L’ovazione in piedi riservatagli dal pubblico rossoblu ieri sera, spiega più di mille parole quanto Matteo Soragna abbia dato alla Pallacanestro Biella in questi due anni. Lui che da qualche stagione non ha mai saltato nemmeno una partita è stato costretto a chiudere in anticipo la stagione della sua consacrazione, anche se a lui il termine non piace, da una spalla dolorante che verrà operata oggi in una clinica specializzata di Rozzano. Con il contratto in scadenza, chiedersi se resterà oppure no, a questo punto del campionato non ha senso, anche se, leggendo tra le righe delle sue risposte, forse c’è speranza.
- Paura per l’operazione?
“Un po’, ma il dottore mi piace molto sia sotto l’aspetto professionale sia dal punto di vista umano. Di sicuro domani (oggi, ndr) lo sommergerò di domande prima dell’intervento, ma è comunque un medico di cui mi fido, così come dei fisioterapisti biellesi che mi seguiranno nella rieducazione”.
- Contro Trieste hai segnato l’ultimo canestro della stagione. Forse anche l’ultimo con la maglia della Lauretana?
“Non si può dire se sarà l’ultimo con Biella. Io, di mercato ne voglio parlare solo d’estate. Sono però molto dispiaciuto che il mio ultimo canestro sia arrivato stasera. In questo momento tutta la squadra stava dimostrando il proprio valore. Tutti i miei compagni ora dovranno impegnarsi per arrivare ai playoff senza di me”.
- Durante il prossimo mercato, però, Soragna sarà nel pieno dei quattro mesi previsti per la rieducazione. Con una stagione da nazionale alle spalle forse era la volta buona per una grande squadra...
“Il mercato è la cosa che mi preoccupa di meno. Sarebbe stato molto peggio se avessi giocato male i playoff a causa della spalla. Già in questi ultimi due mesi non ero particolarmente contento delle mie prestazioni”.
- Prima l’esperienza A e poi quella azzurra. Spalla a parte, bilancio positivo?
“L’esperienza più forte è stata quella della nazionale, ma la più difficile è senza dubbio stata quella di giocare nella massima serie”.
- In due anni passati a Biella hai avuto due allenatori molto diversi tra loro. Cosa ti hanno lasciato?
“Da tutti gli allenatori che ho avuto, ho sempre cercato di ’rubare’ qualche cosa. E così è stato anche con Crespi e Ramagli. Con Crespi ho imparato a tener duro. Un allenatore come lui mette sotto pressione dall’inizio della stagione alla fine. Una volta che si è passati dalle sue mani, non si ha più paura di allenarsi con nessun altro. Con Alessandro invece c’è stato un rapporto più schietto, di fiducia. C’è stata meno pressione, ma è stato un grande allenatore in un altro modo”.
- La prossima partita ci sarà Mike King. Siete due giocatori diversi, ma che consiglio gli potresti dare?
“Non mi permetto di dare nessun consiglio a un giocatore di 28 anni. Sono convinto che se questa società lo ha scelto è perché sa già che si integrerà perfettamente col gruppo”.
Davide Tricerri
- Paura per l’operazione?
“Un po’, ma il dottore mi piace molto sia sotto l’aspetto professionale sia dal punto di vista umano. Di sicuro domani (oggi, ndr) lo sommergerò di domande prima dell’intervento, ma è comunque un medico di cui mi fido, così come dei fisioterapisti biellesi che mi seguiranno nella rieducazione”.
- Contro Trieste hai segnato l’ultimo canestro della stagione. Forse anche l’ultimo con la maglia della Lauretana?
“Non si può dire se sarà l’ultimo con Biella. Io, di mercato ne voglio parlare solo d’estate. Sono però molto dispiaciuto che il mio ultimo canestro sia arrivato stasera. In questo momento tutta la squadra stava dimostrando il proprio valore. Tutti i miei compagni ora dovranno impegnarsi per arrivare ai playoff senza di me”.
- Durante il prossimo mercato, però, Soragna sarà nel pieno dei quattro mesi previsti per la rieducazione. Con una stagione da nazionale alle spalle forse era la volta buona per una grande squadra...
“Il mercato è la cosa che mi preoccupa di meno. Sarebbe stato molto peggio se avessi giocato male i playoff a causa della spalla. Già in questi ultimi due mesi non ero particolarmente contento delle mie prestazioni”.
- Prima l’esperienza A e poi quella azzurra. Spalla a parte, bilancio positivo?
“L’esperienza più forte è stata quella della nazionale, ma la più difficile è senza dubbio stata quella di giocare nella massima serie”.
- In due anni passati a Biella hai avuto due allenatori molto diversi tra loro. Cosa ti hanno lasciato?
“Da tutti gli allenatori che ho avuto, ho sempre cercato di ’rubare’ qualche cosa. E così è stato anche con Crespi e Ramagli. Con Crespi ho imparato a tener duro. Un allenatore come lui mette sotto pressione dall’inizio della stagione alla fine. Una volta che si è passati dalle sue mani, non si ha più paura di allenarsi con nessun altro. Con Alessandro invece c’è stato un rapporto più schietto, di fiducia. C’è stata meno pressione, ma è stato un grande allenatore in un altro modo”.
- La prossima partita ci sarà Mike King. Siete due giocatori diversi, ma che consiglio gli potresti dare?
“Non mi permetto di dare nessun consiglio a un giocatore di 28 anni. Sono convinto che se questa società lo ha scelto è perché sa già che si integrerà perfettamente col gruppo”.
Davide Tricerri