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Fabriano scopre Ferran Martinez

A Cantù subito grande: «Mi sono sempre tenuto in condizione»

FABRIANO - Per dirla in tutta franchezza, la sconfitta rimediata giovedì sera dalla Banca Marche Fabriano (97-81) sul terreno di Cantù (2° in classifica con 48 punti, a due sole lunghezze dalla coppia di testa Bennetton-Skipper) può starci tutta. Sul parquet, inoltre, i brianzoli hanno legittimato il successo conducendo fin dalle battute iniziali. Nessun dramma in casa Banca Marche, dunque, anche considerando le assenze dei due centri Bonsignori e Washington. Va da sé che il segnale più interessante sia giunto allora dall'eccellente esordio in casacca biancazzurra del centro spagnolo Ferran Martinez: 15 punti in 24 minuti, con 6/7 da due, 1/3 da tre, 3 rimbalzi, 2 palle perse, 4 recuperate, un assist. E pensare che era fermo da quattro mesi...
«Ma nel frattempo mi sono tenuto in forma in palestra e allo stadio con un preparatore atletico personale - spiega il lungo spagnolo - l'unica cosa che mi mancava era l'agonismo, giocare in una squadra».
Feeling ritrovato in un baleno. Appena messo piede sul parquet, Martinez (con appena mezzo allenamento insieme ai suoi nuovi compagni) ha riportato in corsa Fabriano nel terzo quarto del match con Cantù, lasciando intravedere un bagaglio tecnico di prim'ordine, condito da tanta intelligenza cestistica. D'altra parte stiamo parlando di uno dei giocatori in attività più esperti, navigati e titolati del continente, equiparabile probabilmente solo a Pittis e Savic per quantità di 'argenteria' collezionata in carriera. Basta collegarsi al sito personale www.ferranmartinez.com per trovare qualsiasi informazione sulla sua ricca bacheca e scoprire che si tratta dell'unico europeo ad aver vinto 8 campionati (sette in Spagna con Barcellona e Badalona, uno in Grecia con il Panathinaikos) e tutte e tre le coppe internazionali per club (Eurolega, Korac ed Eurocup), cui vanno aggiunti una decina di altri trofei, due 'all star game' spagnoli, un titolo di mvp stagionale, un camp Nba a Toronto ('98) e un bel po' di gare con le 'furie rosse' (156). L'unica cosa che poteva lasciare qualche dubbio, dicevamo, era la carta d'identità (Barcellona, 25 aprile '68) e il periodo di lontananza dai campi. Dubbi sùbito fugati.
«L'età non è un problema, lo testimonia anche Monroe che, mio coetaneo, ne ha infilati 38 con la Scavolini».
Adesso dovrà crescere l'intesa con la sua nuova squadra. «Conoscevo già Chandler Thompson, abbiamo giocato contro in Spagna per due o tre anni. Ricordo anche Meeks, l'ho affrontato con la Nazionale».
Le sue caratteristiche, dall'alto dei 212 cm. «Posso giocare da quattro, come al Peristeri, o da cinque, come a Badalona. Dipende dai compagni e dagli avversari, per me dentro o fuori è indifferente». Domani servirà tutta la sua esperienza contro Reggio Calabria (PalaIndesit, ore 18.15), match chiave per continuare a sognare i play-off.Molto probabilmente mancheranno ancora Washington e Bonsignori.
Ferruccio Cocco
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