Non è proprio un bel momento per Marcelo Nicola. Ieri sera, durante l'allenamento, l'argentino, in seguito ad uno scontro fortuito con un compagno, ha riportato un forte colpo al setto nasale. Il giocatore è stato subito sottoposto ad accertamenti radiografici per verificare una probabile frattura. Il suo impiego con il Cibona è in forte dubbio anche se, i casi abbondano nel basket, Nicola potrebbe scendere sul parquet con una maschera protettiva. Intanto, capitan Pittis, l'anima dello spogliatoio della Benetton, interviene sui temi di più scottante attualità. Non trascurando naturalmente il fatto che domani sera arriva il Cibona.
Ricky, anche tu ti senti tagliato fuori dagli schemi?...
«Guardate: a mio avviso questa polemica è nata dal nulla, nel senso che il problema non esiste, e Nicola non lo voleva nemmeno sollevare. Marcelo avrà sbagliato un paio di gare, ma mi sembra umano e normalissimo, perfettamente in linea con quello che è successo in passato».
Chiuso il discorso. Resta aperto quello su Stojic, che sicuramente potrebbe fare ben di più.
«Mario probabilmente si è sentito gravato di responsabilità, ma forse ci si dimentica che ha appena 22 anni, a quell'età non è facile entrare subito nel ruolo di protagonista, anche lui ha bisogno di tempo. L'anno scorso ha avuto una stagione difficile tra, l'infortunio prima e l'arrivo di Bell poi, e quando sbagli una partita, in quella successiva la palla pesa già un chilo in più. Credo che Stojic abbia bisogno soprattutto di fiducia in se stesso».
Dì la verità: sei contentissimo di tornare a giocare titolare.
«Io sono contento in qualsiasi caso, non mi faccio alcun problema, anche perché per me titolare o no è lo stesso: la gestione dei minuti è quella, sia che parta in quintetto o dalla panchina gioco quel tot. Alla Benetton il fatto di iniziare o di entrare poi conta poco: se ci fossero solo sei giocatori, sai che giocano loro e quattro no, ma se ne hai dieci sai che devi dividere i minuti fra tutti. Se guardate gli scout vi accorgerete che gioco lo stesso tempo».
Entriamo nell'attualità: domani sera al Palaverde c'è il Cibona, che è riuscito laddove voi avete fallito, cioè battere l'Efes. Già questo potrebbe costituire un avvertimento.
«Già, hanno superato coloro che ci beffarono ad Istanbul. Inizieremo ora a conoscerli e studiarli, però mi sembra che sia un avversario forte, come tutti quelli che arrivano da quelle parti».
In casa vostra non potete sprecare nulla, comunque.
«Ovviamente no. Al Palaverde siamo davvero obbligati a vincere, ma è anche vero che prima le partite dobbiamo giocarle, nel senso che nessuno viene qui con i due punti in mano dicendoci: prendeteli».
Silvano Focarelli
Ricky, anche tu ti senti tagliato fuori dagli schemi?...
«Guardate: a mio avviso questa polemica è nata dal nulla, nel senso che il problema non esiste, e Nicola non lo voleva nemmeno sollevare. Marcelo avrà sbagliato un paio di gare, ma mi sembra umano e normalissimo, perfettamente in linea con quello che è successo in passato».
Chiuso il discorso. Resta aperto quello su Stojic, che sicuramente potrebbe fare ben di più.
«Mario probabilmente si è sentito gravato di responsabilità, ma forse ci si dimentica che ha appena 22 anni, a quell'età non è facile entrare subito nel ruolo di protagonista, anche lui ha bisogno di tempo. L'anno scorso ha avuto una stagione difficile tra, l'infortunio prima e l'arrivo di Bell poi, e quando sbagli una partita, in quella successiva la palla pesa già un chilo in più. Credo che Stojic abbia bisogno soprattutto di fiducia in se stesso».
Dì la verità: sei contentissimo di tornare a giocare titolare.
«Io sono contento in qualsiasi caso, non mi faccio alcun problema, anche perché per me titolare o no è lo stesso: la gestione dei minuti è quella, sia che parta in quintetto o dalla panchina gioco quel tot. Alla Benetton il fatto di iniziare o di entrare poi conta poco: se ci fossero solo sei giocatori, sai che giocano loro e quattro no, ma se ne hai dieci sai che devi dividere i minuti fra tutti. Se guardate gli scout vi accorgerete che gioco lo stesso tempo».
Entriamo nell'attualità: domani sera al Palaverde c'è il Cibona, che è riuscito laddove voi avete fallito, cioè battere l'Efes. Già questo potrebbe costituire un avvertimento.
«Già, hanno superato coloro che ci beffarono ad Istanbul. Inizieremo ora a conoscerli e studiarli, però mi sembra che sia un avversario forte, come tutti quelli che arrivano da quelle parti».
In casa vostra non potete sprecare nulla, comunque.
«Ovviamente no. Al Palaverde siamo davvero obbligati a vincere, ma è anche vero che prima le partite dobbiamo giocarle, nel senso che nessuno viene qui con i due punti in mano dicendoci: prendeteli».
Silvano Focarelli