ROSETO. Ci sono partite che non hanno bisogno di presentazioni. In tal senso Euro Roseto - Scavolini Pesaro, il cosiddetto derby del medio Adriatico, non fa certo eccezione. Infatti, la sfida tra i biancazzurri rosetani e i biancorossi marchigiani accende, nelle ultime stagioni, i cuori degli appassionati di due delle piazze più appassionate del panorama cestistico nazionale. In altre parole Euro Roseto-Scavolini Pesaro non è una partita come le altre, bensì la partita: quella che i rosetani attendono con trepidazione (e la stessa cosa fanno i pesaresi per la gara di ritorno), quella del "tutto esaurito", quella delle coreografie che lasciano senza fiato e quella degli immancabili ex che, quest'anno, sono tutti sulla sponda rosetana.
Ex che sono equamente distribuiti tra campo (il pesarese di nascita Pieri e Moltedo) e scrivania (Bianchini e Cosmelli, che a Pesaro hanno vinto addirittura uno scudetto rispettivamente da coach e general manager). Pur consapevole di quello che la gara odierna rappresenta per il pubblico rosetano, Juan Manuel Moltedo ricorda così l'esperienza nella Scavolini: «Sono stato tre anni alla Scavolini - racconta - e credo che il ricordo indelebile che mi porto dietro è quello del clima di grande familiarità creato dalla famiglia Scavolini. Ricordo le cene a casa del presidente con le famiglie al seguito, le feste natalizie e tante altre situazioni in cui c'era il piacere di ritrovarsi attorno a una tavolata di amici. Credo che il merito più grande che va ascritto al patron Scavolini è quello di aver gestito la società come una grande famiglia. Dal punto di vista sportivo i tre anni di Pesaro sono stati importanti per me in quanto era la prima esperienza in una grande squadra, anche se alla resa dei conti i risultati non hanno rispecchiato le aspettative».
Oggi i tempi sono decisamente cambiati in tal senso: «Direi proprio di sì - prosegue Moltedo - visto quello che è successo in estate quando la famiglia Scavolini ha annunciato di voler ridimensionare gli investimenti nel basket. Questo non vuol dire, tuttavia, che la gara odierna sarà facile, tutt'altro, credo che sia la partita più difficile di questo avvio di stagione. Pesaro è una squadra ben guidata in panchina, giovane e con talento sufficiente a mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Sarà una battaglia».
Una battaglia il cui esito fa trepidare i tifosi rosetani: «Sì, lo so - esclama la guardia/ala uruguagia - Già prima della partita con Varese molti tifosi mi hanno fermato per la strada raccomandandomi la vittoria contro Pesaro. Per quanto mi riguarda posso garantire il massimo impegno alla causa, non voglio certo fare sconti: gioco per Roseto e voglio vincere con la maglia di Roseto».
Giorgio Pomponi
Ex che sono equamente distribuiti tra campo (il pesarese di nascita Pieri e Moltedo) e scrivania (Bianchini e Cosmelli, che a Pesaro hanno vinto addirittura uno scudetto rispettivamente da coach e general manager). Pur consapevole di quello che la gara odierna rappresenta per il pubblico rosetano, Juan Manuel Moltedo ricorda così l'esperienza nella Scavolini: «Sono stato tre anni alla Scavolini - racconta - e credo che il ricordo indelebile che mi porto dietro è quello del clima di grande familiarità creato dalla famiglia Scavolini. Ricordo le cene a casa del presidente con le famiglie al seguito, le feste natalizie e tante altre situazioni in cui c'era il piacere di ritrovarsi attorno a una tavolata di amici. Credo che il merito più grande che va ascritto al patron Scavolini è quello di aver gestito la società come una grande famiglia. Dal punto di vista sportivo i tre anni di Pesaro sono stati importanti per me in quanto era la prima esperienza in una grande squadra, anche se alla resa dei conti i risultati non hanno rispecchiato le aspettative».
Oggi i tempi sono decisamente cambiati in tal senso: «Direi proprio di sì - prosegue Moltedo - visto quello che è successo in estate quando la famiglia Scavolini ha annunciato di voler ridimensionare gli investimenti nel basket. Questo non vuol dire, tuttavia, che la gara odierna sarà facile, tutt'altro, credo che sia la partita più difficile di questo avvio di stagione. Pesaro è una squadra ben guidata in panchina, giovane e con talento sufficiente a mettere in difficoltà qualsiasi avversario. Sarà una battaglia».
Una battaglia il cui esito fa trepidare i tifosi rosetani: «Sì, lo so - esclama la guardia/ala uruguagia - Già prima della partita con Varese molti tifosi mi hanno fermato per la strada raccomandandomi la vittoria contro Pesaro. Per quanto mi riguarda posso garantire il massimo impegno alla causa, non voglio certo fare sconti: gioco per Roseto e voglio vincere con la maglia di Roseto».
Giorgio Pomponi