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Roma, sulla sirena l’addio al primato

Bucchi, occasione persa. Myers sbaglia il tiro decisivo da tre punti

POZZUOLI - Muore sul ferro la speranza di vincere la sfida con la pericolosa Napoli, Roma sciupa tanto in una partita dai mille volti, avanti prima con facilità, 15 punti volando sulle ali dell’euforia, poi si inceppa trovando nella difesa della Pompea un grande ostacolo. A poco serve il riscatto nel terzo quarto e poi lo sprint negli ultimi 10’, quelli giocati in equilibrio cercando il colpo vincente. Sotto di 2 punti (74-72, il punteggio conclusivo), e con 17" da giocare, Myers ha cercato la bomba della vittoria. Il suo tiro è morto sul ferro. Ma ieri Carlton, non propio al meglio fisicamente, ha anche sbagliato molto dal campo, 6 su 17 per il capitano di Azzurra.
Ha molto da recriminare la Virtus giallorossa, un po’ guardando in casa sua, un po’ nei confronti della direzione di gara - ieri affidata a due fischietti e non tre per l’infortunio (strappo al polpaccio destro) di Seghetti - visto che nel finale qualche svarione dei due arbitri c’è stato. Un fischio al contrario ha dato la palla a Napoli quando invece c’era un fallo netto su Bonora, così come il terzo fallo (inesistente) fischiato in precedenza a Myers. La sconfitta, in ogni caso, non incide niente sul cammino del team di Bucchi che esce a testa alta dal palazzetto di Monteruscello. Peccato però perché ieri ha perso anche la capolista Benetton (a Casalecchio contro la Virtus Bologna). Un’occasione persa per l’aggancio anche se nonostante lo stop la Virtus rimane al secondo posto insieme a Siena, Roseto e Trieste.
Roma ha dato dimostrazione di non voler cedere mai all’avversario anche quando è scivolata indietro, ad inseguire contro un gruppo che difendeva con intensità, pressava e non concedeva niente. Guardando nel proprio cortile, qualche nefandezza c’è stata. Bravo Tusek a colpire da lontano, grande Santiago in difesa, ma Righetti ha sbagliato qualcosa di troppo, ha perso 4 palloni e fallito un paio di canestri facili facili, due azioni in contropiede nelle quali entrambe le volte si è fatto fischiare fallo di sfondamento. Errori ingenui per un giocatore come Alex. E’ mancato Righetti ma anche Tonolli, pur discretamente efficiente in difesa, non ha portato punti.
Roma ha cominciato con Myers in panchina. Carlton non era al meglio dopo una settimana nella quale ha accusato qualche fastidio (male allo stomaco). E’ stato allora Tusek ad armare il braccio, punti e determinazione per lanciare Roma davanti ad una squadra per nulla intenzionata a soccombere. Sembrava, già dopo pochi attimi, un’esercitazione di tiro con la Virtus avanti di 15 punti (13-28 e poi 17-32 al 10’). Nessuno ha fatto però i conti con quello che sarebbe capitato di lì a poco. Una metamorfosi autentica. Jenkins e Tusek irriconoscibili a subire il gioco e i punti di Greer, il migliore della Pompea, trascinatore e funambolo, playmaker e fuciliere, inventore che ha messo in difficoltà quasi da solo l’intera Virtus. Ma non dimentichiamo che questa Napoli allenata da Andrea Mazzon è una buona squadra, una squadra che appena domenica scorsa aveva messo in difficoltà la Benetton a Treviso, con i padroni di casa vincenti solo all’ultimo tiro.
Greer ma anche Conlon, l’ultimo arrivato di una formazione che è intermente straniera (ci sono quattro americani, un danese, un irlandese e un tedesco...) hanno messo Jenkins e Santiago in un angolo nel secondo quarto. Un brivido lungo per Bucchi, il coach applauditissimo al suo ritorno qui, dove pochi mesi fa ha guidato la squadra in A1, tutti in piedi per lui, una targa del suo ex presidente ed anche uno striscione in curva un po’ in suo onore, oggi come ieri onore ai romani guerrieri.
«E’ stata una partita con alti e bassi da una parte e dall’altra - ha commentato Bucchi - Uno stop che ci sta: sapevamo che vincere qui non sarebbe stato semplice». Sfogo nel dopopartita dell’avvocato Maione, il patron di Napoli. «Entro la prossima partita desidero sapere quando avremo il palazzetto a Napoli - ha detto il presidente - se non sarà così so già cosa fare e quale sarà la mia posizione». I politici della città partenopea hanno promesso una tensostruttura a Napoli che doveva essere pronta a dicembre, ma i lavori non sono ancora cominciati.
Carlo Santi
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