REGGIO CALABRIA – Trieste amara per i neroarancio che, dopo aver condotto in vantaggio più di tre quarti della partita, si ritrovano alla fine con un parziale mortificante di 20 a 1 che consente agli alabardati di concludere in bellezza. L'allenatore triestino Pancotto scherzando con i proverbi ha detto che chi di difesa ferisce di difesa perisce. Infatti per oltre 34 minuti i padroni di casa hanno gradito poco le variazioni difensive proposte dal coach reggino. Subito dopo però i triestini hanno adottato a loro volta una match-up con grande intensità e i giocatori neroarancio si sono trasformati in statue di sale, impotenti a porre un qualsiasi argine allo strapotere dei padroni di casa. Si è passati così dal più nove per la Viola al più 11 per il Trieste. Una Viola che praticamente è crollata davanti alla zona proposta da Pancotto, è stata spettatrice impotente della rimonta più folle. Vedendosi così sfuggire sotto il naso tutti i sogni di gloria cullati per gli oltre 34 minuti di continuo vantaggio. Cosa è successo a Lardo e ai suoi uomini in campo per non saper reagire a una situazione paradossale quanto tragica. Spettatori impotenti di una sconfitta fino a qualche minuto prima impensabile. Una sconfitta che non può essere certamente archiviata, così come quella subita contro la squadra della Virtus Roma. Occorre che tecnico e giocatori visionino con molta calma la cassetta della partita alla ricerca dei fattori che li hanno inesorabilmente bloccati. Un parziale di 20 a 1 non è cosa di tutti i giorni e merita un approfondimento delle cause che lo hanno determinato. Non basta dire che i padroni di casa hanno adottato alla fine le variazioni difensive messe in atto da Lardo, poiché la Viola ha certamente tra gli schemi anche quelli dell'attacco alla zona. Il coach reggino nelle sue dichiarazioni di fine partita attribuisce la sconfitta ai troppi errori in attacco, ma cosa ancor più grave asserisce che la Viola è crollata davanti alla zona di Pancotto. Entrambe cose che possono succedere, ma ciò che non può trovare giustificazione alcuna è quel parziale grande come una montagna che ha schiacciato i reggini rimandandoli in riva allo Stretto con le pive nel sacco. Non si tratta di accettare questa sconfitta con filosofia, piuttosto di analizzarne le cause per prendere a breve i dovuti correttivi. Se si sparge come è logico la voce, è facile immaginare che da domani tutte le squadre che incontreranno la Viola proveranno a imitare gli ultimi minuti difensivi degli uomini di Pancotto. L'attacco alla zona non è una cosa difficile da mettere in atto se gli uomini in campo gettano nella mischia il loro orgoglio e la loro volontà. Comunque non è necessario creare una tragedia per una sconfitta che, tra l'altro, poteva anche starci. Sono solamente le modalità che portano a riflettere seriamente su quanto è successo a Trieste negli ultimi sei minuti. Lardo dice che è difficile imputare ai ragazzi qualche colpa. Allora viene sin troppo facile chiedersi di chi è la colpa di questa deprimente Caporetto. Possibile che non sia stato trovato il sistema per bloccare questa inattesa valanga di punti. Una Viola alla mercé degli uomini Pancotto, senza la forza di reagire è un episodio da dimenticare al più presto. Dopo averne analizzate le cause che lo hanno determinato adottando con fermezza i dovuti correttivi.
Francesco Calafiore
Francesco Calafiore