ci sono Pittis, Marcelo Nicola, Garbajosa.
Da una settimana è arrivato anche Charlie Bell, guardia ex Michigan State University, due final four e un titolo Ncaa in bacheca, atteso come specialista in difesa, e capace di debuttare con 17 punti contro Trieste. Nella Mabo rientrerà Alex Radojevic. Dovrà sgomitare sotto le plance, mettere paura alle penetrazioni di 'speedy' Edney. La risposta più grande però è attesa dai tre americani che hanno steccato martedì sera. Elliott, Conley ed Autry. Sono loro l'ago della bilancia amaranto.
Giulio Corsi
E poi non dimentichiamo che Siena ha il miglior pivot d'Italia e giocatori come Stefanov, ex Aek Atene, nazionali come Zukauskas, Masiulis e Topic, che Ataman ha impiegato solo sette uomini, di cui sei stranieri, permettendosi il lusso di tenere a sedere uno come Rossetti, che nella Mabo avrebbe avuto il suo bello spazio, mentre Banchi ha spedito in campo quattro italiani, di cui tre cresciuti in casa, a folate di libeccio e di salmastro. E che i giovanotti made in Italy, almeno Santarossa e Giachetti, sono stati quelli che hanno tenuto a galla il vascello amaranto, dimostrando cuore, faccia tosta e doti tecniche all'altezza dei giganti senesi provenienti dall'est. É questa la forza di Livorno. É su questa forza che la società ha deciso di scommettere per centrare la salvezza, e i risultati finora le stanno dando ragione. Le parole di Faraoni ai tifosi, che riportiamo qui sopra, vanno lette in questo senso.
Il derby adesso è acqua passata. Va preso per quello che è. Una partita a sè, che Livorno ha giocato indubbiamente male e che una Siena col dente avvelenato, alla ricerca del riscatto dopo lo smacco dell'andata, ha giocato decisamente bene. Nulla di più. Nella corsa contro il tempo della serie A, ora è il momento del turno numero 33. Al PalaMacchia arriva la Benetton. Si gioca alle 20.30, arbitrano Colucci e Crescenti. Potrebbe essere l'occasione per riscattare lo smacco di due giorni fa, magari con un colpo a sorpresa contro la seconda forza del campionato. Sicuramente sarà l'occasione per mostrare una faccia diversa, gettare la maschera indossata contro Avellino e contro il Monte, e ritrovare gli occhi di tigre di Cantù, di Verona, di Varese. L'imperativo è resettare muscoli e cervello, pensare solo all'armata guidata da Mike D'Antoni, il quale stasera vorrà festeggiare le 150 partite sulla panchina biancoverde (107 vittorie) con l'ennesimo successo. «Una gara che dovremo assolutamente vincere», ha affermato il baffo a stelle e strisce.
La Mabo invece, nonostante il ritorno al successo di Imola (adesso è a meno quattro e stasera se la vedrà in casa contro Biella), non ha l'obbligo di fare centro, può giocare la sua partita con tranquillità. Gli scontri da vincere a tutti i costi saranno altri, quello di domenica a Milano e quello casalingo contro Roma, tanto per cominciare.
La Benetton è una bestia dura da domare. All'andata gli amaranto tennero per 25', poi crollarono (104-86) sotto i colpi di un Denis Marconato travestito da marziano. E anche in quella circostanza l'area colorata scavò il solco alla partita. I biancoverdi hanno un roster da favola, che da solo vale il prezzo del biglietto, con un attacco atomico, che per undici volte in questo campionato ha superato quota cento punti. Tyus Edney viaggia a 15.7 di media, Nachbar a 14.3, Chikalkin a 12.7 (ma non ci sarà). E poi ci sono Pittis, Marcelo Nicola, Garbajosa.
Da una settimana è arrivato anche Charlie Bell, guardia ex Michigan State University, due final four e un titolo Ncaa in bacheca, atteso come specialista in difesa, e capace di debuttare con 17 punti contro Trieste. Nella Mabo rientrerà Alex Radojevic. Dovrà sgomitare sotto le plance, mettere paura alle penetrazioni di 'speedy' Edney. La risposta più grande però è attesa dai tre americani che hanno steccato martedì sera. Elliott, Conley ed Autry. Sono loro l'ago della bilancia amaranto.
Giulio Corsi