È proprio un inizio di mese brutto e triste: il "mio" Mazzarino, giocatore appena arrivato da Montevideo, ha perso il padre, 59enne.La società si è immediatamente attivata e già oggi il ragazzo potrà essere con la sua famiglia a piangere, come tutti noi, questa sua grande perdita. È proprio vero che appena hai qualche soddisfazione, vedi lui il lavoro, devi aspettarti qualcosa di segno opposto. Gli siamo tutti vicini.
Non amo iniziare a dialogare con tristezza, ma il basket, oggigiorno, è un mondo completo con piaceri, pochi, e dispiaceri, molti. Tra questi ultimi debbo ricordarmi, sì, di pensare ai giovani che sempre di meno vediamo sui nostri campi, ma anche ai più "vecchi" si fa per dire, che se ne vanno via, vanno all'estero, forse non per pochi dollari, forse ci vanno per una scelta di vita, una vita con meno pressione, forse per ritornare rigenerati o ancora, forse, perché noi li abbiamo o troppo coccolati o troppo poco: fate voi!
Certo che Esposito ed Abbio sono sempre una bella fetta di quel poco che ci restava di una generazione vincente. Il fatto è che, dal primo ci si poteva attendere qualsiasi cosa, mentre dal secondo, a parte la durezza di rapporti nella sua squadra, tutto veniva scambiato per la nota riservatezza piemontese. Ma quello che mi turba è come questi ragazzi se ne siano andati e come già, ormai, facciano notizia solo se scriveranno "46" come ha fatto El Diablo o come farà Picchio quando sbarrerà la strada a qualche fromboliere andaluso o catalano, condendo il tutto con 5 su 5 da tre, dall'angolo.
Il mio pensiero, non solo di nostalgico amante del gioco e delle prestazioni, va a quelli che siamo riusciti ancora (ma per quanto?) a tenere qui. Ai nostri grandi più o meno vecchi nel senso buono, non voglio rinunciare. A Boni, superpericoloso, combattente vero ed appassionato sempre, a Pittis che, si merita la Nazionale non per quello che di grande ha già fatto, ma per quello che fa vedere ora, a Riva, capace di spaventare ancora solo se prende la palla dietro la "linea", a Rusconi che vorrei più determinato, a Vescovi, talentuoso varesino e le sue primavere fanno 37, a Niccolai impiombatore da tre, a Gentile che non si merita di essere nominato solo per delle squalifiche, normali per un lottatore come lui, ma per quello che di ottimo fa sul campo, a Cantarello che si è rotto, è la parola, il basso schiena a forza di prendere sfondamenti e rotolare a terra, a tanti altri fra cui metto pure il 36enne Middleton, italiano aggiunto e gradito con il suo jump micidiale.A tutti questi e chissà a quanti altri di più, non voglio rinunciare, voglio che giochino ancora, che facciano capire, con la tecnica, il cuore, l'attaccamento, ai più giovani, la ragione per cui sono arrivati e rimasti lì, tenendo le posizioni, dando soddisfazioni ai propri allenatori e ai propri tifosi. Non venitemi a dire che ci sono solo per i contratti, questi loro non li fanno, ci pensano i loro agenti. Forse ci sono anche però, dirigenti, magari troppo buoni o magari amanti del quieto vivere: ma in tanti anni, non ho mai visto che i denari "dati in più" facciano giocare meglio i giocatori, forse troppe volte, ho visto il contrario!
Tonino Zorzi
Non amo iniziare a dialogare con tristezza, ma il basket, oggigiorno, è un mondo completo con piaceri, pochi, e dispiaceri, molti. Tra questi ultimi debbo ricordarmi, sì, di pensare ai giovani che sempre di meno vediamo sui nostri campi, ma anche ai più "vecchi" si fa per dire, che se ne vanno via, vanno all'estero, forse non per pochi dollari, forse ci vanno per una scelta di vita, una vita con meno pressione, forse per ritornare rigenerati o ancora, forse, perché noi li abbiamo o troppo coccolati o troppo poco: fate voi!
Certo che Esposito ed Abbio sono sempre una bella fetta di quel poco che ci restava di una generazione vincente. Il fatto è che, dal primo ci si poteva attendere qualsiasi cosa, mentre dal secondo, a parte la durezza di rapporti nella sua squadra, tutto veniva scambiato per la nota riservatezza piemontese. Ma quello che mi turba è come questi ragazzi se ne siano andati e come già, ormai, facciano notizia solo se scriveranno "46" come ha fatto El Diablo o come farà Picchio quando sbarrerà la strada a qualche fromboliere andaluso o catalano, condendo il tutto con 5 su 5 da tre, dall'angolo.
Il mio pensiero, non solo di nostalgico amante del gioco e delle prestazioni, va a quelli che siamo riusciti ancora (ma per quanto?) a tenere qui. Ai nostri grandi più o meno vecchi nel senso buono, non voglio rinunciare. A Boni, superpericoloso, combattente vero ed appassionato sempre, a Pittis che, si merita la Nazionale non per quello che di grande ha già fatto, ma per quello che fa vedere ora, a Riva, capace di spaventare ancora solo se prende la palla dietro la "linea", a Rusconi che vorrei più determinato, a Vescovi, talentuoso varesino e le sue primavere fanno 37, a Niccolai impiombatore da tre, a Gentile che non si merita di essere nominato solo per delle squalifiche, normali per un lottatore come lui, ma per quello che di ottimo fa sul campo, a Cantarello che si è rotto, è la parola, il basso schiena a forza di prendere sfondamenti e rotolare a terra, a tanti altri fra cui metto pure il 36enne Middleton, italiano aggiunto e gradito con il suo jump micidiale.A tutti questi e chissà a quanti altri di più, non voglio rinunciare, voglio che giochino ancora, che facciano capire, con la tecnica, il cuore, l'attaccamento, ai più giovani, la ragione per cui sono arrivati e rimasti lì, tenendo le posizioni, dando soddisfazioni ai propri allenatori e ai propri tifosi. Non venitemi a dire che ci sono solo per i contratti, questi loro non li fanno, ci pensano i loro agenti. Forse ci sono anche però, dirigenti, magari troppo buoni o magari amanti del quieto vivere: ma in tanti anni, non ho mai visto che i denari "dati in più" facciano giocare meglio i giocatori, forse troppe volte, ho visto il contrario!
Tonino Zorzi
Fonte: Il Gazzettino