PESARO — Domenica scorsa tutti hanno dato gran risalto al ritorno di Messina a Bologna, il grande ex battuto dalla Virtus. In realtà, nell'ultima giornata di campionato c'è stata una storia simile anche a Napoli dove Piero Bucchi, il condottiero che ha riportato la squadra partenopea in A1 dopo un decennio, è stato prima applaudito, premiato e poi sconfitto, come nel più classico dei ritorni.
La Pompea Napoli, dopo un periodo di rodaggio, oggi è una formazione in crescita, che due settimane fa è andata a un passo dall'espugnare Treviso, cedendo per tre sole lunghezze, poi ha messo ko Roma, che finora aveva perso solo una volta.
Come ha visto, Bucchi, la sua ex squadra che domani (ore 17,10 diretta Tv su Rai3 del secondo tempo dalle 18 circa) affronta la Scavolini nell'anticipo televisivo?
«Non sono rimasti in molti di quelli hanno contribuito alla promozione, solo tre: Jones, Penberthy e Rajola. E' comunque una squadra che va presa con le molle perché possiede un grande talento, primo fra tutti con Dontae' Jones, che ha una straordinaria propensione per far canestro, non si può dire la stessa cosa per la difesa — sorride il suo ex coach —, ma quando è in serata è un fenomeno incredibile. Quanto a Penberthy è un tiratore eccellente mentre Rajola è il più amato dai tifosi, lo chiamano 'o core di Napoli' perché è un ragazzo di grande temperamento. Nelle ultime settimane questa Pompea sta trovando il ritmo giusto e i risultati sono lì a dirlo».
Una piazza, Napoli, che quando gli si costruisce una squadra decente risponde sempre presente…
«E' una città che ha tanta voglia di pallacanestro, l'unico problema che hanno è che sono costretti a giocare fuori, a Pozzuoli, visto che lo storico palasport "Mario Argento" è ormai in disfacimento. Nonostante questo, alla partita contro di noi sono venuti in 3.000 e li hanno mandati a casa felici: se riusciranno a fare qualche altro risultato interno di rilievo riempiranno il palazzo. E' una realtà che potenzialmente può diventare esplosiva».
Con la tua Virtus hai affrontato anche la Scavolini, alla seconda giornata: come vedi lo scontro di domani al Bpa Palas?
«Hanno fatto scelte diverse, Pesaro è meglio organizzata. In questo senso, Crespi ha dato al gruppo un'impronta più italiana, anche se ha diversi americani in organico; viceversa, la Pompea gioca in maniera più libera, affidandosi al talento individuale dei giocatori. Penso che la difesa della Scavolini possa fare la differenza».
Vuoi raccontare ai tifosi pesaresi come se la sta cavando Tusek a Roma?
«Marko ha avuto un inizio un po' difficoltoso a causa di qualche problema fisico però adesso sta recuperando e a Napoli ha fatto un primo tempo eccezionale. Capisco che il pubblico di Pesaro sia ancora affezionato a lui perché è un personaggio strepitoso, che gioca sempre con grande generosità. Anche io, naturalmente, condivido questa stima tanto che l'ho chiamato qui a Roma dopo averlo allenato a Rimini nel suo esordio in Italia».
Elisabetta Ferri
La Pompea Napoli, dopo un periodo di rodaggio, oggi è una formazione in crescita, che due settimane fa è andata a un passo dall'espugnare Treviso, cedendo per tre sole lunghezze, poi ha messo ko Roma, che finora aveva perso solo una volta.
Come ha visto, Bucchi, la sua ex squadra che domani (ore 17,10 diretta Tv su Rai3 del secondo tempo dalle 18 circa) affronta la Scavolini nell'anticipo televisivo?
«Non sono rimasti in molti di quelli hanno contribuito alla promozione, solo tre: Jones, Penberthy e Rajola. E' comunque una squadra che va presa con le molle perché possiede un grande talento, primo fra tutti con Dontae' Jones, che ha una straordinaria propensione per far canestro, non si può dire la stessa cosa per la difesa — sorride il suo ex coach —, ma quando è in serata è un fenomeno incredibile. Quanto a Penberthy è un tiratore eccellente mentre Rajola è il più amato dai tifosi, lo chiamano 'o core di Napoli' perché è un ragazzo di grande temperamento. Nelle ultime settimane questa Pompea sta trovando il ritmo giusto e i risultati sono lì a dirlo».
Una piazza, Napoli, che quando gli si costruisce una squadra decente risponde sempre presente…
«E' una città che ha tanta voglia di pallacanestro, l'unico problema che hanno è che sono costretti a giocare fuori, a Pozzuoli, visto che lo storico palasport "Mario Argento" è ormai in disfacimento. Nonostante questo, alla partita contro di noi sono venuti in 3.000 e li hanno mandati a casa felici: se riusciranno a fare qualche altro risultato interno di rilievo riempiranno il palazzo. E' una realtà che potenzialmente può diventare esplosiva».
Con la tua Virtus hai affrontato anche la Scavolini, alla seconda giornata: come vedi lo scontro di domani al Bpa Palas?
«Hanno fatto scelte diverse, Pesaro è meglio organizzata. In questo senso, Crespi ha dato al gruppo un'impronta più italiana, anche se ha diversi americani in organico; viceversa, la Pompea gioca in maniera più libera, affidandosi al talento individuale dei giocatori. Penso che la difesa della Scavolini possa fare la differenza».
Vuoi raccontare ai tifosi pesaresi come se la sta cavando Tusek a Roma?
«Marko ha avuto un inizio un po' difficoltoso a causa di qualche problema fisico però adesso sta recuperando e a Napoli ha fatto un primo tempo eccezionale. Capisco che il pubblico di Pesaro sia ancora affezionato a lui perché è un personaggio strepitoso, che gioca sempre con grande generosità. Anche io, naturalmente, condivido questa stima tanto che l'ho chiamato qui a Roma dopo averlo allenato a Rimini nel suo esordio in Italia».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino