E’ deluso lui per primo e lo dice senza molti giri di parole Dodo Rusconi, il massimo dirigente operativo della Varese dei canestri, costretto ad analizzare una situazione di classifica e di spettacolo deficitaria: "So che il pubblico si aspettava di più da questa squadra, ma se sono delusi i tifosi a maggior ragione delusi ed arrabbiati dalla mancanza di risultati siamo noi, che per questa squadra avevamo un progetto ben diverso".
Appunto, una squadra costruita prendendo giocatori che avrebbero dovuto permettere un salto di qualità verso l’alto…
«Le premesse estive erano molto buone, tant’è vero che parecchi pronosticavano per Varese le zone alte della classifica; le scelte che abbiamo effettuato sembravano le migliori, ma con il passare del tempo questa squadra si è rivelata sì bella, ma carente di spirito e di voglia di sacrificio. Prova ne è che il problema più grave non è la mancanza di un realizzatore, visto che segniamo molto, quanto di un’adeguata difesa che ci avrebbe permesso di vincere più di una partita che invece abbiamo gettato via, non ultime le prove contro Reggio e Bologna, dopo le quali le nostre speranze di raggiungere i playoff sono molto calate. A questa carenza di carattere è imputabile anche l’andamento della Metis lontano dal PalaIgnis, quasi sempre negativi. Sono stato costretto mio malgrado (ho allenato per tanti anni e so cosa vuol dire!) a cambiare due allenatori per cercare di migliorare questa carenza, ma non è cambiato niente, segno che il problema non sta solo in chi dirige la squadra».
Per l’anno prossimo quindi cosa prospetta? Ha pensato a qualche soluzione per uscire da questa situazione di stallo vissuta dalla Metis?
"Anzitutto a fine anno l’intera dirigenza si interrogherà se ed in che modo continuare questa avventura: la nostra gestione dura da circa 15/16 mesi, durante i quali non abbiamo avuto alcuna soddisfazione. Anzi questo mondo, inteso come sistema del basket italiano attuale, ci fa molto riflettere: il comportamento scorretto tenuto da certi addetti ai lavori che cercano solo un tornaconto personale non aiuta certo le persone che investono tempo e (parecchi) soldi in imprese di questo tipo. Parlando invece di soluzioni tecniche io penso che se si vuole aprire un ciclo vincente sia necessario partire da una guida tecnica sicura e da un nucleo di giocatori capaci attorno al quale costruire una squadra forte. Quest’anno abbiamo fatto un tentativo che non è andato bene, ma l’obiettivo rimane questo: costituire un gruppo che nel medio-lungo termine (e nel contesto del basket italiano e delle sue regole) diventi e resti competitivo. Per fare questo però ci vuole la certezza di lavorare insieme attorno ad un progetto. La mia maggiore preoccupazione è quella di regalare alla Pallacanestro Varese un futuro importante e questo è il motivo della ricerca da parte nostra di giocatori futuribili che potranno darci una grossa mano negli anni a venire".
L’augurio di tutti gli appassionati è proprio questo: poter contare su una squadra come quella che, proprio sotto la guida tecnica di Dodo Rusconi, è partita dalla serie A2 ed ha scalato progressivamente le gerarchie del basket italiano fino allo scudetto. Speriamo quindi che tutti i discorsi che vengono fatti in questo periodo negativo siano costruttivi e proiettati verso il futuro perché la Pallacanestro Varese è uno dei migliori e più famosi biglietti da visita della città giardino: un patrimonio da non sprecare.
Damiano Franzetti
Appunto, una squadra costruita prendendo giocatori che avrebbero dovuto permettere un salto di qualità verso l’alto…
«Le premesse estive erano molto buone, tant’è vero che parecchi pronosticavano per Varese le zone alte della classifica; le scelte che abbiamo effettuato sembravano le migliori, ma con il passare del tempo questa squadra si è rivelata sì bella, ma carente di spirito e di voglia di sacrificio. Prova ne è che il problema più grave non è la mancanza di un realizzatore, visto che segniamo molto, quanto di un’adeguata difesa che ci avrebbe permesso di vincere più di una partita che invece abbiamo gettato via, non ultime le prove contro Reggio e Bologna, dopo le quali le nostre speranze di raggiungere i playoff sono molto calate. A questa carenza di carattere è imputabile anche l’andamento della Metis lontano dal PalaIgnis, quasi sempre negativi. Sono stato costretto mio malgrado (ho allenato per tanti anni e so cosa vuol dire!) a cambiare due allenatori per cercare di migliorare questa carenza, ma non è cambiato niente, segno che il problema non sta solo in chi dirige la squadra».
Per l’anno prossimo quindi cosa prospetta? Ha pensato a qualche soluzione per uscire da questa situazione di stallo vissuta dalla Metis?
"Anzitutto a fine anno l’intera dirigenza si interrogherà se ed in che modo continuare questa avventura: la nostra gestione dura da circa 15/16 mesi, durante i quali non abbiamo avuto alcuna soddisfazione. Anzi questo mondo, inteso come sistema del basket italiano attuale, ci fa molto riflettere: il comportamento scorretto tenuto da certi addetti ai lavori che cercano solo un tornaconto personale non aiuta certo le persone che investono tempo e (parecchi) soldi in imprese di questo tipo. Parlando invece di soluzioni tecniche io penso che se si vuole aprire un ciclo vincente sia necessario partire da una guida tecnica sicura e da un nucleo di giocatori capaci attorno al quale costruire una squadra forte. Quest’anno abbiamo fatto un tentativo che non è andato bene, ma l’obiettivo rimane questo: costituire un gruppo che nel medio-lungo termine (e nel contesto del basket italiano e delle sue regole) diventi e resti competitivo. Per fare questo però ci vuole la certezza di lavorare insieme attorno ad un progetto. La mia maggiore preoccupazione è quella di regalare alla Pallacanestro Varese un futuro importante e questo è il motivo della ricerca da parte nostra di giocatori futuribili che potranno darci una grossa mano negli anni a venire".
L’augurio di tutti gli appassionati è proprio questo: poter contare su una squadra come quella che, proprio sotto la guida tecnica di Dodo Rusconi, è partita dalla serie A2 ed ha scalato progressivamente le gerarchie del basket italiano fino allo scudetto. Speriamo quindi che tutti i discorsi che vengono fatti in questo periodo negativo siano costruttivi e proiettati verso il futuro perché la Pallacanestro Varese è uno dei migliori e più famosi biglietti da visita della città giardino: un patrimonio da non sprecare.
Damiano Franzetti