FABRIANO — Con Hulett, ma senza Nunez. La Carifac che domenica (ore 18,15) salirà a Treviso per il proibitivo confronto con la Benetton dello scudetto dovrà, con ogni probabilità, rinunciare ancora al play titolare. Lo spagnolo è appena tornato dal «blitz» in Spagna per il consulto con il medico di fiducia e già stamane metterà a confronto quelle valutazioni con le precedenti verifiche presso i dottori italiani. L'ipotesi più credibile è che resti per qualche altro giorno a riposo e possa recuperare una condizione accettabile per il determinante doppio turno casalingo con Roseto e Biella. In Veneto, invece, ci sarà regolarmente Hulett ancora a scartamento ridotto per la distorsione alla caviglia rimediata nell'allenamento di martedì sera, ma in grado di recuperare per la sfida con i «Colori uniti».
«Cresceremo». Chiedere di nuovo gli straordinari allo stoico Gattoni e lavorare in settimana e in partita senza il regista titolare (ieri al PalaGuerrieri si è disputato uno scrimmage con la Porte Garofoli Osimo, proprio per tenere alto il tono degli allenamenti) non è il massimo. Ma Carmenati, che se ha un pregio è proprio quello di trasmettere il suo «credo» alla squadra sena mai vacillare, non cerca alibi. «Sappiamo tutti — spiega il coach — che se il direttore ha problemi, l'orchestra rischia di non essere armonica. Però in questa fase ognuno deve sforzarsi di essere il play di sé stesso e colmare quei margini di miglioramento evidenti. Mi riferisco a Hulett che sta progredendo in allenamento e prima o poi 'sboccerà' anche la domenica, ma anche a Porter e Turner che possono certamente dare di più».
«Niente mercenari». Pur con una classifica complessa (una vinta e sei perse), la squadra sta, però, confermando di non tirarsi indietro. Di motivi, se non proprio per smobilitare, ma almeno per allentare la tensione ce ne sarebbero in simili condizioni di «bailamme» societario. Invece, pur attendendo l'otto novembre per conoscere il destino proprio e dei propri stipendi fin qui bloccati, in campo, vedi grande prova di cuore con la Skipper, si lotta e di che tinta. «Quando ho scelto questi giocatori, sapevo che avevano dentro una forte motivazione», rilancia il motivatore Carmenati. «Se c'è da dare l'esempio, la squadra è pronta. E mi pare che lo siano ancor più i tifosi, davvero il miglior pubblico d'Italia per il calore e la reazione ad un momento così difficile. Due componenti, insomma, ci sono, ora speriamo tutti che su questa incoraggiante base di lavoro si riassesti anche la società. Quanto a noi, il 'diktat' è il solito. Continuare a darci dentro anche a Treviso. Sappiamo che loro partono per… fare la goleada, ma noi, pur consapevoli del coefficiente di difficoltà del match, non vogliamo certo presentarci al Palaverde con lo spirito di quelli rassegnati prima ancora di giocare».
a.d.m.
«Cresceremo». Chiedere di nuovo gli straordinari allo stoico Gattoni e lavorare in settimana e in partita senza il regista titolare (ieri al PalaGuerrieri si è disputato uno scrimmage con la Porte Garofoli Osimo, proprio per tenere alto il tono degli allenamenti) non è il massimo. Ma Carmenati, che se ha un pregio è proprio quello di trasmettere il suo «credo» alla squadra sena mai vacillare, non cerca alibi. «Sappiamo tutti — spiega il coach — che se il direttore ha problemi, l'orchestra rischia di non essere armonica. Però in questa fase ognuno deve sforzarsi di essere il play di sé stesso e colmare quei margini di miglioramento evidenti. Mi riferisco a Hulett che sta progredendo in allenamento e prima o poi 'sboccerà' anche la domenica, ma anche a Porter e Turner che possono certamente dare di più».
«Niente mercenari». Pur con una classifica complessa (una vinta e sei perse), la squadra sta, però, confermando di non tirarsi indietro. Di motivi, se non proprio per smobilitare, ma almeno per allentare la tensione ce ne sarebbero in simili condizioni di «bailamme» societario. Invece, pur attendendo l'otto novembre per conoscere il destino proprio e dei propri stipendi fin qui bloccati, in campo, vedi grande prova di cuore con la Skipper, si lotta e di che tinta. «Quando ho scelto questi giocatori, sapevo che avevano dentro una forte motivazione», rilancia il motivatore Carmenati. «Se c'è da dare l'esempio, la squadra è pronta. E mi pare che lo siano ancor più i tifosi, davvero il miglior pubblico d'Italia per il calore e la reazione ad un momento così difficile. Due componenti, insomma, ci sono, ora speriamo tutti che su questa incoraggiante base di lavoro si riassesti anche la società. Quanto a noi, il 'diktat' è il solito. Continuare a darci dentro anche a Treviso. Sappiamo che loro partono per… fare la goleada, ma noi, pur consapevoli del coefficiente di difficoltà del match, non vogliamo certo presentarci al Palaverde con lo spirito di quelli rassegnati prima ancora di giocare».
a.d.m.
Fonte: Il Resto del Carlino