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La grande sera di Messina

Il coach della Benetton torna a Casalecchio da avversario

Vent'anni di vita con la Vu nera nel cuore, nove campionati da titolare, oltre cinquecento panchine di cui 338 in campionato (247 vittorie), tre scudetti, due Euroleghe, quattro Coppe Italia, una Coppa delle Coppe: undici trofei in ventuno finali. Ed una laurea ad honorem.
Pretendere che Ettore Messina cancelli d'un colpo tutto il ben di Dio che l'ha fatto diventare il migliore di tutti solo perché oggi lavora a Treviso è impossibile, oltre che ingiusto. Ma lui solo sa cosa gli passerà per la testa quando stasera entrerà per la prima volta da avversario nella tana della Virtus. «Ci ho già pensato e ve lo dico subito: intanto mi voglio godere l'affetto dei tanti amici che ritroverò, poi spero che non ci siano problemi di nessun tipo per la Benetton. Ha detto bene Peterson: non vorrei che tutto questo can can sul mio ritorno finisse per creare tensione e distrazione tra i miei giocatori, che hanno solo bisogno di stare tranquilli».
Questi problemi li assorbirai tutti tu...
«Ma no, una volta lanciata la palla in aria passa tutto».
Davvero? Per te non è una partita normale, ma nemmeno una rivincita. Allora cosa sarà?
«Una gara contro un avversario molto forte, in un ambiente dove mi sono trovato benissimo per tanto tempo: per questo non sarà normale per me. Per la Benetton è semplicemente una partita difficile, contro una squadra che contro Treviso ha sempre giocato con tanta grinta e tanto cuore».
Ci credi che qualche tifoso tradirà la Virtus per amor tuo?
«No, sono convinto che poi alla fine, com'è giusto che sia, il pubblico bolognese sosterrà solo la sua squadra».
Scordiamoci la Virtus di Genova.
«Sicuramente, basta guardare il loro roster. Gli ultimi arrivi ci danno l'idea di quale squadra hanno voluto allestire, certo di primissima fascia, completa in ogni reparto».
Arrivate da quattro gare sofferte: stasera la quinta?
«Credo, invece, che questa potrebbe essere diversa: mi auguro che sia tirata sino alla fine, in trasferta di solito significa avere più chance di vincere. Da Berlino siamo tornati un po' stanchi ma contenti per un successo che non può che darci fiducia».
Senza il miglior Edney soffrirete in attacco?
«E' vero che in Germania non abbiamo toccato gli 80, ma tenete conto che abbiamo sbagliato 15 liberi e da tre c'è stato un 2/14, tutte cose per noi inusuali. Bastava poco per segnare ancora una volta 90 punti. Ovvio che senza Tyus non ci sia la solita creatività e circolazione di palla, e a Berlino abbiamo sofferto anche un po' la difesa fisica».
Tanjievic che difesa farà, forse anche la zona?
«Sì, a Madrid l'hanno fatta. Comunque mi aspetto una normale difesa di Boscia, con raddoppi e tutto il resto».
E' opportuno ricordare che oltre a Messina in Virtus hanno lavorato, proprio con Ettore, anche quasi tutto il suo staff tecnico e non, ossia i suoi vice, Lele Molin (2000-2002) e Renato Pasquali (1989- '93), nonché Francesco Cuzzolin (2000), preparatore atletico. Dall'altra parte due ex come German Scarone e, naturalmente, Charlie Bell.
Le altre gare. Trieste-Viola, Fabriano-Skipper, Montepaschi-Air, Euro-Scavolini, Pippo-Snaidero, Pompea-Roma.
Silvano Focarelli
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