CANTU’ – La settimana che ha portato Phill Jones alla gara contro la Lauretana Biella non si può certo dire sia stata delle migliori. Reduce dalla distorsione alla caviglia nella gara con Milano, Phill non ha potuto allenarsi nei primi giorni della settimana anche perché colpito e debilitato da un forte virus influenzale.
Aveva però contribuito a modo suo, ovvero con una prova convincente e coraggiosa, nella gara interna vinta contro la Pippo nella quale era stato protagonista di quei famosi tre contropiede della ripresa che avevano dato imprevedibilità alla manovra canturina, fino a quel momento poco vivace in attacco dove non era mai riuscita ad andar via in contropiede.
A Biella, invece, ha subito le condizioni fisiche precarie e non ha avuto la possibilità di ergersi ancora a protagonista.
Nonostante ciò, dopo le prime sette partite nel nuovo campionato, il “bancario” Phill Jones da Christchurch, un cittadina neozelandese che conta circa 300.000 abitanti, ha già imparato a farsi voler bene dal nuovo pubblico sia per le caratteristiche tecniche (8,4 punti in 17’ conditi da ottime percentuali al tiro) che per quell’attaccamento alla maglia che i tifosi biancoblù hanno già dimostrato di saper apprezzare.
Phill, anzitutto quali sono le tue condizioni fisiche?
“Molto meglio, grazie. Niente più virus ed anche la caviglia è quasi guarita completamente”.
Dopo la terza vittoria in casa siete riusciti a conquistare anche la prima in trasferta: cosa vi ha permesso di sbloccarvi?
“Abbiamo giocato meglio rispetto alle altre partite in trasferta. Nella seconda parte di gara siamo stati quasi perfetti in difesa e lì abbiamo vinto la partita. In più Sam ha fatto una partita straordinaria segnando punti importanti e così siamo riusciti a vincere”.
Secondo te perchè fino alla scorsa domenica non eravate ancora riusciti a vincere fuori casa?
“Sai, è molto diverso il clima che troviamo a Cantù e quello che troviamo quando andiamo sugli altri campi. Qui è molto eccitante giocare davanti al nostro meraviglioso pubblico mentre in trasferta diventa più difficile perché tutta le gente sostiene gli avversari. A parte il fattore del pubblico, credo che fino ad ora ci sia mancato qualcosa nelle gare esterne. A Biella siamo migliorati mentre prima non eravamo mai riusciti a giocare per 40’ intensamente”.
Dopo sette gare giocate nel campionato italiano, cosa ti piace e cosa no di questa lega?
“Non c’è niente che non mi piace. E’ un campionato di alto livello, duro, dove ci sono grandi squadre e grandi giocatori. Io voglio fare il massimo per cercare di fare del mio meglio”.
Come ti sei ambientato a Cantù?
“Per me è una nuova realtà, un campionato diverso da quelli giocati in passato e sicuramente più competitivo. La gente qui è molto vicina alla squadra e per noi giocatori è un piacere perché sentiamo calore intorno. In più, la squadra è ottima ed anche lo staff tecnico mi piace molto”.
Nella tua carriera sei sempre stato abituato a giocare da titolare. Qui hai cambiato realtà partendo dalla panchina. Quali sono le differenze?
“Questo, come ho detto, è un campionato di alto livello ed io non avevo mai giocato in una lega così competitiva. Credo che la differenza principale sia che quando sai di partire titolare sei più tranquillo. Partendo dalla panchina, invece, devi sempre farti trovare pronto perché non hai tempo per scaldarti. Entri quando è necessario e devi subito fare bene. Per me non è un problema. Devo solamente abituarmi per cercare di fare il massimo”.
Simone Giofrè
Aveva però contribuito a modo suo, ovvero con una prova convincente e coraggiosa, nella gara interna vinta contro la Pippo nella quale era stato protagonista di quei famosi tre contropiede della ripresa che avevano dato imprevedibilità alla manovra canturina, fino a quel momento poco vivace in attacco dove non era mai riuscita ad andar via in contropiede.
A Biella, invece, ha subito le condizioni fisiche precarie e non ha avuto la possibilità di ergersi ancora a protagonista.
Nonostante ciò, dopo le prime sette partite nel nuovo campionato, il “bancario” Phill Jones da Christchurch, un cittadina neozelandese che conta circa 300.000 abitanti, ha già imparato a farsi voler bene dal nuovo pubblico sia per le caratteristiche tecniche (8,4 punti in 17’ conditi da ottime percentuali al tiro) che per quell’attaccamento alla maglia che i tifosi biancoblù hanno già dimostrato di saper apprezzare.
Phill, anzitutto quali sono le tue condizioni fisiche?
“Molto meglio, grazie. Niente più virus ed anche la caviglia è quasi guarita completamente”.
Dopo la terza vittoria in casa siete riusciti a conquistare anche la prima in trasferta: cosa vi ha permesso di sbloccarvi?
“Abbiamo giocato meglio rispetto alle altre partite in trasferta. Nella seconda parte di gara siamo stati quasi perfetti in difesa e lì abbiamo vinto la partita. In più Sam ha fatto una partita straordinaria segnando punti importanti e così siamo riusciti a vincere”.
Secondo te perchè fino alla scorsa domenica non eravate ancora riusciti a vincere fuori casa?
“Sai, è molto diverso il clima che troviamo a Cantù e quello che troviamo quando andiamo sugli altri campi. Qui è molto eccitante giocare davanti al nostro meraviglioso pubblico mentre in trasferta diventa più difficile perché tutta le gente sostiene gli avversari. A parte il fattore del pubblico, credo che fino ad ora ci sia mancato qualcosa nelle gare esterne. A Biella siamo migliorati mentre prima non eravamo mai riusciti a giocare per 40’ intensamente”.
Dopo sette gare giocate nel campionato italiano, cosa ti piace e cosa no di questa lega?
“Non c’è niente che non mi piace. E’ un campionato di alto livello, duro, dove ci sono grandi squadre e grandi giocatori. Io voglio fare il massimo per cercare di fare del mio meglio”.
Come ti sei ambientato a Cantù?
“Per me è una nuova realtà, un campionato diverso da quelli giocati in passato e sicuramente più competitivo. La gente qui è molto vicina alla squadra e per noi giocatori è un piacere perché sentiamo calore intorno. In più, la squadra è ottima ed anche lo staff tecnico mi piace molto”.
Nella tua carriera sei sempre stato abituato a giocare da titolare. Qui hai cambiato realtà partendo dalla panchina. Quali sono le differenze?
“Questo, come ho detto, è un campionato di alto livello ed io non avevo mai giocato in una lega così competitiva. Credo che la differenza principale sia che quando sai di partire titolare sei più tranquillo. Partendo dalla panchina, invece, devi sempre farti trovare pronto perché non hai tempo per scaldarti. Entri quando è necessario e devi subito fare bene. Per me non è un problema. Devo solamente abituarmi per cercare di fare il massimo”.
Simone Giofrè