La caviglia destra di Basile, franata l´altra sera nel match contro Roseto, è messa peggio di quel che sembrava. Per almeno venti giorni, il ragazzo resterà fuori dai giochi: e poiché la distorsione è recidiva, ossia la stessa la seconda volta, e s´è pure stirato il legamento, non farà male a Gianluca rientrare senza fretta. In pratica, riattaccherà con l´avvio dei play-off a metà maggio, saltando le ultime due gare d´Eurolega e soprattutto lo sprint della fase regolare di campionato. E´ questa la rinuncia più rischiosa per la Skipper: se va male, il 24 aprile, lo 'spareggio´ primato con la Benetton, si può arrivare secondi o addirittura terzi.
Ma poichè i guai non vengono mai soli, anzi s´intrecciano con tempistiche sadiche, c´è un´altra distorsione pesante a minacciare il finale di stagione della Fortitudo. Scegliendo le colonne della "Gazzetta dello sport", Giorgio Seragnoli, il proprietario della squadra bene o male prima in classifica, ha fatto sapere al mondo che i suoi due principali dipendenti, cioè Enzo Lefebre e Matteo Boniciolli, godono (eufemismo) d´una fiducia ormai piallata. L´uscita pubblica è stata sorprendente nelle modalità, meno nei contenuti, già emersi negli ultimi mesi di navigazione, e pure esternati dal capo ai sottoposti nelle riunioni di famiglia. Di fatto, lo svolazzare dei panni sozzi li mette all´uscio: se non subito, a fine stagione, a meno di esiti inebrianti. Dunque, Emiro dixit, la Skipper non ingaggerà nuovi giocatori, e se mai qualcuno pensava di trafficare per portarne, il messaggio è stato forte e chiaro: Goldwire, l´attuale pomo di discordia, fa schifo (parola di Seragnoli), ma va benissimo, per tirarci innanzi fino in fondo.
L´ultima commedia dell´impagabile Basket City ha questo copione breve e duro stampato ieri sulle pagine della Gazzetta. Un´intervista, o meglio un monologo discretamente furente, in cui Giorgio Seragnoli delegittima i suoi dirigenti, bocciandone l´operato passato e, di fatto, paralizzandone il futuro. I "signori Lefebre e Boniciolli" non hanno replicato, come spesso capita in queste storie, al patron. Ha abbozzato il primo: «Quel che conta è unire gli sforzi di tutti per arrivare al risultato. Poi, a maggio, si metterà sul tavolo quanto è stato fatto». Ha del tutto taciuto il secondo: se ne captava l´amarezza, anche se oggi la vita di palestra dovrà riprendere in modo normale. «Non è il momento di giocare al massacro tra di noi», ha detto ancora Seragnoli. Non è una cattiva idea, ma qualche ferita in tutto il rimescolo dev´essersi aperta.
Letta sulla rosea, la filippica non lasciava dubbi, sulle porte girevoli ormai tappate in casa Skipper. Senonchè, un dispettoso diavoletto dei cesti ha fatto sì che le frasi dettate domenica pomeriggio sapessero già di avariato la sera, una volta girata la caviglia di Basile. La durezza dell´anatema farebbe escludere un ripensamento sulle strategie, anche se ieri l´amministratore delegato Massimo Gambini non si chiudeva la porta alle spalle. «Certamente è intervenuto un fatto nuovo, ma non è stata presa nessuna decisione». Quelle, ora si sa, se le è avocate, in prima persona, il grande capo. E chissà allora se l´ha sfiorato l´idea di un reintegro, anche temporaneo, di Celestand o Robinson, oggi disoccupati, o la ricerca di un play in uscita dalla Nba o da qualche torneo d´Europa, o la più verosimile scelta di andare avanti così, aspettando Basile.
L´ultimo atto in scena (per ora) diventa così un´altra perfidia del destino, ossia la necessità di consegnare tutte le chiavi della cabina di regia all´uomo più discusso e frastornato per dirigerla. Anthony Goldwire passerà per un mese da indiziato di disastro a unico conducente della corriera Fortitudo. Ieri mattina il suo agente Vittorio Ferracini ha incontrato Lefebre e Gambini, in quelle chiacchierate che si fanno per scambiarsi le più ovvie buone intenzioni: la Fortitudo ha sollecitato un rendimento meno labile, l´agente ha garantito che, se ci sono problemi, sono superabili, una volta riacquistata fiducia.
Walter Fuochi
Ma poichè i guai non vengono mai soli, anzi s´intrecciano con tempistiche sadiche, c´è un´altra distorsione pesante a minacciare il finale di stagione della Fortitudo. Scegliendo le colonne della "Gazzetta dello sport", Giorgio Seragnoli, il proprietario della squadra bene o male prima in classifica, ha fatto sapere al mondo che i suoi due principali dipendenti, cioè Enzo Lefebre e Matteo Boniciolli, godono (eufemismo) d´una fiducia ormai piallata. L´uscita pubblica è stata sorprendente nelle modalità, meno nei contenuti, già emersi negli ultimi mesi di navigazione, e pure esternati dal capo ai sottoposti nelle riunioni di famiglia. Di fatto, lo svolazzare dei panni sozzi li mette all´uscio: se non subito, a fine stagione, a meno di esiti inebrianti. Dunque, Emiro dixit, la Skipper non ingaggerà nuovi giocatori, e se mai qualcuno pensava di trafficare per portarne, il messaggio è stato forte e chiaro: Goldwire, l´attuale pomo di discordia, fa schifo (parola di Seragnoli), ma va benissimo, per tirarci innanzi fino in fondo.
L´ultima commedia dell´impagabile Basket City ha questo copione breve e duro stampato ieri sulle pagine della Gazzetta. Un´intervista, o meglio un monologo discretamente furente, in cui Giorgio Seragnoli delegittima i suoi dirigenti, bocciandone l´operato passato e, di fatto, paralizzandone il futuro. I "signori Lefebre e Boniciolli" non hanno replicato, come spesso capita in queste storie, al patron. Ha abbozzato il primo: «Quel che conta è unire gli sforzi di tutti per arrivare al risultato. Poi, a maggio, si metterà sul tavolo quanto è stato fatto». Ha del tutto taciuto il secondo: se ne captava l´amarezza, anche se oggi la vita di palestra dovrà riprendere in modo normale. «Non è il momento di giocare al massacro tra di noi», ha detto ancora Seragnoli. Non è una cattiva idea, ma qualche ferita in tutto il rimescolo dev´essersi aperta.
Letta sulla rosea, la filippica non lasciava dubbi, sulle porte girevoli ormai tappate in casa Skipper. Senonchè, un dispettoso diavoletto dei cesti ha fatto sì che le frasi dettate domenica pomeriggio sapessero già di avariato la sera, una volta girata la caviglia di Basile. La durezza dell´anatema farebbe escludere un ripensamento sulle strategie, anche se ieri l´amministratore delegato Massimo Gambini non si chiudeva la porta alle spalle. «Certamente è intervenuto un fatto nuovo, ma non è stata presa nessuna decisione». Quelle, ora si sa, se le è avocate, in prima persona, il grande capo. E chissà allora se l´ha sfiorato l´idea di un reintegro, anche temporaneo, di Celestand o Robinson, oggi disoccupati, o la ricerca di un play in uscita dalla Nba o da qualche torneo d´Europa, o la più verosimile scelta di andare avanti così, aspettando Basile.
L´ultimo atto in scena (per ora) diventa così un´altra perfidia del destino, ossia la necessità di consegnare tutte le chiavi della cabina di regia all´uomo più discusso e frastornato per dirigerla. Anthony Goldwire passerà per un mese da indiziato di disastro a unico conducente della corriera Fortitudo. Ieri mattina il suo agente Vittorio Ferracini ha incontrato Lefebre e Gambini, in quelle chiacchierate che si fanno per scambiarsi le più ovvie buone intenzioni: la Fortitudo ha sollecitato un rendimento meno labile, l´agente ha garantito che, se ci sono problemi, sono superabili, una volta riacquistata fiducia.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica