Si ferma a Napoli il volo radente della Virtus Roma (74-72), che insieme alla partita perde l’occasione di agganciare la Benetton (sconfitta dalla Virtus Bologna) in vetta alla classifica. Partita strana, con Roma che alterna luci intense ed incredibili black out, suona la carica in avvio e con Carlton Myers tenuto in panchina dopo le coliche di metà settimana, si affida alla mano calda di Marko Tusek per fare danni. Alla prima sirena ci sono 15 punti di vantaggio (17-32), Napoli è in bambola, colpita a freddo dalle folate di Jenkins e dalle 3 bombe dello sloveno. Ma Napoli non ci sta, accusa il colpo e prova a riorganizzare le idee, Mazzon chiede gli straordinari a Greer (24 punti), alterna Andersen e Conlon per provare a spegnere l’entusiasmo di Santiago, ordina una difesa asfissiante sugli esterni, per limitare il loro potenziale offensivo. La facilità vissuta in avvio di gara si ritorce contro la Virtus che, quando si devono tirare fuori i muscoli, si fa sorprendere impreparata; Greer dà sfoggio di talento, non sanno come fermarlo e punto su punto il vantaggio è rosicchiato. Al riposo (39-42) si va con il capitale oramai sperperato, i 3 falli fischiati in un battibaleno a Myers e Santiago si fanno sentire, l’aggressività in difesa diventa un optional; Napoli si esalta, i cattivi pensieri iniziano a fare capolino nello spogliatoio romano.
La svolta si ha nel terzo periodo, quello in cui ai padroni di casa riesce tutto facile. Bucchi prova a correre ai ripari, chiede ossigeno a Zanelli, sacrificio a Tonolli, ordine a Bonora, ma il canestro per i suoi sembra stregato, per gli altri una vasca da bagno in cui infilare il pallone da tutte le parti. Parziale da incubo (15-1), l’abbrivio iniziale a questo punto è un boomerang difficile da rispedire al mittente, anche se prima dell’ultima sirena Roma torna a respirare aiutata dalle incredibili stoppate del suo gigante e dai cambi di ritmo del folletto Jenkins. Si torna in parità, la sfida ad elastico finisce in volata, ma questa volta alla resa dei conti la Virtus non riesce a mettere in campo quell’istinto del killer che fin qui l’aveva fatta volare. Righetti perde 3 palle avvelenate, prima di farsi fischiare uno sfondamento plateale nell’azione del sorpasso. Il quinto fallo di Tonolli si fa sentire, Clack e Greer tengono a galla il sogno napoletano, anche se l’ultimo possesso lo deve gestire Roma. Ci sono 17’’ da giocare e 2 punti da recuperare e come sempre succede quando la palla scotta finisce nelle mani d’amianto di Carlton Myers: il suo tiro si spegne sul ferro, poteva essere sorpasso, è sconfitta. La seconda nel campionato romano.
Valerio Vecchiarelli
La svolta si ha nel terzo periodo, quello in cui ai padroni di casa riesce tutto facile. Bucchi prova a correre ai ripari, chiede ossigeno a Zanelli, sacrificio a Tonolli, ordine a Bonora, ma il canestro per i suoi sembra stregato, per gli altri una vasca da bagno in cui infilare il pallone da tutte le parti. Parziale da incubo (15-1), l’abbrivio iniziale a questo punto è un boomerang difficile da rispedire al mittente, anche se prima dell’ultima sirena Roma torna a respirare aiutata dalle incredibili stoppate del suo gigante e dai cambi di ritmo del folletto Jenkins. Si torna in parità, la sfida ad elastico finisce in volata, ma questa volta alla resa dei conti la Virtus non riesce a mettere in campo quell’istinto del killer che fin qui l’aveva fatta volare. Righetti perde 3 palle avvelenate, prima di farsi fischiare uno sfondamento plateale nell’azione del sorpasso. Il quinto fallo di Tonolli si fa sentire, Clack e Greer tengono a galla il sogno napoletano, anche se l’ultimo possesso lo deve gestire Roma. Ci sono 17’’ da giocare e 2 punti da recuperare e come sempre succede quando la palla scotta finisce nelle mani d’amianto di Carlton Myers: il suo tiro si spegne sul ferro, poteva essere sorpasso, è sconfitta. La seconda nel campionato romano.
Valerio Vecchiarelli