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Tanjevic, non siamo quelli di Genova

La verve di Scarone, che ha il numero 16 che in un recentissimo passato è stato del baby Belinelli e la calma di Tanjevic, per nulla impressionato dal fatto di ritrovarsi di fronte l'uomo (Messina) che gli ha passato le consegne due volte (nel 1997, alla guida della nazionale, e nella scorsa estate). E il presidente Marco Madrigali, che con gli ultimi due innesti (tre considerando il Koturovic della scorsa settimana), ha fatto felice proprio Boscia, che aspetta solo il recupero degli infortunati.
Oggi, intanto, nella prima volta di Messina contro il suo passato, ci sarà, in casa Virtus, la prima volta del turn over degli extracomunitari. Il primo a farne le spese sarà Mladen Sekularac, che anche a Belgrado aveva collezionato un «ne» (non entrato) a causa di una leggera distorsione alla caviglia. La presenza di Madrigali, particolarmente soddisfatto – «ma se devo fare un pronostico, oggi, dico Benetton, perché sono più avanti» -, lascia aperto il campo ad alcune ipotesi. E cioè che la società, dopo aver ultimato il gruppo, sia vicina all'accordo con uno sponsor di prestigio, in attesa di chiudere il cerchio ritrovando quei tifosi che, da metà settembre in avanti, hanno deciso di trascorrere in maniera diversa le loro domeniche.
«Il ritorno di Messina – attacca German – rende la sfida con la Benetton un po' particolare. Ma io non voglio entrare in questi argomenti, anche perché si tratta di questioni che io ho conosciuto solo leggendole sui giornali. Posso dire che, intanto, mi sono integrato bene e che ho potuto giocare con tranquillità. La gara con la Benetton è difficile perché loro sono molto forti. Dovremo uscire dal campo solo dopo aver dato il 100 per cento».
Concetto sottoscritto anche da Tanjevic, che in German ha sempre creduto, sin dai tempi della nazionale. «I nostri problemi alle Olimpiadi – commenta – sono cominciati il 26 agosto, quando Scarone si è fatto male». Dall'altra parte c'è Messina, Boscia non teme il confronto con il personaggio, ma rispetta il valore di una squadra molto valida. «Sono i campioni d'Italia, ci sono tanti giocatori in grado di rendersi protagonisti. Noi, per fortuna, non siamo più quelli di Genova e della Supercoppa. Ma in fondo era facile migliorare da quel punto. Sono preoccupato, però, per la qualità del gioco, non per le storie degli ex. Queste vicende fanno parte della pallacanestro.
Successe qualcosa di simile anche a me, con Milano, quando tornammo a Trieste. Solo che fummo insultati per 30 minuti. Il pubblico, quando non aggredisce, ha il diritto di manifestare il proprio dissenso. Credo che oggi avremo il sostegno dei nostri tifosi che, ogni qual volta abbiamo avuto bisogno del loro incitamento, si sono sempre fatti sentire. Le virtù di Messina? Serietà, concentrazione sul lavoro, tattica dei tempi moderni, qualità. Ma anch'io so preparare la squadra».
Nessuna polemica particolare, dunque, solo una gara che promette spettacolo, anche sugli spalti. Se il PalaMalaguti, come sembra, dovesse ritrovare i numeri di un tempo nemmeno troppo lontano.
Alessandro Gallo
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