La bellissima partita della Scavolini a Treviso è un ennesimo invito alla prudenza e all'equilibrio nei commenti e nei giudizi; l'ennesima bocciatura delle stroncature e dei disfattismi che tornano ad aleggiare intorno alla squadra dopo ogni sconfitta.
Che questa Scavolini abbia dei problemi è fin troppo palese, dall'inizio di una stagione carica forse di speranze eccessive ed ingiustificate certezze.
Ma la gara di ieri sera sta ad indicare che anche le certezze opposte, quelle in negativo, sono inadeguate a dar conto della complessità e contraddittorietà della squadra di Pillastrini, capace di tutto e di nulla e poi di tutto ancora una volta; debole con i deboli ma forte con i forti.
Capace di ritrovare determinazione ma senza scriteriati assalti ai mulini a vento; giocando invece con lucidità e lodevole intelligenza tattica contro quella che è forse, in questo momento, la formazione più forte del campionato, e non solo perché è in testa alla classifica.
La Benetton si è presa dunque i due punti che le servivano, ma la Scavolini ieri sera nella maratona di Treviso si è presa qualcosa di ancora più prezioso: la dignità, l'orgoglio, forse (mettiamoci ancora un forse...) la definitiva fiducia nelle proprie capacità, al punto da poter vantare a buon diritto, in questo match, la vittoria morale.
Un'altalena di prestazioni e di risultati, per Booker e compagni, tale da spiazzare ogni estremismo "ideologico".
Non sarà da scudetto, questa Scavolini (ma poi chi può dirlo?), ma nemmeno da buttare.
Un giocattolo complicato, che s'inceppa ogni due minuti e fa ammattire chi l'ha comprato.
Ma bisogna ammetterlo: quando funziona è in grado di regalare sprazzi di puro divertimento. Conviene allora avere pazienza, ancora per un po'. Non buttiamolo via, questo giocattolo. Può darsi che si riesca a ripararlo.
Giancarlo Iacchini
Che questa Scavolini abbia dei problemi è fin troppo palese, dall'inizio di una stagione carica forse di speranze eccessive ed ingiustificate certezze.
Ma la gara di ieri sera sta ad indicare che anche le certezze opposte, quelle in negativo, sono inadeguate a dar conto della complessità e contraddittorietà della squadra di Pillastrini, capace di tutto e di nulla e poi di tutto ancora una volta; debole con i deboli ma forte con i forti.
Capace di ritrovare determinazione ma senza scriteriati assalti ai mulini a vento; giocando invece con lucidità e lodevole intelligenza tattica contro quella che è forse, in questo momento, la formazione più forte del campionato, e non solo perché è in testa alla classifica.
La Benetton si è presa dunque i due punti che le servivano, ma la Scavolini ieri sera nella maratona di Treviso si è presa qualcosa di ancora più prezioso: la dignità, l'orgoglio, forse (mettiamoci ancora un forse...) la definitiva fiducia nelle proprie capacità, al punto da poter vantare a buon diritto, in questo match, la vittoria morale.
Un'altalena di prestazioni e di risultati, per Booker e compagni, tale da spiazzare ogni estremismo "ideologico".
Non sarà da scudetto, questa Scavolini (ma poi chi può dirlo?), ma nemmeno da buttare.
Un giocattolo complicato, che s'inceppa ogni due minuti e fa ammattire chi l'ha comprato.
Ma bisogna ammetterlo: quando funziona è in grado di regalare sprazzi di puro divertimento. Conviene allora avere pazienza, ancora per un po'. Non buttiamolo via, questo giocattolo. Può darsi che si riesca a ripararlo.
Giancarlo Iacchini