SCALDATA dai tepori di questa tardiva estate, e soprattutto dalla probante vittoria su Treviso, la Virtus ha riaperto ieri una campagna abbonamenti di San Martino. Si potrà fare la tessera, in sede, fino a giovedì 31, se l´antica fiamma, domenica sera, fosse di nuovo divampata in cuore. Di certo, adesso s´è chiuso un capitolo, placando l´onda della nostalgia e lasciando, dopo il revival, le carte stracce, vagamente deludenti, di tutti gli eventi troppo attesi. L´ultima domenica d´ottobre ha consegnato la Virtus del presente e del futuro. A chi la vorrà, e a chi non la vorrà. Così, all´indomani delle inevitabili liturgie da Grande Ritorno, e della vittoria che ne ha disinnescato le residue minacce, sarà pure il caso di tornare a parlare di basket. E dirsi allora che, in sette giorni, da Basket City sono uscite stese le due più annunciate potenze del campionato: Siena con la Fortitudo, Treviso con la Virtus. Non è ancora un riallineamento ai tempi dell´impero turrito, ma è un segnale che anche Bologna può starci, in un torneo che lascia intravedere equilibri fatti più di scadimenti che di progressi. Tanjevic ha lavorato ieri, in vista dello Slask: sul videotape che raccontava i polacchi forse s´è riavvolto pure qualche nastro di domenica.
Boscia, per sentirsi come?
«Bene, ovvio. Pensando soprattutto a come avrei potuto sentirmi se avessimo perso. Sarebbe stata una botta e sarebbero stati due punti in meno in una classifica che già non è bella e ci costringe a rincorrere. So che a molti interessava il contorno, ma per me domenica c´erano solo due punti da prendere, contro la Benetton, la squadra più forte che c´è. Non avevo altri pensieri».
Così, la cosa che la Virtus ha fatto meglio quale è stata?
«Reggere all´urto iniziale, al loro 17-10 in un amen. Loro segnavano facile, se è per questo anche noi, ma una partita a farne uno in più non credo l´avremmo mai vinta. Mi sono sentito più sicuro quando la squadra s´è messa a difendere».
E la cosa peggiore?
«Ne abbiamo tante, ed è ovvio, perché tra vecchi e nuovi questi uomini hanno giocato pochissimo insieme. La prima cosa che mi viene è migliorare la tenuta difensiva negli uno contro uno. Le loro buone percentuali da due sono nate da tiri facili. Coprivamo bene il perimetro, abbiamo lasciato l´area».
Sull´ultima palla di Stojic, libero in angolo, non ha rivisto l´Alvertis che un anno fa agli Europei in Turchia, segnando all´ultimo secondo, ribaltò i destini della sua Italia?
«No, sinceramente non ci ho ripensato. Credo che abbiamo difeso con l´idea giusta. O come preferisco io. Io sto meglio sopra di uno con la palla agli altri, c´è chi sta meglio sotto di uno e palla in mano. Questione di gusti. Poi, voglio dire, sarebbe stata una beffa enorme. Avevamo già pagato troppo, fin lì: perfino Rigaudeau, uno che ha presenti mille cose quand´è in campo, e non ne sbaglia una, s´era addormentato, poco prima, lasciando a Langdon una tripla facile. Se infilavano l´ultimo tiro sarebbe stato troppo».
Il presidente cosa le ha detto dopo la gara?
«Niente di particolare, il presidente è sempre pacato, disponibile. Non è stato un dopopartita molto diverso da quello con l´Asvel. Allora pareva un disastro, lui venne negli spogliatoi a chiederci di cosa fossimo preoccupati. Stavolta era contento, ci mancherebbe, ma al solito molto composto».
Domani sera Casalecchio riaprirà per lo Slask, e presto verrà distribuito al palasport un nuovo house organ, a cura della società, in luogo di «Bianconero». La testata all´oggi non ha nome, che pare verrà scelto fra i tifosi, per referendum. Infine, al capitolo sfoltimento, Bowdler è ormai vicinissimo a Siena.
Walter Fuochi
Boscia, per sentirsi come?
«Bene, ovvio. Pensando soprattutto a come avrei potuto sentirmi se avessimo perso. Sarebbe stata una botta e sarebbero stati due punti in meno in una classifica che già non è bella e ci costringe a rincorrere. So che a molti interessava il contorno, ma per me domenica c´erano solo due punti da prendere, contro la Benetton, la squadra più forte che c´è. Non avevo altri pensieri».
Così, la cosa che la Virtus ha fatto meglio quale è stata?
«Reggere all´urto iniziale, al loro 17-10 in un amen. Loro segnavano facile, se è per questo anche noi, ma una partita a farne uno in più non credo l´avremmo mai vinta. Mi sono sentito più sicuro quando la squadra s´è messa a difendere».
E la cosa peggiore?
«Ne abbiamo tante, ed è ovvio, perché tra vecchi e nuovi questi uomini hanno giocato pochissimo insieme. La prima cosa che mi viene è migliorare la tenuta difensiva negli uno contro uno. Le loro buone percentuali da due sono nate da tiri facili. Coprivamo bene il perimetro, abbiamo lasciato l´area».
Sull´ultima palla di Stojic, libero in angolo, non ha rivisto l´Alvertis che un anno fa agli Europei in Turchia, segnando all´ultimo secondo, ribaltò i destini della sua Italia?
«No, sinceramente non ci ho ripensato. Credo che abbiamo difeso con l´idea giusta. O come preferisco io. Io sto meglio sopra di uno con la palla agli altri, c´è chi sta meglio sotto di uno e palla in mano. Questione di gusti. Poi, voglio dire, sarebbe stata una beffa enorme. Avevamo già pagato troppo, fin lì: perfino Rigaudeau, uno che ha presenti mille cose quand´è in campo, e non ne sbaglia una, s´era addormentato, poco prima, lasciando a Langdon una tripla facile. Se infilavano l´ultimo tiro sarebbe stato troppo».
Il presidente cosa le ha detto dopo la gara?
«Niente di particolare, il presidente è sempre pacato, disponibile. Non è stato un dopopartita molto diverso da quello con l´Asvel. Allora pareva un disastro, lui venne negli spogliatoi a chiederci di cosa fossimo preoccupati. Stavolta era contento, ci mancherebbe, ma al solito molto composto».
Domani sera Casalecchio riaprirà per lo Slask, e presto verrà distribuito al palasport un nuovo house organ, a cura della società, in luogo di «Bianconero». La testata all´oggi non ha nome, che pare verrà scelto fra i tifosi, per referendum. Infine, al capitolo sfoltimento, Bowdler è ormai vicinissimo a Siena.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica