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Una Müller da... precampionato

La partita di Trieste conferma i problemi, atletici e di inserimento di Burrough e Higgs

La Müller sembra la squadra del precampionato, quando doveva ancora assimilare i giochi e faceva fatica ad eseguirli bene. Poi, quasi d’incanto, dopo tanto lavoro in palestra, era diventata una «macchina» dai meccanismi ben oliati, nella quale lo spirito di gruppo e la qualità degli schemi consentivano di superare i limiti tecnici. La Müller di Avellino e di Trieste ricade negli errori d’inizio stagione. Non eseguendo bene i giochi, si fa prendere non tanto dal nervosismo quanto dalla voglia, in ciascuno, di provare a cambiare la situazione facendo qualcosa di più, uscendo così da quanto preparato in allenamento: la palla non gira più bene in attacco, non si eseguono bene i movimenti sino in fondo, si affrettano le conclusioni. Rispetto all’avvio di stagione, c’è, in più, l’aggravio di una evidente stanchezza fisica. Sembra quasi che tutti i problemi della stagione facciano sentire ora il loro peso e c’è anche la sensazione che nella testa di qualche giocatore frulli l’interrogativo, dopo le dichiarazioni del presidente federale Maifredi che parla di una Verona in Legadue anche nel caso di salvezza sul campo, se valga la pena continuare a dannarsi per un risultato che poi non verrebbe riconosciuto.
Nell’ultimo periodo, raramente la squadra ha potuto allenarsi al completo e questo comporta, indubbiamente, calo di reattività. Trieste ha, cestisticamente, picchiato ed i gialloblù hanno lasciato fare. E se Higgs e Burrough non possono pareggiare Turner e Fajardo, si riscontra che Rombaldoni non è più quello strepitoso del periodo d’oro, Alberti accusa un calo, Carraretto non è più continuo mentre Camata, che pure prova a fare qualcosa di più, è quello che maggiormente subisce la cattiva esecuzione dei giochi. Sono giocatori, del resto, ai quali nulla si può rimproverare per avere dato, a lungo, più di quanto fosse logico pretendere.
Riesce difficile, alla Müller, riproporre l’intensità difensiva delle serate migliori o quei cambi difensivi, quei passaggi dalla marcatura a uomo alle diverse zone, che tante volte avevano creato problemi agli avversari e questo perché non c’è il tempo materiale di provarli in allenamento con Burrough e Higgs. Ed in attacco, è difficile vedere tutti coinvolti in un gioco nel quale ognuno dovrebbe avere (come è stato in passato) un ruolo ben preciso.
Sono tutti problemi che erano nel preventivo e che richiedono grande pazienza, da parte di Lardo e del gruppo, senza farsi prendere da paure guardando la classifica. La Müller ha ancora un piccolo margine da gestire ed ha, pur sempre, quattro squadre alle spalle. Potrebbe vederlo ancora ridurre nel caso di due sconfitte (e non si vede come possa essere il contrario) contro Kinder (domani al Palaolimpia) e Siena (sabato prossimo in trasferta), ma poi avrà tre partite contro avversarie di fascia (Fabriano e Udine in casa, con in mezzo la trasferta di Roseto) per conquistare i due punti che dovrebbero bastare per confermare Verona in A1. E prima di queste avrà davanti un paio di settimane per recuperare qualche energia e maggiore fluidità nel gioco.
Renzo Puliero
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