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Fabriano, serve... qualche miracolo

FABRIANO — Fossero il «caso Nunez» (solo oggi si saprà se scenderà in campo o meno), o la decisione di capitan Massimo Gattoni di «allertare» il suo procuratore per sapere cosa offre il mercato i veri problemi della Carifac Fabriano Basket, ci sarebbe quasi da stare tranquilli. In realtà le complicazioni tecnico-mediche per la già proibitiva sfida di stasera (PalaGuerrieri, ore 18.15) con la Skipper rappresentano solo un infinitesimale granello in un castello di sabbia barcollante al punto da poter veramente anticipare la definitiva caduta nell'assemblea dei soci dell'8 novembre…
Dubbio Nunez. Partiamo, comunque, dall'aspetto sportivo. Pur con due soli giorni settimanali di allenamento ci sarà Porter, il cui ginocchio non sembra fornire complicazioni, e ci sarà anche Kingombe atteso ai primi minuti sul parquet con la maglia fabrianese. Grande incognita, invece, per il play-guardia spagnolo. «I medici — spiega Roberto Carmenati — hanno fornito il loro assenso per farlo essere in campo, ora dipende da lui. Le ultime verifiche, un paio delle quali avvenute in questi giorni, hanno dimostrato che il principio di ernia discale non è affatto peggiorato dal suo arrivo a Fabriano e che si escludono rischi di aggravamento». Ma l'iberico sente dolore, tanto dolore. E sembra fidarsi poco di calarsi nell'arena per «sbattersi» in una lotta impari. «La partita? Ci vuole un miracolo» taglia corto Carmenati. «Loro riavranno in roster anche Basile e Scepanovic, noi siamo in condizioni non ottimali. Comunque, al di là di tutto, abbiamo il dovere morale di dare più del massimo».
Tifosi decisivi? Finalmente il pubblico comincia a rendersi conto del suo determinante ruolo di sprone verso un'imprenditoria, ancora rintanata nella scarsa sensibilità per un pezzo di storia cittadina e forse sconisgliata a intervenire da un passivo (più o meno un milione di euro) comunque non trascurabile. E' appena scattata l'«autotassazione» di un gruppo di tifosi (50 euro pro capite) per l'acquisto di quote del capitale sociale, proprio mentre il club «Alta tensione» si interroga sulle possibili iniziative per l'appuntamento odierno. «Di sicuro continueremo a sostenere la squadra come abbiamo sempre fatto», rileva il presidente Davide Bergamo. «Quanto al resto, cioè alle eventuali forme di protesta e sollecitazione, decideremo oggi stesso, quando buona parte dei nostri universitari torneranno in città e potremo incontrarci per mettere a punto eventuali strategie».
Alessandro Di Marco
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