CASALECCHIO. Tra i giocatori della Benetton non ci sono scene di disperazione, tuttavia serpeggia la consapevolezza di aver fallito l'occasione per andare in fuga: pur in testa da soli, alle spalle dei tricolori si è formata una muta di inseguitori. «Nel finale, è vero, potevamo ribaltare la situazione - ammette Marcelo Nicola - Ma la verità è che il lavoro dovevamo farlo prima. E' qui il nocciolo della questione. L'avevamo rimediata abbastanza bene, però mi sembra evidente che in questo momento ci mancano parecchie cose». E l'argentino spiega quali: «Direi soprattutto che dobbiamo avere una maggiore consistenza, ossia non accusare troppi cali di tensione. Ed evitare tutte queste palle perse, 13 nel solo primo tempo».
Tra le cose che non funzionano bisognerebbe mettere anche te: in 19 minuti un eloquente 0/4. «La mia condizione fisica mi sembra buona, solo che qualche volta gli schemi non mi tirano in ballo: gli avversari poi mi conoscono bene, mi marcano sempre con grande attenzione. Non so, forse non abbiamo ancora ben compreso quali siano le opzioni per arrivare ai miei tiri. C'è poca chiarezza nel gioco, tanti tiri vengono forzati e per me insomma diventa ancora più difficile andare a canestro, soprattutto quando tutti mi stanno addosso».
Il dato delle palle perse è la principale, se non l'unica chiave di lettura. Questa è la spiegazione di Jorge Garbajosa: «La Virtus ha messo tanta pressione. Il risultato è che, soprattutto nella prima parte di gara, abbiamo buttato via troppi palloni. Poi nel secondo tempo ci siamo espressi meglio, soprattutto in difesa, anche se non ci sono state molte opportunità per correre in contropiede. Ad ogni modo la squadra deve migliorare un po' in tutto, non solo nella palle perdute».
Avete risentito dell'emozione di Messina?
«No, non credo. Ettore è una persona incredibile ma noi la gara l'avevamo preparata come al solito, la Virtus poi l'abbiamo considerata come gli altri avversari».
Le cifre sono da buon tiratore, però un paio di volte, compresa l'ultima azione, un passo indietro pur avendo tutto lo spazio per sganciare la bomba. Vome mai?
«Quell'ultima palla l'ho passata perchè mancava ancora troppo tempo. Non era opportuno lasciare loro un'altra azione, allora ho scelto di passarla a Mario. E' stato uno di quei tiri che si possono fare o sbagliare».
Ad ogni modo siete ancora prima e da soli...
«La stagione è ancora lunghissima, ma noi vogliamo ricomincioare a vincere, a partire da giovedì con il Cibona».
A fine gara spiacevole episodio per uno degli addetti stampa della Benetton, aggredito da un gruppetto di esagitati (chissà perchè, dopo una vittoria...) che gli hanno danneggiato anche l'auto. L'ultima volta che la Benetton venne a Bologna, finale scudetto con la Skipper, un altro collega fu colpito alla testa. Chissà che qualcuno qui cominci a capire che la cosiddetta Basket City non è degna di simili mascalzonate.
Tra le cose che non funzionano bisognerebbe mettere anche te: in 19 minuti un eloquente 0/4. «La mia condizione fisica mi sembra buona, solo che qualche volta gli schemi non mi tirano in ballo: gli avversari poi mi conoscono bene, mi marcano sempre con grande attenzione. Non so, forse non abbiamo ancora ben compreso quali siano le opzioni per arrivare ai miei tiri. C'è poca chiarezza nel gioco, tanti tiri vengono forzati e per me insomma diventa ancora più difficile andare a canestro, soprattutto quando tutti mi stanno addosso».
Il dato delle palle perse è la principale, se non l'unica chiave di lettura. Questa è la spiegazione di Jorge Garbajosa: «La Virtus ha messo tanta pressione. Il risultato è che, soprattutto nella prima parte di gara, abbiamo buttato via troppi palloni. Poi nel secondo tempo ci siamo espressi meglio, soprattutto in difesa, anche se non ci sono state molte opportunità per correre in contropiede. Ad ogni modo la squadra deve migliorare un po' in tutto, non solo nella palle perdute».
Avete risentito dell'emozione di Messina?
«No, non credo. Ettore è una persona incredibile ma noi la gara l'avevamo preparata come al solito, la Virtus poi l'abbiamo considerata come gli altri avversari».
Le cifre sono da buon tiratore, però un paio di volte, compresa l'ultima azione, un passo indietro pur avendo tutto lo spazio per sganciare la bomba. Vome mai?
«Quell'ultima palla l'ho passata perchè mancava ancora troppo tempo. Non era opportuno lasciare loro un'altra azione, allora ho scelto di passarla a Mario. E' stato uno di quei tiri che si possono fare o sbagliare».
Ad ogni modo siete ancora prima e da soli...
«La stagione è ancora lunghissima, ma noi vogliamo ricomincioare a vincere, a partire da giovedì con il Cibona».
A fine gara spiacevole episodio per uno degli addetti stampa della Benetton, aggredito da un gruppetto di esagitati (chissà perchè, dopo una vittoria...) che gli hanno danneggiato anche l'auto. L'ultima volta che la Benetton venne a Bologna, finale scudetto con la Skipper, un altro collega fu colpito alla testa. Chissà che qualcuno qui cominci a capire che la cosiddetta Basket City non è degna di simili mascalzonate.