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A Roseto rispunta il solito Beric

Il giocatore della Scavolini ha fatto un'altra gara al di sotto delle sue possibilità

ROSETO — Dentro gli spogliatoi l'inferno per il quinto fallo di squadra di Roseto - non segnalato dal tavolo - e che poteva mandare Pesaro ai liberi, anziché rimettere dal fondo. Il tutto nei momenti finali della gara. Sarebbe cambiato il risultato finale (78-75 per Roseto)? Per alcuni no, per altri sì.
Un episodio all'interno di una partita che Pesaro ha giocato con grandissimo spirito e che chiude lasciando grandi rammarichi sui tanti che l'hanno seguita in questa trasferta difficile ed ostica, perché Roseto rimane sempre un campo difficile da affrontare.
Bianchini ha dato una «ripulita», ma la forza d'urto di un pubblico neofita rimane tutto. Bello ma anche pericoloso se è vero che alcuni componenti dell'Inferno si sono ritrovati bersagliate da alcune pietre.
Comunque non è questo l'importante di questa trasferta della Scavolini che sta mostrando i segni di una grande reattività nervosa, la capacità cioè di non crollare ma anzi di reagire anche nei monenti di difficoltà. Ora per Crespi si apre il problema di Gilbert, il negretto tenuto in castigo per tre partite. Mandato in campo al posto di Richardson ha tenuto degnamente il campo, sia in difesa che in attacco. Non male tenendo poi conto che si è di fronte ad una guardia, in posizione di play.
Adesso con l'infortunio di Beric (non sembra comunque grave lo slavo), si allargherà il suo spazio di manovra.
Invece occorre aprire una parentesi proprio su Beric. Una partita davvero incolore la sua. Un'entrata contro Milic ad inizio di gara, una bomba e quindi un'altra bomba su uno scarico d'oro di Richardson. Tiene il campo solamente perché la difesa avversaria comunque lo deve marcare e su di lui spreca un uomo importante. Tutto qui. Per il resto un vero disastro. E non sarebbe questa una novità se si vanno a rileggere le sue gare, anche quelle dell'anno scorso.
Il problema appare un altro: sembra ancora una volta un giocatore isolato dal resto della squadra, marginale al gioco dei campagni. I tre americani che parlano in mezzo al campo nei momenti caldi dell'incontro e lui da una parte. Non riesce ad integrasi forse perchè questo, come è stato più volte sottolineato nel corso dell'altra stagione, non è il suo mare. Qui non naviga bene. E a questo punto difficile dire se le cose potranno migliorare con il passare del tempo. Il bastone del comando in questa formazione lo ha preso chiaramente nelle mani Richardson e Beric in questo contesto tende ad isolarsi. Rispunta un problema come quello con Booker? Speriamo di no. Sicuramente se il giocatore dovesse trovare qualche soluzione alternativa alla Scavolini sarebbe un affare per tutti (giocatore compreso) se cambiasse aria. La sensazione che lascia questa Scavolini, nonostante i suoi limiti sotto canestro, è che con un altro giocatore importante da affiancare a Richardson, farebbe vedere delle buone cose. Ma questa è la situazione. All'orizzonte un uomo solo, non si chiama Coppi, ma Richardson. Ma il problema è che questo è basket, non ciclismo.
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