ROSETO. Il sorriso gli dura poche ore quando vince, poi Phil Melillo torna ad indossare quella maschera di ferro che tutti hanno imparato ad accettare: «Il lavoro è una cosa molto seria - si giustifica il coach dell' Euro Roseto - e noi dobbiamo rispondere a tanti che ci giudicano, e giustamente, per i risultati. Ma non dipingetemi come un burbero perché anche a me piace ridere e scherzare, solo dopo una vittoria». Non ha ancora finito di gioire per la prima vittoria in Europa che già pensa al campionato.
«Qualcuno molto più importante di me ha detto che chi si ferma è perduto. Sono d'accordo. Ogni vittoria è già passata l'attimo dopo che l'hai conquistata e ti aspetta sempre una nuova sfida», prosegue.
Tre nuove sfide di campionato, per la precisione (le trasferte consecutive di Udine e Fabriano e la gara interna con Cantù) e due di coppa Uleb (in casa con gli sloveni del Lasko e a Francoforte), poi ci sarà il tempo per rifiatare grazie alla sosta per gli impegni della Nazionale: «Non mi piace guardare oltre il prossimo impegno - dice - il rischio è perdere la concentrazione. Ai miei giocatori chiedo sempre di concentrarsi sulla prossima partita, e nemmeno io riesco a ricordare più di due partite del calendario, al massimo oggi posso buttare un pensierino alla partita di coppa di martedì prossimo, anche se ci lavoreremo a cominciare da lunedì».
Roseto secondo in classifica. Roseto che tra campionato e coppa ha già vinto tre volte fuori casa. Le sembra di sognare? «Sono sorpreso se penso a come eravamo messi pochi giorni prima dell'inizio del campionato e alla partita con Milano, ma devo anche dire che nessuno ci ha regalato nulla e abbiamo incontrato fior di squadre. Credo di non peccare di modestia se dico che la squadra sta esprimendo una buona pallacanestro, anche in attacco. Il gruppo è fantastico, non ci sono primedonne, non ci sono invidie tra un giocatore e l'altro, tutti possono essere protagonisti a turno».
In tal senso il rientro di Monroe, che potrebbe celebrarsi il 1º dicembre in occasione della trasferta sul campo dei campioni d'Italia della Benetton Treviso alla ripresa del campionato potrebbe rivelarsi inaspettatamente un problema?
«Mi aspettavo questa domanda - il coach italoamericano sorride con la faccia di chi ne sa una più del diavolo - Non credo che il rientro di Rod sarà un problema, perché è un ragazzo intelligente e sa giocare a pallacanestro. Sapete cosa mi ha detto qualche giorno fa: coach vuoi che ti faccia 30 punti di media o 20? Io gli ho detto che glielo chiederò di volta in volta, a seconda di come si mette una partita. Scherzi a parte lui ha sempre fatto parte del gruppo, ha assistito a tutti gli allenamenti, prende sempre parte alle riunioni tecniche e partecipa alla vita dello spogliatoio. In altre parole è uno di noi».
Domenica c'è il confronto con la Snaidero Udine, un'esperienza per lei amara: «Le cose non sono andate come dovevano e ormai è inutile stare a rammaricarsi per quanto è accaduto - conclude Melillo - C'erano situazioni insostenibili che bisognava risolvere prima che tutto precipitasse, io ho cercato di gestirle fin quando ho potuto, poi ho preferito andare via. Domenica troveremo una squadra che non ha mai vinto ed è affamata di punti, che martedì ha vinto la sua gara di coppa ed è andata vicina al successo in campionato a Milano nell'ultima partita di campionato. Noi dovremo essere concentrati, quello che predico sempre ai ragazzi, perché le squadre più difficili da affrontare sono proprio quelle che hanno fame di vittorie».
Giorgio Pomponi
«Qualcuno molto più importante di me ha detto che chi si ferma è perduto. Sono d'accordo. Ogni vittoria è già passata l'attimo dopo che l'hai conquistata e ti aspetta sempre una nuova sfida», prosegue.
Tre nuove sfide di campionato, per la precisione (le trasferte consecutive di Udine e Fabriano e la gara interna con Cantù) e due di coppa Uleb (in casa con gli sloveni del Lasko e a Francoforte), poi ci sarà il tempo per rifiatare grazie alla sosta per gli impegni della Nazionale: «Non mi piace guardare oltre il prossimo impegno - dice - il rischio è perdere la concentrazione. Ai miei giocatori chiedo sempre di concentrarsi sulla prossima partita, e nemmeno io riesco a ricordare più di due partite del calendario, al massimo oggi posso buttare un pensierino alla partita di coppa di martedì prossimo, anche se ci lavoreremo a cominciare da lunedì».
Roseto secondo in classifica. Roseto che tra campionato e coppa ha già vinto tre volte fuori casa. Le sembra di sognare? «Sono sorpreso se penso a come eravamo messi pochi giorni prima dell'inizio del campionato e alla partita con Milano, ma devo anche dire che nessuno ci ha regalato nulla e abbiamo incontrato fior di squadre. Credo di non peccare di modestia se dico che la squadra sta esprimendo una buona pallacanestro, anche in attacco. Il gruppo è fantastico, non ci sono primedonne, non ci sono invidie tra un giocatore e l'altro, tutti possono essere protagonisti a turno».
In tal senso il rientro di Monroe, che potrebbe celebrarsi il 1º dicembre in occasione della trasferta sul campo dei campioni d'Italia della Benetton Treviso alla ripresa del campionato potrebbe rivelarsi inaspettatamente un problema?
«Mi aspettavo questa domanda - il coach italoamericano sorride con la faccia di chi ne sa una più del diavolo - Non credo che il rientro di Rod sarà un problema, perché è un ragazzo intelligente e sa giocare a pallacanestro. Sapete cosa mi ha detto qualche giorno fa: coach vuoi che ti faccia 30 punti di media o 20? Io gli ho detto che glielo chiederò di volta in volta, a seconda di come si mette una partita. Scherzi a parte lui ha sempre fatto parte del gruppo, ha assistito a tutti gli allenamenti, prende sempre parte alle riunioni tecniche e partecipa alla vita dello spogliatoio. In altre parole è uno di noi».
Domenica c'è il confronto con la Snaidero Udine, un'esperienza per lei amara: «Le cose non sono andate come dovevano e ormai è inutile stare a rammaricarsi per quanto è accaduto - conclude Melillo - C'erano situazioni insostenibili che bisognava risolvere prima che tutto precipitasse, io ho cercato di gestirle fin quando ho potuto, poi ho preferito andare via. Domenica troveremo una squadra che non ha mai vinto ed è affamata di punti, che martedì ha vinto la sua gara di coppa ed è andata vicina al successo in campionato a Milano nell'ultima partita di campionato. Noi dovremo essere concentrati, quello che predico sempre ai ragazzi, perché le squadre più difficili da affrontare sono proprio quelle che hanno fame di vittorie».
Giorgio Pomponi
