PALESEMENTE felice e confuso («Ebbene sì, devo ammetterlo, mi avete messo in crisi»), ieri nella sala del consiglio comunale Gianluigi Porelli ha ricevuto il Nettuno d´oro dalle mani del sindaco, in un tripudio di applausi, sorrisi e strette di mano degli amici di una vita.
L´hanno premiato non tanto perché è stato uno storico presidente della Virtus, ma perché è stato "il" presidente, per Bologna e i bianconeri, ma anche agli occhi del resto del mondo del basket. Guazzaloca e l´assessore Foschini l´hanno ringraziato per aver dato lustro alla città e per tutti i successi ottenuti in 21 anni di strepitosa carriera. Lui invece, con gesto nobile, ha voluto solo ringraziare i suoi tanti collaboratori, alcuni dei quali erano in sala, come l´ex giocatore e dirigente Achille Canna (che fu pure suo socio in Virtus), o come il mitologico custode del palasport oggi intitolato a Dozza, Amato Andalò. «Ha dato ordine e pulizia alla nostra casa e ai nostri colori, gli dobbiamo tanto», ha arringato l´avvocato Porelli, smuovendo le lacrime all´emozionatissimo Andalò. Un ringraziamento affettuoso l´ha mandato anche alla moglie Paola, pure ieri al suo fianco («Ha gestito bene la nostra foresteria per tanto tempo. Anzi, no, molto bene: ora posso dirglielo»).
In sala, il presidente del Coni provinciale Rizzoli, bianconeri di ieri, Martini e Villalta, e bianconeri di oggi, Dado Lombardi, Boscia Tanjevic e il dottor Rimondini. Poi, tra una battuta col manager di Dalla Tobia e l´altra con Giorgio Bonaga, Porelli si è concesso alle telecamere e ai fotografi, ricordandosi ad ogni intervista di ringraziare il suo pubblico. «Senza la forza degli abbonati, non avrei mai combinato nulla. Devo tutto a loro». E loro devono tanto a lui.
(g.e.)
L´hanno premiato non tanto perché è stato uno storico presidente della Virtus, ma perché è stato "il" presidente, per Bologna e i bianconeri, ma anche agli occhi del resto del mondo del basket. Guazzaloca e l´assessore Foschini l´hanno ringraziato per aver dato lustro alla città e per tutti i successi ottenuti in 21 anni di strepitosa carriera. Lui invece, con gesto nobile, ha voluto solo ringraziare i suoi tanti collaboratori, alcuni dei quali erano in sala, come l´ex giocatore e dirigente Achille Canna (che fu pure suo socio in Virtus), o come il mitologico custode del palasport oggi intitolato a Dozza, Amato Andalò. «Ha dato ordine e pulizia alla nostra casa e ai nostri colori, gli dobbiamo tanto», ha arringato l´avvocato Porelli, smuovendo le lacrime all´emozionatissimo Andalò. Un ringraziamento affettuoso l´ha mandato anche alla moglie Paola, pure ieri al suo fianco («Ha gestito bene la nostra foresteria per tanto tempo. Anzi, no, molto bene: ora posso dirglielo»).
In sala, il presidente del Coni provinciale Rizzoli, bianconeri di ieri, Martini e Villalta, e bianconeri di oggi, Dado Lombardi, Boscia Tanjevic e il dottor Rimondini. Poi, tra una battuta col manager di Dalla Tobia e l´altra con Giorgio Bonaga, Porelli si è concesso alle telecamere e ai fotografi, ricordandosi ad ogni intervista di ringraziare il suo pubblico. «Senza la forza degli abbonati, non avrei mai combinato nulla. Devo tutto a loro». E loro devono tanto a lui.
(g.e.)
Fonte: La Repubblica