ROMA - Un altro esame per la Virtus, stavolta a Pozzuoli in casa della Pompea Napoli. Sfida di ex, lo sponsor che una volta era di Roma, l’allenatore dei giallorossi Piero Bucchi che appena cinque mesi fa ha portato i partenopei in serie A1. Partita intensa questa con i campani ai quali la classifica non rende affatto giustizia, 4 punti appena ma una forza decisamente superiore. Domenica scorsa la Pompea di Andrea Mazzon ha ceduto solo nel finale alla Benetton capofila, 95-92 per Treviso grazie alla vena di Bulleri. Napoli con un Lamarr Greer in più nel motore, il play arrivato anche lui come Jenkins dalla A2 (da Messina) e grande amico di Horace anche se, sul piano tecnico, i due americani sono diversi. C’è Greer per la Pompea ma anche, ed è l’uomo nuovo del gruppo, Marty Conlon, lungo chiamato con urgenza per dare maggiore consistenza nei rimbalzi, visto che Napoli sotto questo aspetto è ultima.
Roma non vuol cedere nulla, è seconda in classifica, insegue Treviso che oggi affronta a Casalecchio la Virtus Bologna, partita dal sapore specialissimo non solo per la classifica ma perché riporta Ettore Messina, adesso coach dei tuttiverdi, nella città che lo ha visto autentico eroe. Ma anche quella al PalaBlu, così si chiama il palazzetto di Monteruscello, sarà una sfida particolare. Lo sarà anche per una Roma piena di speranze, una Roma che ha la mano dolce, muscoli (con Santiago), fantasia (con Jenkins) e orgoglio (con Myers). Sulla panchina di questa Virtus motivata e lanciata siede Piero Bucchi, il tecnico che ha guidato l’allora Di Nola tra i grandi. «A far bene ci teniamo tanto - chiarisce Bucchi - perché vogliamo consolidare il secondo posto. Gli esami non finiscono proprio mai. Certo, per me c’è il ritorno a Napoli: provo emozione come mi capita ogni volta che torno dove ho allenato. Oggi troverò degli amici ma anche qualcuno arrabbiato con me».
Roma si preoccupa di questa Napoli. Sa, la Virtus, che non sarà facile avere ragione del gruppo del presidente Maione, l’uomo che sembrava intenzionato a tuffarsi anche nel calcio con il Napoli. «La Pompea ha talento - chiarisce Bucchi - anche se all’inizio ha fatto fatica a trovare il ritmo della A1. Ha lasciato andare via Palladino, e forse questo le ha dato maggior equilibrio». Il duello Jenkins-Greer sarà determinante. «Il regista di Napoli è un grande giocatore, realizza molti punti e si prende le giuste responsabilità. Jenkins, che è più basso di lui, saprà mettergli pressione». La Virtus è intenzionata a indossare il vestito da killer, Jenkins vuole avere ancora l’anima del trascinatore, Myers essere di nuovo il giustiziere. Cercare i protagonisti, leggendo poche cifre, studiandone l’atteggiamento. Bucchi presenta la ricetta: «Non dobbiamo far prendere ai nostri avversari fiducia, non dovremo fare accendere Greer e neppure Dontaè Jones. Il nostro segreto? Sarà ancora la difesa».
Carlo Santi
Roma non vuol cedere nulla, è seconda in classifica, insegue Treviso che oggi affronta a Casalecchio la Virtus Bologna, partita dal sapore specialissimo non solo per la classifica ma perché riporta Ettore Messina, adesso coach dei tuttiverdi, nella città che lo ha visto autentico eroe. Ma anche quella al PalaBlu, così si chiama il palazzetto di Monteruscello, sarà una sfida particolare. Lo sarà anche per una Roma piena di speranze, una Roma che ha la mano dolce, muscoli (con Santiago), fantasia (con Jenkins) e orgoglio (con Myers). Sulla panchina di questa Virtus motivata e lanciata siede Piero Bucchi, il tecnico che ha guidato l’allora Di Nola tra i grandi. «A far bene ci teniamo tanto - chiarisce Bucchi - perché vogliamo consolidare il secondo posto. Gli esami non finiscono proprio mai. Certo, per me c’è il ritorno a Napoli: provo emozione come mi capita ogni volta che torno dove ho allenato. Oggi troverò degli amici ma anche qualcuno arrabbiato con me».
Roma si preoccupa di questa Napoli. Sa, la Virtus, che non sarà facile avere ragione del gruppo del presidente Maione, l’uomo che sembrava intenzionato a tuffarsi anche nel calcio con il Napoli. «La Pompea ha talento - chiarisce Bucchi - anche se all’inizio ha fatto fatica a trovare il ritmo della A1. Ha lasciato andare via Palladino, e forse questo le ha dato maggior equilibrio». Il duello Jenkins-Greer sarà determinante. «Il regista di Napoli è un grande giocatore, realizza molti punti e si prende le giuste responsabilità. Jenkins, che è più basso di lui, saprà mettergli pressione». La Virtus è intenzionata a indossare il vestito da killer, Jenkins vuole avere ancora l’anima del trascinatore, Myers essere di nuovo il giustiziere. Cercare i protagonisti, leggendo poche cifre, studiandone l’atteggiamento. Bucchi presenta la ricetta: «Non dobbiamo far prendere ai nostri avversari fiducia, non dovremo fare accendere Greer e neppure Dontaè Jones. Il nostro segreto? Sarà ancora la difesa».
Carlo Santi