La Lauretana di oggi non può pensare di rubare punti alle grandi (o presunte tali), ma quando dai meandri del basket giocato spunta una reale possibilità di vincere contro la Cantù di turno, è peccato mortale non approfittarne al volo. Nell’anticipo di sabato sera, la Pallacanestro Biella si è persa ancora una volta nel finale (70-77), dopo un primo tempo pasticciato, ma concreto, costruito sui 50 punti segnati.
Dopo l’intervallo le forze sono andate via via scemando, aprendo la fuga anche alle poche idee esistenti, addirittura scomparse nell’ultimo quarto.
L’ennesimo arbitraggio scadente ed ostile nel finale, non può essere ancora un alibi accettabile per giustificare la sesta sconfitta su sette gare.
La verità è che il gruppo è incompleto. Manca Cookie Belcher, fondamentale nell’economia del gioco pensato in estate da Alessandro Ramagli, che potrebbe rientrare nella delicata partita casalinga contro Avellino. Se in precedenza si invocava l’arrivo di un playmaker puro per coprire le carenze di Belcher in regia, ora è il caso di correre ai ripari nel settore lunghi dove Jaacks non tiene il campo in serie A e andrebbe tagliato, Sales ha spesso amnesie da juniores pur avendo un discreto talento tutto da sgrezzare; Bougaieff non può trasformarsi tutt’ad un tratto salvatore della patria. A questa squadra serve un lungo di peso che possa essere pericoloso nell’area piccola, togliendo quella insostenibile pressione difensiva che oggi è tutta sulle spalle degli esterni rossoblu.
In questa situazione, difficile mettere insieme due passaggi consecutivi contro una difesa schierata che sa benissimo chi fa canestro e chi no.
Così Biella funziona finché riesce a giocare in velocità, cioé quanto accaduto nei primi due quarti, unitamente a sei triple pesanti divise tra uno stoico Soragna e un redivivo Carraretto.
Dopo l’intervallo la strigliata di Sacripanti convince la banda americana lombarda a difendere entro limiti accettabili e la partita cambia. Biella è ferma sulle gambe: complice l’avversario dall’altra parte del campo e una stanchezza dovuta alle scarse condizioni fisiche di troppi giocatori. Soragna resta in campo con tallonite e distorsione nuova di zecca, ma i 13 punti dei primi venti minuti restano un ricordo. Thomas comincia a palleggiarsi sui piedi, perdendo la cognizione spazio temporale. Sbaglia Ramagli a tenerlo in campo tra i fischi, anche se le alternative in panchina non ci sono. Sarebbe bastato un minuto per rifiatare. La guardia americana (otto palle perse, il re nelle medie della serie A) ritrova comunque il canestro allo scadere del terzo quarto, tenendo acceso il lumicino della speranza con Biella incredibilmente in vantaggio: 63-59. Ma nel quarto finale la Lauretana gioca senza ritmo e senza coesione di squadra; le iniziative personali si perdono nel vuoto, mentre l’mvp Hines completa con Stonerook (a tratti inarrestabile) un lavoro silenzioso, ma devastante. Biella mette insieme 20 punti in venti minuti: così non si vince contro nessuno.
Cantù ne segna pochi, 33, ma bastano per vincere la prima partita lontano dal Pianella.
La prossima trasferta è a Roma, dove Daniel Santiago potrà travestirsi da Shaquille O’Neal, senza parlare dei vari Myers, Jenkins e compagnia. Impensabile vincere. In questo momento però, bisogna, più che mai, non perdere calma e morale. Proprio per questo sarebbe il caso di anticipare un intervento sul mercato, certamente più conveniente più avanti per questione di budget.
Vincere contro Avellino e Fabriano potrebbe cambiare la stagione, ma soprattutto riportare un po’ di serenità in un ambiente che si sta logorando troppo in fretta, malgrado il sostegno ad oltranza di uno splendido pubblico.
Gabriele Pinna
Dopo l’intervallo le forze sono andate via via scemando, aprendo la fuga anche alle poche idee esistenti, addirittura scomparse nell’ultimo quarto.
L’ennesimo arbitraggio scadente ed ostile nel finale, non può essere ancora un alibi accettabile per giustificare la sesta sconfitta su sette gare.
La verità è che il gruppo è incompleto. Manca Cookie Belcher, fondamentale nell’economia del gioco pensato in estate da Alessandro Ramagli, che potrebbe rientrare nella delicata partita casalinga contro Avellino. Se in precedenza si invocava l’arrivo di un playmaker puro per coprire le carenze di Belcher in regia, ora è il caso di correre ai ripari nel settore lunghi dove Jaacks non tiene il campo in serie A e andrebbe tagliato, Sales ha spesso amnesie da juniores pur avendo un discreto talento tutto da sgrezzare; Bougaieff non può trasformarsi tutt’ad un tratto salvatore della patria. A questa squadra serve un lungo di peso che possa essere pericoloso nell’area piccola, togliendo quella insostenibile pressione difensiva che oggi è tutta sulle spalle degli esterni rossoblu.
In questa situazione, difficile mettere insieme due passaggi consecutivi contro una difesa schierata che sa benissimo chi fa canestro e chi no.
Così Biella funziona finché riesce a giocare in velocità, cioé quanto accaduto nei primi due quarti, unitamente a sei triple pesanti divise tra uno stoico Soragna e un redivivo Carraretto.
Dopo l’intervallo la strigliata di Sacripanti convince la banda americana lombarda a difendere entro limiti accettabili e la partita cambia. Biella è ferma sulle gambe: complice l’avversario dall’altra parte del campo e una stanchezza dovuta alle scarse condizioni fisiche di troppi giocatori. Soragna resta in campo con tallonite e distorsione nuova di zecca, ma i 13 punti dei primi venti minuti restano un ricordo. Thomas comincia a palleggiarsi sui piedi, perdendo la cognizione spazio temporale. Sbaglia Ramagli a tenerlo in campo tra i fischi, anche se le alternative in panchina non ci sono. Sarebbe bastato un minuto per rifiatare. La guardia americana (otto palle perse, il re nelle medie della serie A) ritrova comunque il canestro allo scadere del terzo quarto, tenendo acceso il lumicino della speranza con Biella incredibilmente in vantaggio: 63-59. Ma nel quarto finale la Lauretana gioca senza ritmo e senza coesione di squadra; le iniziative personali si perdono nel vuoto, mentre l’mvp Hines completa con Stonerook (a tratti inarrestabile) un lavoro silenzioso, ma devastante. Biella mette insieme 20 punti in venti minuti: così non si vince contro nessuno.
Cantù ne segna pochi, 33, ma bastano per vincere la prima partita lontano dal Pianella.
La prossima trasferta è a Roma, dove Daniel Santiago potrà travestirsi da Shaquille O’Neal, senza parlare dei vari Myers, Jenkins e compagnia. Impensabile vincere. In questo momento però, bisogna, più che mai, non perdere calma e morale. Proprio per questo sarebbe il caso di anticipare un intervento sul mercato, certamente più conveniente più avanti per questione di budget.
Vincere contro Avellino e Fabriano potrebbe cambiare la stagione, ma soprattutto riportare un po’ di serenità in un ambiente che si sta logorando troppo in fretta, malgrado il sostegno ad oltranza di uno splendido pubblico.
Gabriele Pinna