TRIESTE - Verona sbattuta giù, così come Roma, così come Udine a casa propria. Quatta, quatta, Trieste è tornata a mettere i piedi nel piatto del campionato e nella centrifuga di risultati altalenanti che coinvolgono pressochè tutte le formazioni è tornata a porre saldamente davanti alla propria rotta la stella polare dell’«ottovolante».
Ancora una volta ieri Fabriano e Roma hanno chinato il capo, piegate rispettivamente da Cantù e da Avellino. Ora la Coop ha sei punti di vantaggio sui marchigiani che sono noni in classifica, che hanno la differenza canestri negativa con Trieste e che riposeranno proprio l’ultima giornata. Tradotto tutto questo significa che, ammesso, e logicamente non concesso, che Fabriano vinca tutte e quattro le partite che le restano, alla Coop basterebbe una vittoria nelle ultime cinque partite per mantenere l’ottavo posto. Potrebbe allora far più paura magari Biella, che è ancora due punti più indietro, ma alla quale proprio dopodomani la Coop farà visita. Ma anche Biella deve ancora riposare.
A pari punti con i piemontesi ci sono Roseto e Avellino, eppure non occorre essere il matematico Nash, il premio Nobel protagonista di «A beautiful mind», per capire che Trieste si è già garantita al 90 per cento un posto tra le prime otto e che dovrà salvaguardare l’attuale settimo posto, solo dagli assalti di Roma.
Nella griglia degli spareggi scudetto, la settima sfiderà la decima e l’ottava la nona: saranno proprio queste squadre qua dunque che si troveranno di fronte, con il particolare però che la settima e l’ottava avranno il privilegio dell’eventuale «bella» in casa (gli ottavi si giocano al meglio di due partite su tre incontri). Superare il primo turno significherebbe non solo andare poi a sfidare la prima o la seconda della regular season in un’affascinante serie al meglio delle cinque partite (con altri buoni incassi garantiti), ma probabilmente conquistare anche un posto nelle Coppe europee. Una stagione dunque che per Trieste finirebbe in gloria, così come era incominciata.
Di fronte a una Müller assatanata, nonostante sia nelle mani del curatore fallimentare e abbia subito un ridimensionamento tecnico dopo le «fughe» di Fajardo e Turner, ieri la Coop ha dovuto unire la buona selezione delle iniziative offensive messa in mostra nelle ultime gare a una ritrovata aggressività in fase difensiva che, unita alla furiosa bagarre innescata dai veneti, sulla quale in qualche frangente gli arbitri hanno sorvolato, ha dato luogo a una battaglia di tuffi e di nervi sfociata anche nella roulette russa di cinque uomini usciti per raggiunto limite di falli: Mazique, Podestà, Rombaldoni, Alberti e Ivory.
La pressione veronese e la linea molto avanzata dei suoi difensori ha permesso alla Coop di fare il record di contropiedi di questo campionato. Il primo è stato trasformato da Jones, imbeccato da Erdmann, che così ha siglato il 4-4 dopo 4 minuti di gara costellati da errori. Un contropiede Washington-Erdmann ha siglato invece il 10-10. Dai contropiedi è venuto anche il primo allungo biancorosso. Una fuga di Washington ha siglato il 23-20, un contropiede Erdmann-Jones il 27-20 dopo 14 minuti di gara.
Il divario lo hanno aperto le bombe: si sono alternati dalla lunga distanza Casoli, Erdmann, Mazique e Maric proprio allo scadere dei primi 20’ e così all’intervallo Trieste ha preso 15 lunghezze sul 49-34. In apertura di ripresa la reazione veneta più veemente. Con la difesa aggressiva, con Rombaldoni e Burrough e con una bomba di Higgs, la Muller si è portata a 5 punti sul 52-47, approfittando anche del fatto che Washington ha schiacciato un pallone sul ferro. Stremata dai falli però, proprio nel momento in cui avrebbe dovuto produrre il massimo sforzo per tentare il riaggancio Verona è dovuta passare alla difesa a zona e una tripla di Erdmann ha subito ripristinato il distacco a 11 lunghezze: 60-49.
Nell’ultimo quarto, ancora spettacolo in biancorosso: penetrazione di Jones, bomba di Erdmann, canestro di Maric con galleggiamento aereo e spinta all’indietro, tripla di Maric e tripla di Lazic, ieri sottutilizzato da Pancotto che gli ha concesso soltanto otto minuti. La Coop ha concluso con buone medie di tiro, ma con un’infinità di palle perse (ben 23) dato spiegabile dalla lotta a coltello che ha caratterizzato il match. La partita sarà trasmessa oggi alle 19 su TeleChiara.
Nel rush finale (trasferte a Biella, Varese e Livorno e partite in casa con Avellino e Roseto), oltre a mantere possibilmente il settimo posto, Trieste deve conquistare definitivamente la forma play-off accrescendo ulteriormente la concentrazione, la grinta e l’intensità difensive, mantenendo buone percentuali di tiro e soluzioni equilibrate tra area e perimetro, ritrovando pienamente la grande forza del collettivo del girone d’andata. Fatto questo, fatto tutto.
Silvio Maranzana
Ancora una volta ieri Fabriano e Roma hanno chinato il capo, piegate rispettivamente da Cantù e da Avellino. Ora la Coop ha sei punti di vantaggio sui marchigiani che sono noni in classifica, che hanno la differenza canestri negativa con Trieste e che riposeranno proprio l’ultima giornata. Tradotto tutto questo significa che, ammesso, e logicamente non concesso, che Fabriano vinca tutte e quattro le partite che le restano, alla Coop basterebbe una vittoria nelle ultime cinque partite per mantenere l’ottavo posto. Potrebbe allora far più paura magari Biella, che è ancora due punti più indietro, ma alla quale proprio dopodomani la Coop farà visita. Ma anche Biella deve ancora riposare.
A pari punti con i piemontesi ci sono Roseto e Avellino, eppure non occorre essere il matematico Nash, il premio Nobel protagonista di «A beautiful mind», per capire che Trieste si è già garantita al 90 per cento un posto tra le prime otto e che dovrà salvaguardare l’attuale settimo posto, solo dagli assalti di Roma.
Nella griglia degli spareggi scudetto, la settima sfiderà la decima e l’ottava la nona: saranno proprio queste squadre qua dunque che si troveranno di fronte, con il particolare però che la settima e l’ottava avranno il privilegio dell’eventuale «bella» in casa (gli ottavi si giocano al meglio di due partite su tre incontri). Superare il primo turno significherebbe non solo andare poi a sfidare la prima o la seconda della regular season in un’affascinante serie al meglio delle cinque partite (con altri buoni incassi garantiti), ma probabilmente conquistare anche un posto nelle Coppe europee. Una stagione dunque che per Trieste finirebbe in gloria, così come era incominciata.
Di fronte a una Müller assatanata, nonostante sia nelle mani del curatore fallimentare e abbia subito un ridimensionamento tecnico dopo le «fughe» di Fajardo e Turner, ieri la Coop ha dovuto unire la buona selezione delle iniziative offensive messa in mostra nelle ultime gare a una ritrovata aggressività in fase difensiva che, unita alla furiosa bagarre innescata dai veneti, sulla quale in qualche frangente gli arbitri hanno sorvolato, ha dato luogo a una battaglia di tuffi e di nervi sfociata anche nella roulette russa di cinque uomini usciti per raggiunto limite di falli: Mazique, Podestà, Rombaldoni, Alberti e Ivory.
La pressione veronese e la linea molto avanzata dei suoi difensori ha permesso alla Coop di fare il record di contropiedi di questo campionato. Il primo è stato trasformato da Jones, imbeccato da Erdmann, che così ha siglato il 4-4 dopo 4 minuti di gara costellati da errori. Un contropiede Washington-Erdmann ha siglato invece il 10-10. Dai contropiedi è venuto anche il primo allungo biancorosso. Una fuga di Washington ha siglato il 23-20, un contropiede Erdmann-Jones il 27-20 dopo 14 minuti di gara.
Il divario lo hanno aperto le bombe: si sono alternati dalla lunga distanza Casoli, Erdmann, Mazique e Maric proprio allo scadere dei primi 20’ e così all’intervallo Trieste ha preso 15 lunghezze sul 49-34. In apertura di ripresa la reazione veneta più veemente. Con la difesa aggressiva, con Rombaldoni e Burrough e con una bomba di Higgs, la Muller si è portata a 5 punti sul 52-47, approfittando anche del fatto che Washington ha schiacciato un pallone sul ferro. Stremata dai falli però, proprio nel momento in cui avrebbe dovuto produrre il massimo sforzo per tentare il riaggancio Verona è dovuta passare alla difesa a zona e una tripla di Erdmann ha subito ripristinato il distacco a 11 lunghezze: 60-49.
Nell’ultimo quarto, ancora spettacolo in biancorosso: penetrazione di Jones, bomba di Erdmann, canestro di Maric con galleggiamento aereo e spinta all’indietro, tripla di Maric e tripla di Lazic, ieri sottutilizzato da Pancotto che gli ha concesso soltanto otto minuti. La Coop ha concluso con buone medie di tiro, ma con un’infinità di palle perse (ben 23) dato spiegabile dalla lotta a coltello che ha caratterizzato il match. La partita sarà trasmessa oggi alle 19 su TeleChiara.
Nel rush finale (trasferte a Biella, Varese e Livorno e partite in casa con Avellino e Roseto), oltre a mantere possibilmente il settimo posto, Trieste deve conquistare definitivamente la forma play-off accrescendo ulteriormente la concentrazione, la grinta e l’intensità difensive, mantenendo buone percentuali di tiro e soluzioni equilibrate tra area e perimetro, ritrovando pienamente la grande forza del collettivo del girone d’andata. Fatto questo, fatto tutto.
Silvio Maranzana