TRIESTE - Madrina della Virtus in campionato. Sembra paradossale confrontando la forza e il blasone delle due avversarie ma pare proprio che la formazione di Pancotto sia chiamata, domenica alle 18.15 al Pala Malaguti di Casalecchio di Reno, a tenere a battesimo la nuova Bologna e verificare i progressi compiuti dopo il difficile inizio di stagione. Tre vittorie consecutive in Europa, e il successo di domenica scorsa contro i campioni d’Italia della Benetton, sono il segnale di una Virtus convalescente ma in ripresa.
«Essere considerati un test attendibile per Bologna – sottolinea convinto il tecnico di Trieste Cesare Pancotto – significa che ci stiamo guadagnando rispetto e credibilità. La nostra classifica, il secondo posto alle spalle di Treviso, però, non ci deve distogliere dall’obiettivo fondamentale di questo inizio di campionato: proseguire e completare il nostro processo di crescita. Facendo le debite proporzioni noi e la Virtus siamo due squadre che corrono su binari paralleli con la differenza fondamentale che loro devono proseguire il cammino per essere pronti nella corsa al titolo».
Tanta pressione alla vigilia di una sfida così delicata può essere controproducente?
«Dico sempre – continua Pancotto – che se facciamo questo lavoro per non avere pressione, allora, è meglio che restiamo a casa. La cosa importante sarà mantenere la nostra identità, valorizzando quegli aspetti del nostro gioco che ci hanno consentito di far bene finora».
Affrontate una Virtus diversa di quella di inizio stagione. Gli innesti di Scarone e Dial hanno cambiato Bologna. Un problema in più per Trieste?
«Affrontiamo una Virtus diversa – conferma il tecnico marchigiano –, ma che, nonostante i nuovi arrivi, non ha cambiato giochi, caratteristiche e dinamiche. Non muta, dunque, la filosofia con la quale dovremo andare incontro a questa trasferta».
Sembra destino, comunque, che nelle ultime stagioni, Bologna-Trieste non possa essere una gara ”normale”».
«È vero – conclude Pancotto –. Due anni fa interrompemmo la lunga imbattibilità della Virtus fermando a 33 la loro striscia di successi; lo scorso anno vivemmo in prima persona la contestazione al presidente Madrigali colpevole di aver esonerato un idolo dei tifosi come il tecnico Messina (poi richiamato in panchina). Quest’anno dobbiamo essere la cavia di una squadra che deve mettersi alla prova per verificare i suoi progressi. Sarà uno scherzo del destino, ma Virtus-Pallacanestro Trieste non è mai una gara come tutte le altre».
Lorenzo Gatto
«Essere considerati un test attendibile per Bologna – sottolinea convinto il tecnico di Trieste Cesare Pancotto – significa che ci stiamo guadagnando rispetto e credibilità. La nostra classifica, il secondo posto alle spalle di Treviso, però, non ci deve distogliere dall’obiettivo fondamentale di questo inizio di campionato: proseguire e completare il nostro processo di crescita. Facendo le debite proporzioni noi e la Virtus siamo due squadre che corrono su binari paralleli con la differenza fondamentale che loro devono proseguire il cammino per essere pronti nella corsa al titolo».
Tanta pressione alla vigilia di una sfida così delicata può essere controproducente?
«Dico sempre – continua Pancotto – che se facciamo questo lavoro per non avere pressione, allora, è meglio che restiamo a casa. La cosa importante sarà mantenere la nostra identità, valorizzando quegli aspetti del nostro gioco che ci hanno consentito di far bene finora».
Affrontate una Virtus diversa di quella di inizio stagione. Gli innesti di Scarone e Dial hanno cambiato Bologna. Un problema in più per Trieste?
«Affrontiamo una Virtus diversa – conferma il tecnico marchigiano –, ma che, nonostante i nuovi arrivi, non ha cambiato giochi, caratteristiche e dinamiche. Non muta, dunque, la filosofia con la quale dovremo andare incontro a questa trasferta».
Sembra destino, comunque, che nelle ultime stagioni, Bologna-Trieste non possa essere una gara ”normale”».
«È vero – conclude Pancotto –. Due anni fa interrompemmo la lunga imbattibilità della Virtus fermando a 33 la loro striscia di successi; lo scorso anno vivemmo in prima persona la contestazione al presidente Madrigali colpevole di aver esonerato un idolo dei tifosi come il tecnico Messina (poi richiamato in panchina). Quest’anno dobbiamo essere la cavia di una squadra che deve mettersi alla prova per verificare i suoi progressi. Sarà uno scherzo del destino, ma Virtus-Pallacanestro Trieste non è mai una gara come tutte le altre».
Lorenzo Gatto