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Spogliatoio Fabriano

Lasi: «Ma non finisce qui...»

FABRIANO — «Ma il nostro campionato non finisce qui». Le ultime parole del lungo commento in sala stampa di Maurizio Lasi, coach di Fabriano, non possono che essere interpretate come il punto di (ri) partenza per il complesso finale di stagione fabrianese. Del resto con una salvezza conquistata con abnorme anticipo (a sei turni dalla conclusione della fase regolare) e un nono posto particolarmente accattivante, fa male accusare un nuovo colpo basso. Dopo Livorno e Imola è così toccato a Reggio Calabria espugnare il PalaIndesit e complicare la corsa dei biancazzurri verso un play-off ancora tutto da conquistare. «Dobbiamo soltanto ritrovare quegli automatismi e quegli equilibri eccellenti fino a una settimana addietro», spiega il tecnico faentino a fine gara. «Purtroppo queste tre sconfitte consecutive sono nate proprio nel momento in cui celebravamo la gran bella vittoria sulla Scavolini.
Lì abbiamo perso Washington e Bonsignori e in queste gare abbiamo capito quanto contano per noi i nostri due centri, sia come bilanciamento dei giochi con il possesso, sia come riferimenti per la difesa».
Ieri, in particolare, i timori della vigilia di Lasi sono stati estrinsecati in maniera solare, tant'è che nel terzo e quarto periodo (anche se le statistiche parlano di perfetta parità a rimbalzo a quota 45), i possessi «aggiuntivi» per Reggio Calabria si sono ripetuti a ritmo impressionante.
«A Martinez più di questo non potevamo chiedere. Ha disputato un allenamento e mezzo con noi, quindi non si può pretendere che entri totalmente nei nostri giochi. Anzi, la sua parte anche stavolta l'ha fatta con una totale dedizione e generosità. Purtroppo, però, una formazione come la nostra soffre quando non riesce a difendere con grande intensità, come accaduto soprattutto nella seconda metà gara».
Lasi spezza in due tronconi la partita. La prima fase si ferma al massimo vantaggio locale (53-42 al un minuto dal riposo) e proprio da lì cambiano del tutto i connotati dell'incontro. «Avevamo l'occasione di 'ammazzare' il match in anticipo. Si poteva andare al riposo con un margine notevole, invece un paio di errori hanno permesso alla Viola di presentarsi all'intervallo con sette lunghezze di ritardo. Quello è stato il primo campanello d'allarme. Fino ad allora avevamo difeso molto bene sul temuto Tomidy e giocato con grande disinvoltura in attacco. Ma al rientro sul parquet tutto è cambiato, vuoi per le nostra scelte offensive non certo azzeccate, vuoi perché anche in fase di contenimento non siamo stati presentissimi».
Una sconfitta che pesa perché a questo punto l'«ammucchiata» di centroclassifica rischia di portare a un finale in volata nel quale l'accesso agli spareggi scudetto (a cui partecipano le prime dodici) si potrebbe risolvere per semplici episodi.
«Ma dobbiamo andare avanti», è il messaggio dell'allenatore in vista della proibitiva trasferta di domenica prossima a Bologna con la Skipper. «Di sicuro una compagine non più giovanissima come la nostra ha pagato a caro prezzo lo sforzo di così tante gare ravvicinate, perdendo in lucidità. Monroe ben marcato da Eubanks? Rodney è un giocatore che quando è in serata può realizzare 35 punti in faccia a chiunque. Forse proprio perché in questo periodo si gioca tantissimo, ieri non era in una delle sue migliori serate balistiche».
Alessandro Di Marco
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