DOTTOR Spinosa, tifoso fortitudino Doc, scelga lei: meglio che oggi perda la Virtus o perda Messina?
«La Virtus, sempre».
Beh, anche Messina non dev´esserle indifferente, per quel che ha rappresentato per 9 anni, quanto a 'virtussinità´.
«Certo, a lui quei panni calzavano benissimo, e ha saputo portarli, ma la vera virtussinità resta quella dei tifosi».
Ma come, mai come ora il loro tifo è confuso, spaccato, diviso in correnti e rivoli, addirittura dissidente, e lei me lo raffigura come un monolite?
«Nessuna novità, un monolite non lo è mai stato. Anzi, per definizione, il tifo virtussino è una manifestazione di individualismo, mai diventato un modo d´essere, o una struttura per vivere l´evento insieme. Piuttosto, la Virtus ha ora un grande tecnico, Tanjevic. E con un´immagine non da allenatore virtussino».
Che sarebbe?
«E dai Messina piangi un po´, ci siamo capiti».
L´accusa a Madrigali, da parte del tifo dissidente, è di aver snaturato l´identità della Virtus. Lei che a queste cose ci tiene, come la vede?
«Ripeto, l´identità d´una società è data dai suoi tifosi. Che ora, difatti, l´abbandonano nei momenti di difficoltà».
Un suo aforisma recitava: la Virtus privilegia l´avere, la Fortitudo l´essere. Tra Messina e Madrigali, chi più ha rappresentato l´avere?
«Entrambi allo stesso modo».
In nessun dirigente della Virtus è mai emerso un frammento di questo essere?
«Forse in Cazzola, certamente il presidente meno virtussino».
La Fossa, quando Messina fu sollevato, scrisse sul suo santino "Non ci mancherai per niente". E a lei manca?
«No, non mi manca lui, e mi preoccupa che ora abbiano Tanjevic, grande allenatore e grande persona».
Dottore, mi sta diventando virtussino.
«Non lo dica neppure per scherzo».
(w.f.)
«La Virtus, sempre».
Beh, anche Messina non dev´esserle indifferente, per quel che ha rappresentato per 9 anni, quanto a 'virtussinità´.
«Certo, a lui quei panni calzavano benissimo, e ha saputo portarli, ma la vera virtussinità resta quella dei tifosi».
Ma come, mai come ora il loro tifo è confuso, spaccato, diviso in correnti e rivoli, addirittura dissidente, e lei me lo raffigura come un monolite?
«Nessuna novità, un monolite non lo è mai stato. Anzi, per definizione, il tifo virtussino è una manifestazione di individualismo, mai diventato un modo d´essere, o una struttura per vivere l´evento insieme. Piuttosto, la Virtus ha ora un grande tecnico, Tanjevic. E con un´immagine non da allenatore virtussino».
Che sarebbe?
«E dai Messina piangi un po´, ci siamo capiti».
L´accusa a Madrigali, da parte del tifo dissidente, è di aver snaturato l´identità della Virtus. Lei che a queste cose ci tiene, come la vede?
«Ripeto, l´identità d´una società è data dai suoi tifosi. Che ora, difatti, l´abbandonano nei momenti di difficoltà».
Un suo aforisma recitava: la Virtus privilegia l´avere, la Fortitudo l´essere. Tra Messina e Madrigali, chi più ha rappresentato l´avere?
«Entrambi allo stesso modo».
In nessun dirigente della Virtus è mai emerso un frammento di questo essere?
«Forse in Cazzola, certamente il presidente meno virtussino».
La Fossa, quando Messina fu sollevato, scrisse sul suo santino "Non ci mancherai per niente". E a lei manca?
«No, non mi manca lui, e mi preoccupa che ora abbiano Tanjevic, grande allenatore e grande persona».
Dottore, mi sta diventando virtussino.
«Non lo dica neppure per scherzo».
(w.f.)
Fonte: La Repubblica